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Approfondimenti: Peppino Soricaro: Lettera aperta ai commercianti



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Approfondimenti » 05/12/2003

Peppino Soricaro: Lettera aperta ai commercianti

Cari amici,
si è riaperta in questi giorni una discussione in città sulla riapertura totale o parziale dei corsi che attualmente costituiscono l’isola pedonale nel centro di Brindisi.
Vogliamo dire subito che tale problema viene posto dagli esercenti del centro, ritenendo che la chiusura dei corsi abbia influito negativamente sulle loro attività commerciali.
Si lamenta la chiusura di negozi, il calo degli introiti e la riduzione del personale: ma tutto questo dipende dalla chiusura dei corsi o dalla difficoltà di trovare un parcheggio?
Pur concordando sulla necessità di realizzare ulteriori aree di parcheggio ed autosilos e risolvere con soluzioni adeguate le problematiche sulla viabilità e mobilità della città, riteniamo, e su questo vorremmo interloquire con Voi, che le cause della crisi sono altre e non l’isola pedonale che per noi Democratici di Sinistra è un patrimonio della città che è oramai entrato a far parte degli usi e dei costumi dei cittadini.
Riflettiamo assieme sulle cause che hanno determinato la crisi delle attività commerciali ed individuiamo assieme le possibili soluzioni.
Uno dei motivi, a nostro avviso, potrebbe sicuramente essere lo spostamento del traffico passeggeri a Costa Morena.
L’altro è senza ombra di dubbio la crisi economica e produttiva che investe la città di Brindisi, che si va complicando ed acutizzando per la mancanza di risposte positive da parte del Governo nazionale, del Governo regionale e del sistema delle grandi imprese.
L’ultimo schiaffo dato alla città dal Governo Berlusconi è stata la cancellazione del finanziamento del Distripark.
Peraltro, alla crisi della Chimica, della BTI , della Multiservizi e di tante altre situazioni di disagio economico-occupazionale, si è aggiunta in questi giorni anche quella della Fiat Avio che ha collocato in Cassa Integrazione Guadagni la stragrande maggioranza dei propri dipendenti.
Se a questo sommiamo il sotto-utilizzo del patrimonio infrastrutturale di cui la città dispone (porto ed aeroporto), il quadro che si presenta non è dei più rosei, è privo di certezza e non fa intravedere una inversione di tendenza a breve termine, mentre ci apprestiamo a celebrare le festività natalizie e di fine anno, notoriamente periodo in cui la gente spende di più.
In questo quadro a tinte fosche, fatto di poche certezze, difficilmente i consumatori avranno le risorse e la voglia di spendere.
Si tratta, pertanto, di una situazione che sta influendo negativamente sulle attività economiche, produttive e commerciali della città, relegando la stessa in una sorta di circuito negativo che la priva di una discussione serena tra istituzioni, ceti produttivi, interessi costituiti e società civile volta alla costruzione di nuove prospettive di sviluppo del territorio.
Infatti, mentre per il resto del Paese e dell’Europa si può parlare di una lunga fase di stagnazione o di recessione, con primi timidi segnali di fuoriuscita dalla crisi, per Brindisi, invece, sembra che siamo in una fase di regressione economica.
Per evitare che la temuta regressione avvii una fase di desertificazione delle nostre attività produttive, occorrerebbe, a nostro avviso, contare su una classe imprenditoriale dinamica, propositiva, economicamente indipendente e su istituzioni tutte in sintonia sull’obiettivo da raggiungere.
E’ necessario ripartire da qui per innovare le politiche, i programmi, impegnare le energie migliori presenti in tutti i campi della vita sociale, economica e culturale cittadina, valorizzare la funzione delle istituzioni rivalutando il ruolo di mediazione economica e sociale che la Costituzione affida ai partiti.
Per tali ragioni riteniamo indispensabile:
Ø avviare un confronto a tutto campo, per definire un programma su uno sviluppo non più basato sui grandi gruppi industriali ma sulla valorizzazione e la qualificazione delle potenzialità e delle vocazioni del territorio, riconsiderando anche scelte fatte nel recente passato in merito all’assetto energetico e della localizzazione di un impianto di rigassificazione;
Ø definire con il coinvolgimento dei Governi nazionale e regionale tutti gli strumenti (accordo di programma) e tutte le risorse necessarie atte al risanamento ambientale dell’area industriale di Brindisi, al potenziamento ed alla valorizzazione del patrimonio infrastrutturale ed alla risoluzione dei tanti punti di crisi industriale ed occupazionale aperti nel territorio.
Siamo convinti che sia questo il terreno concreto di confronto per aprire una discussione sulle ragioni vere che hanno determinato la crisi delle attività produttive e commerciali della città.
In attesa di cortese riscontro, vi porgiamo i nostri saluti più cordiali.

Brindisi, 5 dicembre 2003

Peppino Soricaro
Per la segreteria cittadina dei DS


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