Approfondimenti » 16/09/2006
Disagi senza fine per i passeggeri Alitalia. Di Tonino Camuso
Per i passeggeri del volo Alitalia Az1625 quella di ieri 15 settembre è stata una nottata difficilmente da dimenticare tra ripetuti rinvii e ritardi nell’orario di partenza da Roma in un quadro di presunti guasti tecnici sopravvenuti sugli aerei che li avrebbero dovuti imbarcare che ad un certo punto ha raggiunto livelli di tensione ed esasperazione che hanno richiesto la presenza , oltre che del personale di terra dell’Alitalia anche di quella, se pur discreta, delle forze dell’ordine, onde prevenire che la situazione degenerasse nelle sale di attesa di Fiumicino.
I fatti
Il volo Az 1625 che avrebbe dovuto imbarcare i passeggeri dal Gate A8 ricevono una comunicazione intorno alle 21.00 che il loro volo subirà un ritardo per un problema tecnico(non meglio precisato) di un’ora e cinque minuti, ovvero dalle 21.40 , orario programmato a quello “stimato” delle 2245 e lo spostamento della porta di imbarco al gate A12.
Il malumore , già diffuso tra tutti gli utenti per l’orario già pesante, quello delle 21.40, per coloro che hanno come destinazione finale le provincie di Lecce e di Taranto, è andato crescendo.
Molti tra i passeggeri di ieri sera provenivano da altre destinazioni italiane o estere e che non avevano potuto trovare posto sul precedente volo Alitalia delle 1740.
Altri avevano sulle spalle una giornata a dir poco infernale in una città come Roma impazzita per lo sciopero dei mezzi pubblici.
Tra essi molti bambini, persone anziane e qualche portatore di handicap sulla sedia a rotelle.
Al gate A12, dove era attraccato un volo proveniente dalla Sicilia, ben presto dal fare preoccupato delle hostess e dallo squillare dei telefoni ci si accorgeva che anche lì qualcosa non andava e sotto le proteste montanti le addette al checkin affermavano candidamente che era stato riscontrato dal personale della manutenzione un problema allo sportello di emergenza e si stava provvedendo a cercare di sostituire il pezzo difettoso.
L’orario di partenza stimato era traslato ulteriormente alle 2315
Insofferenza e malumore assumevano ben presto i connotati di una rivolta montante con la richiesta della presenza ufficiale di un responsabile dell’Alitalia che giustificasse il motivo della sistematicità di problematiche tecniche continuate sull’ultimo volo in partenza da Brindisi quasi ogni sera a detta di chi quella tratta la fa molto periodicamente.
I dubbi per molti passeggeri “veterani” di questa tratta il dubbio che circola è che lo scalo di Brindisi e i passeggeri diretti a questo aeroporto siano penalizzati dalle esigenze su tratte e verso direzioni di città ben più importanti della nostra sperduta provincia del Sud
A mezzanotte in un aeroporto internazionale che vede chiudere i bar e i punti di ristoro interni la sensazione ha assunto la quasi certezza di essere stati letteralmente abbandonati e urla e visi inferociti hanno consigliato al personale Alitalia che oltre alla presenza delle forze dell’ordine occorreva trovare una soluzione che salvasse il buon nome della compagnia.
Ci si affrettava così a distribuire un bicchiere di bibita e qualche biscottino per stemperare la tensione mentre si correva tra le piste per reperire qualche aereo pronto per i primi voli del giorno successivo.
E’ alle 00.40 che finalmente si era imbarcati su un aereo parcheggiato tra le piste, il” Catania”.
Al sottoscritto, uno tra gli ultimi che saliva le scale, toccava assistere ad una scena a dir poco emblematica dell’attuale situazione della nostra compagnia di bandiera: un paio di assistenti di terra, un uomo e una donna che facevano partire a “spinta” l’automezzo di servizio contraddistinto con il logo della stessa compagnia.
Si è giunti così a Brindisi all’1.30 di questa notte dopo averci dovuto sorbire anche un inspiegabile atterraggio troppo violento , che ha messo a dura prova il carrello e le coronarie di qualche passeggero anziano, nonostante che vi fosse una quasi mancanza di vento , che si provenisse da nord, quindi senza l’ostacolo di ciminiere o gru della zona industriale e che si avesse a disposizione l’intera lunghezza della pista.
Qualcuno ha mormorato che in tempi di caro petrolio atterrare “lungo” avrebbe comportato sprecare un po’ di litri di carburante nel fare qualche centinaio di metri di pista di rullaggio…
Tonino Camuso
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