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Stelle e Strisce: Elezioni Americane



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Stelle e Strisce » 09/11/2006

Elezioni Americane

Era ampiamente previsto che accadesse. Il Presidente ed il suo governo sono diventati molto impopolari negli ultimi mesi. Solo il 36% degli americani approva l’operato del Presidente. Un crollo netto da quell’80% di consensi successivo all’11 settembre 2001.

Questo ha avuto chiaramente una ripercussione sulle ultime elezioni. Le elezioni di medio-termine cadono a due anni dal mandato presidenziale ed a due anni dalla sua scadenza naturale. Riguardano l’elezione dell’intero congresso e solo di un terzo del Senato, più un numero consistente di governatori.

I repubblicani perdono il controllo della camera e probabilmente anche quello del senato ( bisognerà aspettare una conta più approfondita dei voti).
Il partito repubblicano ne esce con le ossa rotte, dopo che per due anni ha appoggiato senza batter ciglio ogni politica ed ogni legge voluta dal presidente.
Da oggi in poi sarà molto difficile che G.W. Bush ottenga dal parlamento americano carta bianca alle sue richieste, dopo che scandali di varia natura ne hanno reso la figura molto meno attraente. La guerra in Iraq, la risposta all’uragano Katrina, scandali finanziari e corruzione, senza parlare di intercettazzioni private autorizzate dal presidente senza autorizzazione legislativa.

Insomma l’America che va nel mondo ad “insegnare” la democrazia si riscopre estremamente imperfetta. Soggetta agli stessi problemi di tutte le democrazie: corruzione e malgoverno.
Inoltre con la guerra in Iraq appare ancora più evidente l’aspetto oligarchico di questa orgogliosa democrazia. E’ la grande industria americana ( prima fra tutte quella delle armi) che da sempre appoggia in prevalenza il partito repubblicano, che detiene il vero potere.
Sono loro che spingono il Presidente ad andare a perdere migliaia di vite umane, miliardi di dollari e soprattutto la faccia in una guerra inutile come quella in Iraq.
Sono loro che finanziano le campagne elettorali che sono diventate estremamente dispendiose. Nelle ultime settimane ho assistito a un vero e proprio martellamento di pubblicità dei vari candidati che se ne dicevano di tutti i colori, tra una pubblicità della nuova Toyota e quella del viagra.
Ma la perdita di popolarità del Presidente questa volta è stata cosi grande che molti commentatori e testate giornalistiche hanno incominciato a voltare pagina diversi mesi fà, preannunciando una vittoria democratica che difatto è avvenuta.

La CNN che sembrava avesse preso negli ultimi anni una posizione molto più conservatrice rispetto al passato, ha nuovamente invertito la rotta denunciando le politiche sbagliate del Presidente per voce dei suoi maggiori commentatori.
Un cambiamento radicale sarà difficile da ottenere nonostante questa vittoria.
G.W. Bush ha espressamente detto nei giorni scorsi che le truppe americane rimarranno in Iraq fino alla vittoria ( che tipo di vittoria non si riesce veramente a capire) o almeno fino a quando lui sarà Presidente.
Ma un cambiamento verso politiche ambientaliste più efficaci, da sempre anima del partito democratico, potrebbe già farsi sentire nelle prossime settimane.
Anche in questo caso la grande industria americana si oppone ad una riconversione per eliminare o almeno attutire i gas serra. Bush ha appoggiato questa posizione negli anni passati rifiutandosi di firmare il trattato di Kyoto.

Oggi l’allarme arriva da tutte le parti. O si riducono i gas serra o le armi distruzione di massa saranno troppo antiquate per un pianeta che ormai è allo stremo.

Gabriele D'Errico
Denver - Usa

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