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Approfondimenti: Le colonne Romane... ancora e sempre. Di Enrico Sierra



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Approfondimenti » 28/01/2008

Le colonne Romane... ancora e sempre. Di Enrico Sierra

Ho letto giorni fa su Brundisium.net il pezzo di Aldo Indini che faceva riferimento alle Colonne Romane e riportava quanto aveva sostenuto il Sindaco Mennitti nel corso di una conferenza stampa: "Le Colonne Romane non rappresentano il punto terminale della Via Appia... la Colonna che si trova a Lecce non tornerà a Brindisi... e, per finire, non sarà rimpiazzata la parte di colonna mancante".
Ho provato un motivo di sollievo. Le Colonne Romane rimangono così come sono oggi, tali e quali a come io, e tanti altri, le abbiamo sempre viste ed ammirate.
Però penso anche a ciò che ha detto Franco Palma, definendo le Colonne Romane simbolo della città ed augurandosi che nel futuro non ci vengano tolti altri simboli significativi.

E' vero, le Colonne Romane erano e sono uno dei simboli di Brindisi, però è indubbio che, nel corso degli anni, ci sono stati tolti, scippati, per vetustà e per incuria, se non proprio simboli, almeno segni di storia viva della nostra città.

Ci hanno tolto qualcosa di bello, di monumentale, ma sono rimasti i ricordi, e, quelli nessuno potrà mai toglierci. E' la nostra vittoria!

Che dire della Torre dell'Orologio nella Piazza del Municipio?
Era abitudini di ogni brindisino che passava per la piazza alzare gli occhi verso di lui, per controllare l'ora e, magari, aspettare i rintocchi che ogni 15 minuti tenevano compagnia.
Che immensa nostalgia mi ha preso quando, tanti anni fa, alzai gli occhi e l'orologio non c'era più: era stato fatto crollare per far posto ad un Palazzo. La stampa dell'epoca parlava anche di sdegno della popolazione: avevano distrutto un nostro Monumento....
Ed il Vecchio Teatro Verdi?
Era stato danneggiato durante la seconda guerra mondiale e nel 1960 fu deciso per la sua demolizione. Poteva essere restaurato e conservarlo nel suo vecchio splendore? Gli altri avevano deciso di no. Ma i brindisini ricordano sempre il loro Teatro, con le poltrone in velluto rosso nella platea, le tre file dei palchi, il loggione ed il bellissimo palco reale.
Ed era bellissimo quando ospitava il veglione di carnevale: si coprivano le poltrone per allestire una immensa pedana da ballo.
Al posto del Teatro Verdi, il nostro Teatro, si insediò un grande Supermercato La cultura aveva perso, ancora una volta, lasciando il posto al consumismo!
Ed il Parco delle Rimembranze, distrutto per lasciare posto agli Uffici Finanziari?
Fu un delitto abbattere gli alberi di pino. Fu un doppio delitto abbattere quei tronchi che portavano le targhette con il nome di un Caduto della Prima Guerra Mondiale. Era stata distrutta la memoria di chi aveva immolato la vita per l'Italia!, Senza tralasciare che in pochi giorni è stato fatto sparire il luogo dei ricordi degli incontri amichevoli ed amorosi dei giovani.
E, tanto per continuare basterebbe citare ancora la Spiaggia di Sant'Apollinare, dove tutti brindisini facevano i bagni nell'acqua color verde e la rena dorata e pulita; il Collegio Tommaseo che aveva ospitato l'Accademia Navale di Livorno ed aveva accolto i profughi giuliani; la magnifica Chiesa del Casale, abbandonata per tanti anni; tanti palazzi dimenticati e lasciati morire, almeno esternamente, come l'istituto Commerciale G. Marconi.
Che peccato!!!
Quanti pensieri tornano alla mente mentre leggo che le Colonne Romane rimarranno come sono oggi. Proprio così come le ho viste io da piccolo assieme ai miei genitori, Così come le ho fatte vedere ai miei figli e così come le vedo ogni qual volta torno a casa mia, a Brindisi.
Vivere fisicamente lontano da Brindisi mi aiuta a vedere luoghi e monumenti che non ci sono più con la forza della memoria. Continuo a vedere ciò che i vecchi di spirito hanno distrutto!L'orgoglio ed i ricordi non possono essere cancellati. Mi fanno amare ancora di più la mia Brindisi.

ENRICO SIERRA
enricosierra@tiscali.it


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