La cardiochirurgia a Brindisi: il crepuscolo di un diritto collettivo. Di Ermanno Angelini
L’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana recita testualmente: «La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana». Fine di una battaglia durata dieci anni con la sconfitta dell’intera popolazione della Provincia di Brindisi. Parliamo della negazione da parte della Regione Puglia di poter disporre all’interno dell’ospedale “A. Perrino” di Brindisi di una divisione di cardiochirurgia. Negazione sancita con la bozza definitiva del Piano della Salute della Regione Puglia. Ho voluto citare l’art. 32 della Costituzione della Repubblica Italiana perché ritengo che sia stato violato il fondamentale diritto dell’ individuo alla salute. I cittadini della Provincia di Brindisi sono stati offesi nella loro più intima dignità di umana essenza, dimenticati e abbandonati da quelli stessi uomini politici che periodicamente negli appuntamenti elettorali vengono presi da sussulti di riconsiderazione dei più elementari criteri di rispetto delle regole di rappresentanza democratica. In questi momenti mi sembra inutile ricordare le partecipazioni di massa alle numerose partecipazioni di piazza di questi anni, espressione sincera di un coinvolgimento del popolo nella richiesta di un sacrosanto diritto a non morire per assenza di assistenza sanitaria. Ebbene tutto questo non conta, conta il freddo calcolo di una burocrazia regionale che dietro ad una scrivania detta le false ragioni di una politica sanitaria che mistifica i veri bisogni del semplice cittadino contrapponendoli a ben altri interessi che con la salute hanno poco da spartire. Non esistono parole per esprimere il rammarico che una intera Provincia prova nel constatare la sconfitta delle lotte importanti per la tutela della sua salute, ricordando che questa intensa energia dissipata in tanti anni per imporre un sacrosanto diritto non ha il riconoscimento dovuto da quelle stesse istituzioni che dovrebbero avere il compito supremo della sua legittimazione: Non resta altro che riconoscere l’assoluta soluzione di continuità tra il popolo con le sue necessità fisiche e spirituali e il potere con le sue altrettante esigenze inconciliabili con i mandati democratici. Tutto questo nonostante la tanto strombazzata concertazione venerata sull’altare molto frequentato della ipocrisia e slealtà imperante. In attesa di un ringraziamento, a viso aperto, a coloro i quali sono i fautori di questa sconfitta.