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Approfondimenti: Rigassificatore e crisi della politica. Di Oreste Pinto



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Approfondimenti » 13/02/2007

Rigassificatore e crisi della politica. Di Oreste Pinto

Solo chi non ha vissuto la recente realtà di Brindisi ed ha ignorato, per strumentalizzazione o disinformazione, i segnali degli ultimi anni, oggi può meravigliarsi della scoperta di un probabile movimento tangentizio intorno alla costruzione del Rigassificatore.
Difficile trovare qualcuno che non abbia mai nutrito il sospetto che il coltello British Gas potesse aver trovato linfa vitale nella burrosa labilità della società brindisina e che fosse in grado di squarciare le stanze buie di ministeri ed enti locali.
Logico pensare che l’affaire Rigassificatore fosse solo l’ennesima puntata di un percorso perverso avviato con la “Montecatini” e proseguito con le centrali e gli altri impianti ad alto rischio; un processo socio-economico di portata eccezionale che rileva per due punti fermi:
1) nasce altrove ed altrove porta i reali benefici economici;
2) a Brindisi è nel contempo prodotto e conseguenza dell’alto tasso di disoccupazione e dell’anomala capacità di ammorbamento degli stackholders.

In molti, già nei mesi scorsi, avevano paragonato questa fase a quella a cavallo degli anni ‘80, quando l’Enel si preparava il terreno per portare il carbone nella zona di Cerano. Anche allora forti pressioni da fuori regione, sindacati insolitamente appiattiti sulle posizioni dei datori di lavoro e forti proteste sociali. Paragone che si è dimostrato azzeccato, dal momento che il cantiere di Capobianco, nonostante tutto, era stato avviato.
Per fortuna, questa volta si è arrivati in tempo. Al momento ci siamo risparmiati l’ennesimo sopruso alla volontà popolare. E sottolineo al momento.
Di questo non si può che essere lieti e ringraziare coloro i quali, con indagini assai lunghe e difficili, hanno fatto luce su un meccanismo che, se uno più uno fa due, aveva in Antonino e Scagliarini solo gli ultimi ingranaggi di una ruota molto ben oliata ad altissime sfere.

Ma non si può non rimarcare che, ancora una volta, è stata la magistratura ad assumere decisioni su un problema che altri hanno sempre sottovalutato, come fu nei mesi che precedettero lo scoppio della tangentopoli brindisina.
La Politica, quella con la P maiuscola, è sempre più assente. Senza peso decisorio o senza attributi. E’ triste pensare che nemmeno l’eredità del recente passato sia riuscita a conferire slancio alla vera Politica, alla capacità di assumere decisioni, magari mediando tra ogni interesse lecito (termine inteso nel senso più ampio).
Finora l’incessante opera delle associazioni (delle quali Errico è l’esponente più diretto) ha surrogato una classe politica insipiente, inabile non solo a decidere ma anche a contare, a spingere verso una soluzione univoca e condivisa. Appelli, documenti, interviste, comunicati stampa, consigli monotematici, interrogazioni, atti deliberativi: tutte azioni che possiedono il valore di mero strumento di diffusione del proprio parere, ma che non hanno inciso nella formazione di atti politici inequivoci ed inoppugnabili. Tant'è che c'è voluta la Magistratura per raggiungere il risultato auspicato da alcune tra le più partecipate manifestazioni popolari che Brindisi ricordi...

C'è da essere soddisfatti?
Forse sì, ma solo per l’immediato.
Perché bisogna avere la consapevolezza che è indispensabile l’affermarsi di una cultura politica del tutto nuova, capace di rigettare le relazioni personalistiche e di avere come punti di riferimento la società e le sue organizzazioni (in primis i partiti). Una politica che, a livello locale, deve avere la forza di escludere gli affaristi e quei portatori di voti incapaci di percepire il loro ruolo come servizio offerto alla collettività.

E’ un processo lungo ma che deve essere avviato immediatamente. E' fondamentale l’impegno di forze innovative dotate di volontà, capacità, amore per il territorio ed in possesso degli anticorpi sufficienti ad opporsi ad un sistema che, sfruttando fragilità ed ambizioni, allungherà i tentacoli per procedere ad un nuovo reclutamento.
Solo così la Politica potrà tornare a svolgere il suo ruolo, contribuire alla soluzione dei problemi e ridare fiducia e speranza nelle Istituzioni.
E’ quanto mai importante che il primo segnale arrivi da Roma. Presto. Altrimenti la speranza di oggi potrebbe tramutarsi nello sconforto per il domani.


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