Approfondimenti » 14/10/2006
"Meglio fingersi acrobati che sentirsi dei Nani". Di Ghino di Tacco
Diventa sempre più difficile intervenire nella vita politica (intesa come polis) per chi preferisce affrontare con serietà e raziocinio le varie tematiche che attanagliano la città.
La vita politica brindisina mi ricorda sempre più la schizofrenia e la bagarre dei mercatini delle casbah delle città del Maghreb dove i vari mercanti osannano le proprie merci e nel contempo disprezzano quelle del rivale in affari propagandando ragioni e verità di cui si sentono unti dal signore (o allah fate voi) dimenticandosi che forse il turista (o il cittadino brindisino) è già da tempo vaccinato memore di fregature precedenti.
Lo stesso accade per le problematiche ambientali che attagliano la nostra città dove ad una maggiore sensibilità e voglia di partecipazione da parte dei cittadini (e di questo da brindisino ne vado fiero) si nota una totale deresponsabilizzazione da parte di chi deve pianificare e decidere le linee strategiche per lo sviluppo del territorio e per la salvaguardia dell’ambiente e della salute dei cittadini.
E allora non passa giorno a Brindisi che qualcuno sia a favore o contro ad un impianto, a favore o contro a politiche amministrative di un ente, ma soprattutto a supporto o contro a quell’amministratore o partito politico se non organizzazione sindacale e di categoria e per finire ad associazioni ambientaliste.
E quindi, di conseguenza, nella nostra città è un continuo rifiorire di convegni a tema a volte accompagnati da cene gadget e cotillons, conferenze stampa, manifestazioni pro e contro (persino in contemporanea), comunicati stampa, manifesti e volantini ma soprattutto di slogan tanto roboanti quanto vuoti che declamati durante una diatriba elettorale potrebbero avere un senso ma durante le normali fasi della vita cittadina appaiono provocatori e fastidiosi per una città che giorno dopo giorno sta morendo sotto l’aspetto economico e ambientale ma ancor più grave sotto l’aspetto sociale e culturale.
Se poi, volendo fare della facile ironia, qualcuno è scaramantico può pensare anche che tali slogan siano oltre che inutili anche portatori sani di sfiga visto che appena qualcuno ha parlato di “Brindisi città d’acqua” la nostra città si è beccata in meno di un anno due alluvioni e una tromba d’aria. Per perfetta par condicio si potrebbe scherzare anche su uno slogan dell’altra parte politica ricordando che da quando si è parlato di una “Provincia che conti” ci hanno preso talmente in considerazione che hanno pensato bene di appiopparci un rigassificatore, di aumentare notevolmente le quantità di carbone, di bruciare il cdr di tutta la Puglia presso le nostre centrali poi accorgendosi di averci dato tanto hanno cominciato a toglierci qualcosa e quindi via gli aerei dal Papola, via i passeggeri dal porto, via le attività produttive dal territorio e persino la sabbia dalle spiagge.
Tornando dal faceto al serio, penso che mentre trovo giusto che i cittadini discutano, anche con differenti opinioni, dei fatti della città, mentre trovo giustificabile il portare avanti le proprie idee anche se divergenti in tutte le sedi da parte dei sindacati, delle associazioni ambientaliste e di categoria (ognuno di loro rappresenta interessi e aspirazioni di una parte della società civile), trovo alquanto strano che ai discorsi e ai buoni propositi da parte di chi poi deve decidere e pianificare sul territorio non seguano atti concreti (mai completamente condivisibili viste le differenze politiche e di pensiero da tutti) di corretto governo della cosa pubblica.
In tutto questo, poi, è forte la crisi esistenziale dei partiti politici locali che annaspano tra la voglia di contare e il masochismo di non far crescere al loro interno uomini e idee capaci di invertire la tendenza negativa di non capacità amministrativa.
La città affonda nei problemi e nei drammi, e i politicanti passano il tempo tra risse stile saloon per una poltrona e consigli comunali che invece di affrontare le urgenze discutono per ben due ore di una dichiarazione di solidarietà al Santo Padre dopo i recenti accadimenti che per approvarla bastava solo il tempo di un caffè.
Non sono di quelli che pensano che il non affrontare i problemi sia figlio di interessi personali tali da inficiare la capacità amministrativa ma bensì che tale immobilismo sia legato dall’occupare ruoli di responsabilità senza averne i requisiti gestionali.
E’ allora si distrae la cittadinanza con le più svariate tematiche che diventano telenovele per anni…prima le centrali enel (dall’85 fino ad oggi peggio di beatiful), poi il rigassificatore e già pronto il tema CDR e così via.
Intanto la città raggiunge bassi livelli di qualità della vita, la disoccupazione è galoppante, la sicurezza è un eufemismo, la cultura, lo sport, e la politica sociale solo optional superflui di cui se ne può fare a meno.
Probabilmente i nostri politici dovevano essere in gioventù fans di Renato Zero che in una canzone degli anni 80 diceva “Meglio fingersi acrobati che sentirsi dei Nani”.
Con amarezza vostro
Ghino di Tacco
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