Teatro » 05/12/2003
Moni Ovadia a Brindisi con "L'Armata a Cavallo"
Lunedì 8 Dicembre, con inizio alle ore 21.00, Moni Ovadia porterà in scena al Teatro Impero di Brindisi KONARMIJA -
L’ ARMATA A CAVALLO, tratto dai racconti di Isaac Babel’.
E’ il secondo appuntamento della stagione teatrale brindisina che, purtroppo, quest’anno, deve rinunciare al prestigioso palcoscenico del Nuovo Teatro Verdi.
Affidiamo la presentazione dell’evento alle parole dello stesso artista, nato nel 1946 in Bulgaria da una famiglia ebraica.
“Un’Internazionale di brava gente” di Moni Ovadia
Uno degli straordinari personaggi che costellano il capolavoro di Isaac Babel’ L’Armata a Cavallo, si interroga sulla natura della rivoluzione bolscevica che promette di liberare per sempre gli uomini dalla schiavitù e chiede ai portatori del turbine dell’utopia dove sia la «dolce rivoluzione». Il robivecchi ebreo Ghedali gli risponde malinconicamente citando Trotsckji: «Ci vuole un’Internazionale, ma ci vorrebbe un’Internazionale di brava gente». Forse il naufragio del titanico sogno rivoluzionario si può capire in queste parole.
Babel’ racconta mirabilmente le piccole vicende insieme tragiche e liriche di quella guerra che divise gli uomini fra loro, padri da figli, fratelli da fratelli, mariti da mogli.
Lui, occhialuto intellettuale ebreo, visse la rivoluzione in modo dolorosamente paradossale arruolandosi come giornalista al seguito della Konnaja Armjia, l’armata a cavallo dei Cosacchi. Quei Cosacchi che per secoli si erano tradizionalmente nutriti di un antisemitismo viscerale ripetutamente sfociato in azioni violente, basti ricordare i trecentomila ebrei trucidati nel 1600 dal cosacco Khielmnitskji.
Ed è da quell’osservatorio che Babel' ci dona l’affresco da cui l’ungherese Miklós Jancsó nel 1967 trasse un film potente e grandioso che lo impose definitivamente all’attenzione internazionale.
Io mi identifico in uno dei personaggi raccontati da Babel’, il soldato “rosso” Bratslavskji, “principe” ebreo discendente di grandi Rabbini; per essere precisi mi sento un suo discendente inadeguato in veste di clown. Babel’ lo raccolse agonizzante e frugando nella sua bisaccia trovò le pagine dell’ Agitatore bolscevico e i fogli della Pravda mescolati agli scritti del filosofo ebreo Maimonide. In quel «blasfemo armadietto di santità» le pallottole del rivoluzionario si mescolavano con le corregge di cuoio dei filatteri di preghiera dell’ebreo ortodosso.
A questo mio avo, che credeva che la rivoluzione bolscevica incarnasse il messianesimo universale di uguaglianza e giustizia sociale annunciato dai profeti di Israele, da anni sognavo di dedicare un affresco teatrale che tentasse di risuonare con il linguaggio del suo testimone letterario.
Le guerre e le rivoluzioni non sono coerenti né logiche, in esse il sangue si mescola ai canti, il racconto si frammenta nel crepitio delle mitraglie e nelle deflagrazioni delle bombe e il silenzio del riposo annuncia l’estrema precarietà della vita. Per queste ragioni lo spettacolo si dipanerà come una partitura di immagini, suoni, musiche, canti e parole con cui combatteranno i due grandi cori dei bolscevichi e degli zaristi. In mezzo ai due «eserciti» un drappello di musicisti cavalleggeri rossi suonerà l’epopea dei rivoluzionari mentre gli attori racconteranno e urleranno lo sgomento dei piccoli uomini sconfitti. La Rivoluzione danzerà il suo sogno-incubo di gloria e di sangue prima di morire abbandonando il fragile essere umano alla dea Kalì del potere e del denaro che lo soggioga con il suo incantesimo bugiardo senza speranza.
Di seguito riportiamo la scheda della rappresentazione:
NUOVA SCENA ARENA DEL SOLETEATRO STABILE DI BOLOGNA presenta
KONARMIJA -L’ ARMATA A CAVALLO
di e con: Moni Ovadia
liberamente ispirato a i racconti de de “L’armata a cavallo” di Isaac Babel’
e con: Roman Siwulak, Ilija Popov, Olena Skakun
clarinetto/cl.basso: Stefano Corradi
contrabbasso: Luca Garlaschelli
violino: Janos Hasur
trombe: Massimo Marcer
fisarmonica: Albert Mihai
pianoforte: Vincenzo Pasquariello
clarinetto/cl.basso: Paolo Rocca
cymbalon: Marian Ŝerban
flauti/percussioni: Emilio Vallorani
scene: Leonardo Scarpa
costumi: Elisa Savi
luci: Gigi Saccomandi
suono: Mauro Pagiaro
movimenti coreografici: Elisabeth Boeke
regia: MONI OVADIA
assistente alla regia: Paola Cereda
musiche originali e arrangiamenti: Carlo Boccadoro
coordinamento musicale: Emilio Valorani
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