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Approfondimenti: Un caso di ottima sanità a Brindisi: i ringraziamenti di un utente



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Approfondimenti » 12/01/2007

Un caso di ottima sanità a Brindisi: i ringraziamenti di un utente

Preg.mo Direttore,
il giorno 5/11/2006 ebbi la sventura di provocare un piccolo incidente: a causa di un malore urtai due macchine parcheggiate in via Fulvia a Brindisi. Il giorno successivo, i giornali riportarono la notizia dandone ampio risalto. Lungi da me il desiderio di voler ricordare l’episodio, di nessuna importanza per il lettore, ma fu a causa di tale banale incidente che nel giro di un’ora mi trovai letteralmente catapultato nel mondo della sanità brindisina. Mondo a me del tutto sconosciuto prima.

Mio figlio, subito avvisato con un telefonino, mi portò al pronto soccorso dell’ospedale “A. Perrino”, fortunatamente a quell’ora non affollato e nel giro di poco tempo - dopo essere stato sottoposto a radiografie e tac – il referto (per me – che comunque non avevo mai perso la lucidità mentale - fu una vera e propria mazzata): dovevo essere ricoverato nel reparto di terapia intensiva, in neurochirurgia, con prognosi riservata.
Mi ritrovai tra gente che si lamentava, gente col cranio fasciato dopo essere stata operata al cervello (anche di tumore) e gente che era in attesa di operazione.
Dopo essermi un po’ riavuto, e parlando con i ricoverati accanto a me, scoprivo che la maggior parte di essi veniva da fuori Brindisi: Taranto, Lecce, Avellino e uno persino da S. Giovanni Rotondo! Questa gente veniva da fuori per farsi operare e curare a Brindisi dal Dott. Martellotta e dalla sua equipe. Per me, brindisino, che avevo già subito un viaggio della speranza a nord per un congiunto, era un fatto straordinario.
Erano gli altri che venivano a Brindisi per farsi curare!
Ero capitato in una struttura dell’ospedale “Perrino” di cui i Brindisini possono andare fieri perché sicuramente è tra le migliori d’Italia. Ora che sto molto meglio vorrei porgere i più sentiti ringraziamenti al dottr Martellotta e a tutti i medici che mi hanno seguito durante la degenza: i dottori Centonze, Citro, Fumai, Maddalena, Romeo, Settembrini, Toscano e Tripodi.
Ringrazio inoltre il caposala Corsa ed il fisioterapista Piscopiello che ha iniziato la mia riabilitazione.
Mi sia consentito poi un ringraziamento particolare a quelli che io ho ribattezzato “i miei angeli custodi”, e cioè tutti gli infermieri del reparto: Mazzotta, D’Amato, Lorenzo, Tateo, Margiotta, Coviello, Panebianco, Lombardo, Cagnazzo, Chiappara, Gianfreda, Abatematteo, Scarciglia, Bruno, Semerano, Micelli, Bicchetti, Spinelli, Tetesi e De Luca.
Tutta gente della Nostra Terra con un alto grado di professionalità e dalle grandi doti umane; doti che per i pazienti sono entrambe vitali. In questo quadro confortante però la cosa che mi ha sconcertato è stato il sapere che il maggior numero di questi professionisti è precario e che per arrivare ad ottenere un contratto a tempo indeterminato potrebbero essere costretti ad andare via dal “Perrino”.
Credo che questa sarebbe una gran perdita per il Nostro Territorio.
Spero, quindi, di cuore che tutto si risolva secondo i loro desideri perché è gente che merita, e Brindisi ha bisogno della loro professionalità. Gentile Direttore, in questi tempi in cui è molto più facile parlare di malasanità, ho voluto far sapere ai suoi lettori che a Brindisi esiste anche qualche realtà di cui andare fieri. Spero che questa mia possa anche servire a stimolare quello spirito di emulazione che serve a migliorare.

Ora mi trovo presso il centro riabilitativo della clinica “Salus” guidato dal dott. Marzullo, ed anche qui ho trovato gente eccezionale che mi sta consentendo di uscire dal tunnel in cui mi sono ritrovato. Nel porgere gli auguri a Lei e ai suoi lettori per il nuovo anno, ho voluto testimoniare ai brindisini questa realtà, e dare loro un segnale di speranza.
Anche a Brindisi le cose possono funzionare bene.
La ringrazio sentitamente,

Attilio Catalano


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