Approfondimenti » 23/02/2007
"Ci risiamo". Di Pino De Luca
Ci risiamo, il “peggiore di tutti” rilancia l’immagine del povero giovane che, abbagliato dal successo e dalle spinte dei “potenti”, commette dei peccatucci di vanagloria.
Strano paese questo, dove giovani di bei pensieri si indignano, giustamente, per le scritte sui muri che inneggiano alle BR e dimenticano di indignarsi per una classe politica e imprenditoriale che da anni riempie le pagine della cronaca nera, dopo avere, per anni, riempito quelle della cronaca rosa.
Strano paese davvero, dove corrotti e corruttori si frequentano assiduamente, e il frutto delle loro corruzioni viene considerato collettivamente con un: … ormai…
Strano paese questo, dove corrotti e corruttori determinano le scelte politiche ed elettorali godendo di un consenso continuo e indipendente dallo schieramento politico.
Capisco i linguaggi, sono anni che su di essi mi esercito e cerco di approfondire. Ebbene questo linguaggio lo conosco, mi è familiare, suona come l’annuncio di una possibile chiamata in correità ad ampio spettro, con colate o schizzi di fango, più o meno processualmente dimostrabili ma molto “credibili” dalla pubblica opinione. L’ultima missiva sembra dire che il ruolo del parafulmine non si attaglia all’autore e chi ha da capire, capisca.
Deve essere davvero triste vivere sotto una spada di Damocle che penzola sulla testa appesa ad un crine di cavallo. Deve essere un incubo non da poco immaginare il crollo di un mondo dorato, magari per una cena consumata insieme in periodo elettorale, per un incontro riservato nel quale si è parlato di consulenze, per un progetto di formazione più o meno legittimo.
In un paese in cui l’immagine è tutto, chi si è incontrato con i collezionisti di mandati di cattura, rischia di distruggerla in un colpo solo magari senza aver compiuto alcun atto di contagio.
E ovviamente devono essere in tanti ad aver incontrato Antonino Giovanni e le di lui amicizie.
Questi mancano in questa lunga storia di mandati di cattura, di processi, di dichiarazioni; manca chi “rende spontanee dichiarazioni in qualità di persona informata dei fatti e delle circostanze”.
Non si tratta né di delazioni né di “excusatio non petita”, si tratta di rispondere ad un quesito che ponemmo qualche giorno fa, alla prima ricattura: questo ennesimo evento relativo al sindaco del plebiscito e dei baffi, chiude una storia o ne apre un’altra?
La mia segreta (?) speranza era e rimane che Brindisi approfitti del momento storico politico per una sorta di catarsi. Che si può chiedere di più: approfittiamo di un pool di magistrati calmi, sereni e intelligenti, di investigatori capaci e tenaci. Per intenderci, se questi lavorano come sanno arrivano a dipanare per intero la matassa., stante la situazione politica nazionale di condoni, indulti, amnistie non se ne parlerà per molto tempo, e allora non è il caso che chi è a Brindisi o chi con Brindisi ha a che fare, colga l’occasione per dare una sterzata alla propria immagine? L’immaginario collettivo la conosce già, spesso la ha accettata, non deve allora esservi timore alcuno…
Certo qualche prezzo va pagato, ma mi sembra pure giusto che chi ha accumulato tanto paghi qualcosa, non fosse altro che per bilanciare chi ha sempre e solo pagato in cambio di cronache, nere o rosa poco importa.
Pino De Luca
|