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Approfondimenti: Un grido contro gli stupri. Lettera di una giovane donna al Presidente Napolitano



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Approfondimenti » 28/11/2006

Un grido contro gli stupri. Lettera di una giovane donna al Presidente Napolitano

Caro Signor Presidente,
Le scrivo per dirLe che non ne posso più!
Quella di oggi è l’ennesima notizia che leggo sui giornali di una ragazzina stuprata. Nella pagina successiva gli ultimi raccapriccianti dettagli sulla storia delle violenze perpetrate su un ragazzo down, filmate dai compagni dell’aggressore. Qui una tredicenne stuprata e filmata dai compagni dello stupratore mentre la brutalizzazione avveniva.

Signor Presidente io non ne posso più, “questa è anche casa nostra”!

Insomma per quanto ancora il processo di “delegittimazione alla vita” subito dalla donna dovrà ancora continuare nell’era moderna?

Signor Presidente, m’interrogo sulla funzione dello Stato al di fuori delle necessità economiche, nazionali o globali. Sarà vero che un’affermazione del genere potrà sembrare un po’ grossolana, ma ciò che a me interessa ora è il fenomeno, non la causa.

La fenomenologia degli stupri è un fatto inaccettabile. Lo è sul piano esistenziale, sul piano morale, sul piano filosofico.
L’Italia nella sua coscienza collettiva risulta ad oggi al pari di altri paesi considerati dall’opinione comune culturalmente sottosviluppati: cos’è questa barbarie che continuiamo ad incassare impotenti noi donne senza alcun incremento della coscienza e della responsabilità collettiva?

Vorrei rivolgermi all’opinione pubblica tutta e per farlo dignitosamente mi rivolgo a Lei Signor Presidente quale massimo rappresentante degli italiani e delle ITALIANE.

Oggi l’opinione pubblica è rappresentata solo dai media ed è fatto incontrollabile dal singolo.
Inoltre in quello straordinario specchio dell’umanità, costituito appunto dai media, non si esiste se la propria immagine non viene riflessa nello specchio, alla stregua della leggenda sui vampiri.
Niente esiste se non è stato filmato. E adesso anche l’ultima frontiera è oltrepassata filmando e, quindi, facendo esistere mediaticamente, la brutalità più feroce.

Mi rivolgo dunque a Lei Signor Presidente, che nella coscienza collettiva esiste già ed esiste come rappresentante di ciò che è buono, affinché anche la mia parola esista e non stia come un fantasma.

Mi rivolgo a Lei Signor Presidente che ha vinto “il ballottaggio” con il Papa quale destinatario di questa mia volontà: Le chiedo, come avrei fatto con il Papa, di intervenire come un padre.
Lo chiedo a Lei perché qui e ora mi sento orfana di madre.
Le chiedo quindi di rivolgere a questo mio doloroso appello, l’uguale attenzione che rivolgerebbe a sua figlia se questa non avesse più una madre cui riferirsi per questioni così intime.
Lo chiedo a Lei come Capo dello Stato perché la mia coscienza civica m’impedisce di tacere su una tendenza alla regressione così acuta come quella che stanno seguendo i nostri giovani concittadini, accompagnando l’ondata di nuova violenza che interessa oggi l’occidente.
Lo chiedo a Lei come uomo stimatissimo cui confidare speranza di miglioramento per me, per i nostri giovani figli e le nostre figlie.

Al giorno d’oggi se un uomo arriva ad oltraggiare una donna lo fa perché ha perso il senso della vita.
Al giorno d’oggi non consideriamo più uno stupro solo come un atto di barbarie, legato perlopiù alla brutalità ancestrale del sopruso sul più debole. Oggi, nel ventunesimo secolo, fatto salvo alcuni casi ben identificati, la questione delle violenze sulle donne deve prescindere dal fattore trogloditico. Oggi costruiamo navicelle spaziali e gravitiamo per mesi attorno al pianeta: non raccontiamoci storie.

Signor Presidente se non cominciamo a cambiare punto di vista sulla questione della brutalizzazione di una donna oggi nel ventunesimo secolo, non comprenderemo quanto quei ragazzi si stiano allontanando dal significato della vita.

Le chiedo dunque Signor Presidente di non perdere l’occasione e di rispondere con la massima urgenza a questo mio appello, ora che la necessità supera in intensità la speranza.

Le invio insieme a questa lettera tutto il mio amore di donna.

Con profondo rispetto.

Simonetta Dellomonaco


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