Approfondimenti » 28/02/2007
Il Paese dei Kaki. Di Ghino di Tacco
Grazie Festival di Sanremo… la tua presenza mi ha dato lo spunto per tornare a scrivere della nostra città visto che la mitica canzone di "Elio e le storie tese" ben si confà alla vita politica amministrativa brindisina.
Non che il materiale manchi per giocare con la satira, soprattutto in questo periodo dove tra la querelle rigassificatore e il terremoto giudiziario connesso ci sarebbe da scrivere un intero canovaccio per un programma teatrale sull’ipocrisia e il doppiogiochismo della vecchia classe politica brindisina che da una parte era, piaccia o non piaccia, schierata a governare con Antonino e l’altra, la destra, che inizialmente ha favorito il processo insediativi del BIG Giovanni e poi, si è eretta a solone della moralità dimenticandosi, ahimè, che per vincere le elezioni comunali hanno dovuto piegarsi ai trasformisti antoniniani e ancora adesso nella squadra assessorile almeno 3 –4 elementi sono stati direttamente prelevati dalla giunta che loro stessi accusano di immoralità.
Da non dimenticare poi che quel poco di realmente attivato da parte di questa amministrazione ha radici e progettualità derivante dalla amministrazione Antonino; si capisce, quindi, quanto risulti ridicolo la levata di scudi da parte della flottiglia mennittiana.
Allora, come già qualcuno ha scritto giustamente negli ultimi giorni, la vicenda Antonino ha mostrato, al di fuori della storia prettamente giudiziaria, la profonda crisi politica che attraversa i partiti nella nostra città ormai attorcigliati su se stessi e masochisticamente ancora gestiti da uomini che ormai non riscontrano nessuna credibilità né elettorale e né di immagine.
E allora la popolazione, stanca e sfiduciata, si lascia andare a un lassismo democratico tenendosi ben lontana dal partecipare alla vita politica cittadina oppure si organizza in gruppi e comitati capaci di dare voce e fiato alle aspettative e alle esigenze della popolazione.
Di conseguenza la città è un pullulare di associazioni, comitati, gruppi di attività e di opinione che sembra di trovarsi in una casbah di una cittadina magrebina il giorno di mercato.
Si và dalle associazioni di stampo ambientale a quelle culturali, da quelle politiche a quelle religiose con una miriade di sigle nomi e cotillons tali da provocare il mal di testa a qualcuno che vorrebbe seguirle attentamente nelle loro attività.
E in tutto questo i partiti storici che fanno?
E’ uno show della non - politica (se intendiamo per politica una cosa seria e fondamentale per la vita democratica di una comunità) che investe la totalità dei partiti locali anche se in modi differenti e particolari da caso a caso.
Volendo dare un ordine come si usa quando si presentano le squadre di calcio su un poster da sinistra a destra abbiamo:
1) Partito della Rifondazione Comunista e Movimenti di Sinistra. Della serie “ gli anni passano ma non per noi”. Non è un giudizio politico (anche se comunque il risultato non è differente di molto) ma prettamente di uomini e cose; si và quindi da scelte decisive per il futuro della città come capire dove candidarsi singolarmente per la 27^ volta visto che ormai dopo sindaco (più volte), senato, regione ecc. ecc. rimane solo la candidatura condominiale e quella a cariche ecclesiastiche che poco si confà alle ideologie di partito; oppure cè chi sta pensando di creare l’ennesimo comitato indipendente di lotta con cui sparare il rap e urlare slogan in piazza scordandosi che gli anni passano per tutti e più che infondere fiducia nella lotta sa più di amarcord triste e un po’ ridicolo (un po’ come gli eterni vitelloni che arrivati ai 50 anni si ossigenano i capelli, mettono gli orecchini e fanno i fricchettoni nelle disco tra i ventenni);
2) Verdi? per assurdo in una città dove le problematiche ambientali sono una delle tematiche più presenti e dibattute se ti rivolgi ad un cittadino chiedendo Verdi? Ti risponde “Quel grande edificio in fondo alla piazza Vittoria vicino al rouge noir... praticamente inesistenti!
3) Democratici di Sinistra. Mitici... tipico esempio di come un elefante (visto il peso elettorale) partorisce topolini. Della serie i giovani e le donne sono solo slogan elettorali e attori di convention; fedeli al motto frainteso “se la conosci la eviti” che caratterizzava una campagna anti aids di qualche anno riescono sempre ad evitare la “conoscenza” delle cose…. anzi. In città si vocifera che il partito dei DS è come gli autobus della STP, ente che il loro segretario presiede…. Se arrivano... arrivano in ritardo… ma spesso saltano le fermate.
4) La Margherita. E' il partito dolce della città che dà fiducia come Pisolo tra i sette nani. Fedeli al loro nome allievano il sonno come una camomilla; contano 5 consiglieri comunali, un consigliere regionale ed un deputato, eppure sembra che loro non centrino niente con la vita politica cittadina e si arrabbiano solo se qualcuno li chiama in causa e accende la luce della serie “ do not disturb”… qui si dorme;
5) Liste civiche. La vera potenza politica dei periodi antoniniani si arrabattano galleggiando un po’ a destra e un po’ a sinistra come uno yo-yo in mano ad un bambino capace di trasformismi e saltimbanchismo talmente plateali che Houdini gli fa un baffo. A proposito qualcuno avvisi il candidato sindaco del Centrosinistra che le elezioni le ha perse e che a lui tocca l’opposizione;
6) CCD. Sono come la Margherita per il centro destra… gran lavoro oscuro da buoni democristiani (talmente oscuro che nessuno se ne accorge) e sempre pronti se si tocca il business cristiano ad una levata di scudi…. anzi di scudicrociati; sempre tradizionalisti e romantici per loro non è mai finito il “ Tempo delle Mele” soprattutto se sono della varietà Mimmo carovignea;
7) Forza Italia. Perfettamente in linea a livello locale al loro padre spirituale "Babà Silvio", governano la città da quasi tre anni nella completà incapacità tanto da far ricordare con nostalgia l’Amministrazione Antonino (ed è tutto dire). Il loro Sindaco, in perfetta linea ai film di Rete Quattro, ogni atto amministrativo che porta a termine manda due mesi di pubblicità. E Se qualcuno gli fa notare che la città è allo sbando sono sempre pronti a dire “ Colpa della Sinistra” e del regime Comunista”.
A loro merito però bisogna dire che danno spazio ai giovani o almeno ci provano avviando corsi di formazione politica per giovani leve. Ma a vedere il servizio in tv dei loro incontri sembra di essere ad una convention di Multilevel Marketing…. un centinaio di ragazzi tirati a lucido e clonati…. manca solo un tappetto di carboni ardenti e che attraversandolo urlino “io ci credo io ci credo”;
8) Alleanza Nazionale. Governano la città insieme a Forza Italia da tre anni e quindi anche loro corresponsabili dello sfacelo che la città sta attraversando. Ma se anche a loro chiedi di chi è la colpa sono più seri e non la scaricano sulla sinistra. Sono pronti a dirti “ Colpa di Mennitti – colpa di Mennitti” della serie “Io speriamo che me la cavo”.
Per tutto questo, Brindisi ben può lustrarsi del titolo onorifico di “Paese dei Kaki” ed assomigliare sempre di più ad una gran Kermesse Circense.
Ma a differenza del Circo dove la gente paga per entrare, a Brindisi i giovani e non solo pagano per uscirne anzi scapparsene.
Con Amarezza vostro Ghino di Tacco
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