Approfondimenti » 21/11/2006
Digitale Terrestre. Di Marco Nocera
Le trasmissioni radio e tv stanno gradualmente passando ai moderni sistemi digitali.
Infatti, da quando il decreto dell’emerito ministro Gasparri è stato approvato, il panorama dell’emittenza radiotelevisiva si è evoluto in maniera esponenziale.
Sto parlando del Digitale Terrestre, ormai diventato una realtà affermata su tutto il territorio nazionale. E dal 2007 sarà l’unico sistema, ancora con qualche dubbio, col quale sarà effettuato il broadcasting televisivo. Più di qualche dubbio…
Ci sono ancora troppe magagne sul sistema, in quanto è da ritenersi servizio sperimentale (almeno così reclamava la RAI). Ma siamo alle porte del 2007. Mancano neanche 40 giorni, però ancora molte cose non vanno… A partire dall’equipaggiamento delle emittenti locali.
Sì, non tutte dispongono di un codec, che converte il segnale video analogico, in digitale MPEG2 (come quello dei DVD), in quanto si tratta di attrezzatura che ancora costicchia un bel po’!
E allora effettuare, come stabilito per legge, il “turn off” delle frequenze analogiche sarà la più grande bufala che i mezzi di comunicazione via etere possano mai aver commesso… Ma nonostante i problemi, che sarebbero subito lampanti agli occhi del teledipendente informato, il digitale terrestre presenta il vantaggio della qualità, appunto digitale, che non mostrerà più il disturbo noto come “effetto neve”. Però… e c’è sempre un però! Il problema sta sull’antenna, in quanto, se alla tv analogica si vede male, al digitale terrestre non si vede.
Infatti il segnale deve essere chiaro, puntando l’antenna verso il ripetitore che trasmette il segnale. È come per la tv satellitare, solo che non si utilizza una parabola, bensì una comunissima antenna per la tv “a spina di pesce” (anche nota come antenna a larga banda, perché può ricevere sia le stazioni in VHF, che quelle in UHF) ed è consentito “sgarrare” di qualche millimetro (a seconda della distanza del ripetitore).
A Brindisi, per uno che si accontenta di vedere ALCUNI dei canali principali, la situazione si può definire discretamente soddisfacente, perché abbiamo a circa 50 km 2 ripetitori (Martina Franca-monte Trazzonara01 e Ostuni) che si trovano quasi sullo stesso asse di puntamento della propria antenna, polarizzata in orizzontale. Tutto bene quel che finisce bene. Ma no!
Abbiamo altre fonti trasmittenti su Brindisi. L’unico problema è che ci vorrebbero altre 2 antenne da aggiungere a quella già esistente. Meglio se siano sempre “a spina di pesce”, ma polarizzate in verticale (è possibile trovarle da Elettronica Componenti a 10 euro ciascuna), che puntano su Brindisi City, dove possiamo trovare alcune emittenti locali e Mediaset Premium, e verso Contrada Montenegro, dove sono situati gli altri ripetitori di emittenti regionali e nazionali.
È necessario in questo caso, per accoppiare le tre antenne, un piccolo miscelatore in larga banda della dimensione di due pacchi di sigarette.
Una cosa da notare: se siete in un condominio che ha un’antenna centralizzata, comprarsi il digitale terrestre richiede anche una irrisoria spesa aggiuntiva (40 euro circa) per le antenne da mettere su terrazzo e il relativo cavo, a meno che gli amplificatori d’antenna non siano stati già tarati per permettere l’installazione dei decoder DVB-T. Ma prima di spendere soldi ad occhio, conviene sempre chiedere al proprio amministratore di condominio…
La disgrazia arriva per chi si trova a voler vedere il digitale terrestre sul proprio computer con le penne USB che vendono in tutti i negozi (prossimamente anche in quelli di prodotti alimentari e nei bar!). Infatti, questi prodotti informatici sono forniti di un’antennina che è solamente adatta nel caso si voglia vedere la tv all’esterno, magari col proprio computer portatile…
Comunque normalmente tutti hanno l’attacco standard per l’antenna, come si può vedere nella foto del decoder USB DVB-T che avevo acquistato, ma che, rispetto alle mie aspettative, i risultati non sono stati così ottimali, se non con l’utilizzo dell’antenna esterna.
Ma dando per scontato il fatto che ovunque ci siano problemi, il sistema DVB-T si presenta già abbastanza ricco di contenuti, quasi voglioso di affiancare e superare il satellite per costi di gestione e accessibilità da parte dell’utenza. Infatti, le emittenti locali non riuscirebbero mai a trasmettere via satellite, per gli elevatissimi costi di mantenimento della trasmissione. Ma la trasmissione satellitare è un mondo a parte… Il paragone andrebbe fatto solamente per il “classico” sistema analogico e quello digitale “via terra”.
Comunque il digitale terrestre si differenzia dagli altri sistemi perché è interattivo e «consente di partecipare alla società globale dell’informazione» [DGTVi] e di modernizzare alcuni sistemi pubblici di interesse collettivo.
Oltretutto, il DVB-T ha un minore problema di inquinamento elettromagnetico ambientale, perché più canali televisivi sono ospitati in un pacchetto su una sola frequenza, con una larghezza di banda di circa 3-4 megahertz (variabile a seconda del numero dei canali e della relativa qualità), mentre sull’analogico un solo canale occupa la stessa quantità di banda. Quindi, quando ci sarà il “turn off” (anche parziale) del vecchio sistema analogico, l’elettrosmog diminuirà di circa 7-8 volte. Forse…
Qui sotto è riportata la polarizzazione dei ripetitori e una figura per la localizzazione degli stessi.
Trasmissione |
Locazione |
Polarizzazione |
Brindisi City |
Via Dalmazia |
Verticale |
Brindisi Montenegro |
C.da Montenegro |
Verticale |
Martina Franca |
Monte Trazzonara |
Orizzontale |
Ecco la mappa dei ripetitori che coprono l’area di Brindisi.
L’augurio che si può fare è di un buon zapping a tutti quanti…
Marco Nocera
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