Teatro » 19/04/2008
Via @ Teatro Comunale - Mesagne
• 19/04/2008, La Provincia di Brindisi a Teatro - Teatro Comunale (Mesagne) - Serali: porta ore 20,30 – sipario ore 21,00
La biglietteria del teatro sarà aperta il giorno dello spettacolo dalle 17,30.
Fabrizio Saccomanno - Cristina Mileti
VIA
drammaturgia e regia FABRIZIO SACCOMANNO
ideazione e progetto di Fabrizio Saccomanno e Stefano De Santis
consulenza artistica Salvatore Tramacere
Assolutamente da non perdere il secondo appuntamento con il cartellone di prosa del Teatro Comunale di Ceglie Messapica.
E’ per sabato 27 gennaio ore 21.00 l’appuntamento con VIA epopea di una migrazione straordinario spettacolo che da tre anni entusiasma le platee nazionali e internazionali. VIA parte dai nomi delle strade di un qualsiasi paese salentino e si perde nei tanti percorsi che il raccontare stesso crea, fino a divenire la narrazione di una migrazione esemplare: l’Italia del dopoguerra, gli accordi tra la nascente Repubblica Italiana e il Belgio, le miniere di carbone e soprattutto Marcinelle. In scena due sedie, un lampadario e due attori. Storia di un mondo semplice: in superficie le vie, che si perdono nei vicoli e nelle corti, sotto terra le gallerie, che si rimpiccioliscono in cunicoli alti anche solo trenta centimetri. E poi i vagoni di un treno che portano uomini lontano dalla propria terra e, altrove, portano fuori dalla terra quel carbone che, nei racconti dei minatori un Dio furioso ha creato rivoltando il mondo sottosopra.
VIA è una partenza. A volte è un inizio, altre una fine. Oppure Via è una strada, un percorso, un cammino. E i racconti spesso sussurrati con parole di altri tempi, diventano un sottile ponte con un passato vicino ma sconosciuto. A volte, invece, se il principio e il termine di una storia sono fin troppo noti, si rischia di dimenticare quale tragitto è stato percorso.
Prima tuttu è fermu.
Poi zzicca a caminare tuttu te paru.
Quannu viti u terremotu, quannu c’è tantu te fare ddha sutta, tocca te stai attentissimu,
Sia ca stai in guerra ete,
Percé è cusì alla miniera, nunn’è na cosa facile, è na cosa difficilissima
Tocca apri l’occhi, ci ho bei alla miniera,
Si no, nu ci veni.
Attraverso la voce di Fabrizio Saccomanno, la parola acquista la sua piena autonomia, e diventa guida in questo universo così differente e nuovo da sembrare irreale, eppure così vicino. La parola, che ora scorre lenta come una nenia, ora sembra quasi voler essere inseguita come un treno in corsa. La parola che diventa rumore, respiro, musica. La parola che tace, quando il dolore è troppo da poter essere narrato.
E il racconto lascia pian piano spazio alla vita. Quella vissuta, quella che corre veloce sulle ruote di una bicicletta in una gara di bambini. Quella che trasporta l’oggi nella storia e gli uomini tra gli eroi. Quella che ci costringe a partire e ad arrivare. Quella che promette, di volta in volta, di scegliere la nostra VIA.
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