Approfondimenti » 02/02/2007
Sugli ultimi episodi di violenza nel mondo del calcio. Di Alessandro Rosa
Al Commissario straordinario della FIGC
Luca Pancalli,
é Venerdì notte. Ho appena finito di vedere lo speciale sul TG1
in merito alla tragica serata di sangue a Catania dopo la partita
Catania-Palermo, dove ha perso la vita un ispettore di polizia.
Si sono sollevate molte voci di sdegno: da parte della FIGC stessa, degli organi della carta stampata e della televisione, non ultima dal governo stesso e della politica.
Hanno parlato di tolleranza zero, di possibili soluzioni al problema.
Personaggi grossi: c'era lei, poi Prodi, le telefonate a Romano Prodi, ai Ministri ed onorevoli, ai giornalisti, al Presidente del Catania.
Sembravano tutti estremamente daccordo.
Sembravano formare un unico fronte compatto.
Ma ho spento la TV, pieno di dubbi. Sarà l'ennesimo fuoco di paglia a cui siamo abituati in Italia? Sarà la morte del giovane ispettore di polizia l'ennesimo sacrificio, l'ennesimo dazio che dobbiamo pagare alla tirannia della violenza? Poi, alla prossima giornata di campionato - così come sono stato abituato a pensare in tanti anni di interesse sportivo - sarà tutto dimenticato e si ricomincerà daccapo.
Possiamo inaugurare un nuovo filone: dopo le "stragi del
Sabato Sera" nelle discoteche ... quelle "del Venerdì", "della Domenica", dipende dai giorni in cui si gioca.
Spero che durante la vostra riunione straordinaria di Lunedì
prossimo, si sollevi anche un altro aspetto: quello legato ad un mondo di valori etici, civili e sociali.
Quali valori di contropartita offre la nostra società civile a questi individui che si rendono protagonisti di episodi di violenza?
Vorrei ricordare che l'eclatanza dell'episodio di Catania va a sommarsi a tanti piccoli episodi di violenza che imbrattano quasi (se non tutte) le giornate di campionato, in tutte le categorie (dai cadetti alla serie maggiore). Spesso, meno pubblicizzati di questo - forse perché non ci scappa il morto - ma i livelli di violenza sono analoghi.
La mia opinione é che sia proprio la società di ogni giorno a 'creare' le figure che periodicamente ci ritroviamo a condannare. Soprattutto quella Società dell' Informazione, i cui toni sono raramente pacati, che offre valori deboli e non edificanti. E' questo lo scotto che dobbiamo pagare adesso.
Inoltre, penso che non basteranno le misure preventive nei confronti delle fragie più esagitate di tifosi. Per quanto tempo poi ?! Un mese, 6 mesi, un anno?
Una ferita si cura adottando delle cure che la chiudano, non che la lascino aperta ma con meno flusso di sangue verso l'esterno.
(... e stasera ne é corso tanto di sangue .)
Iniziamo a guarire dai valori sociali, da quelli civili.
Malgrado possa sembrare un'opinione paranoica, io credo che siamo in mano agli organi di informazione, a pazzi pubblicitari e direttori di reti televisive che pur di alzare i livelli di audience e di introiti non esitano ad esaltare gli eventi sportivi come se avessero una rilevanza storica (Basterà scorrere il senso delle pubblicità a tali eventi da parte di tante reti private e pay-tv). E che dire del seguito dietro alle vicende dei nostri
'blasonati' calciatori?
Quale livello di civiltà può offrire, a quale ruolo di educatrice può assurgere una società che esalta figure il cui compenso annuale supera largamente la somma degli stipendi di un lavoratore medio per tutta una vita?
Il messaggio risultante non guida certo ai valori di una vita basati sul lavoro, come canonicamente inteso. Ma contribuisce certo a valorizzare uno stile di vita con soldi facili e subito, pochi sacrifici, pochi sforzi e tante pretese.
Auspico perciò che la riunione di Lunedì non rappresenti il contesto in cui si valutino delle soluzioni temporanee, limitate nel tempo e ristrette solo al vostro ambito. Vorrei che sia l'inizio di uno studio attento e allargato, alla fine del quale si adottino dei provvedimenti importanti secondo un
progetto con ottiche multilaterali, che cioé non vadano solo a curare aspetti quasi esclusivamente legati al mondo dello sport o della pubblica sicurezza ma che, in accordo con il governo, con gli organi di stampa, quelli scolastici, culturali, religiosi invitino sempre più di frequente come sia utile riflettere sui valori da considerare per una sana convivenza.
In Italia il salute del Calcio viene trattata come quella dei monumenti e delle opere d'arte, dove non sono curate, sono oggetto di atti di vandalismo.
Per entrambi, si tratta dei patrimoni popolari più importanti.
La maggior parte del patrimonio artistico mondiale é in Italia, per bellezza e Storia. Si dice spesso che 'il campionato italiano é il più bello del mondo'.
Generalmente, le cose - quando si dicono che sono belle - si tutelano ...
il contrario mi sembra esclusivamente follia.
Come cittadino Italiano, DESIDERO SENTIRMI PROTETTO, DESIDERO
ALMENO AVVERTIRE CHE SI LAVORA IN QUESTA DIREZIONE E SU TUTTI I FRONTI !
Cordiali Saluti,
Alessandro Rosa
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