Viaggi » 12/03/2007
Edimburgo, Febbraio 2007: Road Book – Appunti di viaggio
Noi c’eravamo. Il giorno che divenne Il Giorno
E’ il Giorno.
Il giorno dei giorni. E’ quel Giorno in un giorno normale. Il giorno della Partita.
La madre di tutte le partite….
E non sento nulla, la mente proiettata al Murrayfield… cornamuse in lontananza.
Edimburgo – Old Town
Ore 23.45 di una notte di febbraio ad Edimburgo.
Abbiamo le mani affondate nelle tasche dei giubbotti mentre l’acqua comincia ad impregnarci le suole delle scarpe, il cappuccio… e , piano, ci scivola addosso. Ormai è un diluvio dirompente, una pioggia manzoniana, purificatrice. Fantastico.
Siamo in piena notte e l’oscurità è calata già da un bel pezzo, ma non ci importa.
La Scozia in febbraio: vento gelido, acqua e buio.
Fa buio quando vai per strada la mattina appena sveglio. E’ già buio quando ritorni a casa base.
La luce ha una piccola libera uscita nell’arco della giornata. Bisogna approfittarne al momento giusto, con astuzia e scaltrezza, come un intercetto dei trequarti. Oggi ci siamo riusciti.
Camminiamo in ordine sparso sulla strada che porta al Grassmarket attraversando una specie di ghetto ventoso con edifici dalle ambigue e suggestive linee architettoniche ed una attività commerciale stagnante.
Uffici mezzi vuoti. Cartelli di Affittasi ovunque, mentre Bar Pubs e ristoranti Indo-Thai invadono inesorabili i locali un tempo occupati dalle banche.
Continuo ad avere negli occhi il Murrayfield. La Cattedrale dell’Ovale scozzese. Vedo il campo superbo e perfetto. Sullo sfondo l’immagine simbolo di Edimburgo, il suo soggetto preferito accompagnato dal grigiore lucente tipico di questa città.
Raggi frastagliati che rompendo una corazzata di nuvole danno corpo spettrale al Castello, che domina oltre l’ultimo anello dello stadio.
Piu’ sotto, qualche metro piu’ in giu’…solo un po’…quanto basta!
Il tabellone indica il risultato finale di Scozia Italia per il Sei Nazioni di Rugby.
Strabiliante.
In una giornata come tante altre. Una normale giornata scozzese.
Stesso Giorno, Grove Street – ore 11
Salsiccia, bacon, uova strapazzate, fagioli al sugo, funghi trifolati, pomodori, Black Pudding, Tattie Scone, Mezzo litro di Caffe’ all’americana.
Delikatessen di una discreta colazione locale (lo Scottish Breackfast!) fatta in un ameno Bistro’ chiamato Jasper, che ingerito a fatica dovrà assorbire ben piu’ di metà giornata.
Ci mimetizziamo ai locali per assorbirne in poco tempo le intenzioni e sensazioni autentiche, gli odori e le convenzioni.
Edimburgo è una città popolata dai fantasmi, è una città invisibile, con i suoi rispettabili dignitosi abitanti, con le vie congelate dal tempo.
Una città dove le passioni imbrigliate durante il giorno si scatenano di notte. Puoi andarci e ripartire senza essere riuscito a comprendere nulla di quanto la fa girare.
Una città nascosta, e la prova ne è la miriade di grotte vicoli e gallerie sotterranee della Old Town, dove la popolazione si dileguava di fronte all’avanzata degli eserciti invasori. Le case erano saccheggiate ma alla fine i soldati si ritiravano delusi dalla impossibilità di celebrare il proprio trionfo sotto gli occhi dei vinti. E solo a quel punto i locali riaffioravano dalle viscere della terra e si rimettevano a costruire.
Questa volta non sarà così. Non potra’ essere così. Stavolta i vincitori saranno onorati e celebrati dai vinti. Il rugby fa di questi miracoli.
Appuntamento con Pierluigi Jerry Mikel & Co. all’angolo di Morrison Street, sull’Haymarket Rail Station dopo la colazione. Siamo quelli di sempre, siamo i soliti con la passionaccia ovale… siamo i soliti anomali e normali. Ognuno con i propri segni scaramantici, pitture di guerra… and so on!
Stavolta tutto in “tono” scottish: Kilt Tricolore con tanto di parrucche, Nafta shirts e la mitika maglietta della nazionale di Dominguez (Alliance Unichem) del ’96.
Tutto ciò che serve è con noi, sopra di noi e…dentro di noi.
Ci avviciniamo al Murrayfield percorrendo a piedi il doppio viale di Haymarket come in un pellegrinaggio, una sorta di via crucis in cui sono previste almeno tre stazioni: Greenstation Pub, Dunstane Bar e l’immancabile Murrayfield Hotel.
Ad ogni fermata un giro di Pinte. Per augurio, per tradizione, perché prima della partita la birra è piu’ dolce, ti accompagna, fodera la gola prima delle urla in campo e allenta la tensione, è…preventiva.
Dopo non sai quanto potrebbe essere amara e, purtroppo, all’amaro post match siamo abituati ma non riusciamo ad assuefarci.
Siamo moltissimi, bandiere e maglie azzurre ovunque. Una telefonata di Giovanni ci avverte che potremmo essere almeno seimila. A noi sembrano una moltitudine colorata e festante, quasi ci credessimo ancor piu’ della stessa squadra.
Guinness Guinness Guinness per esorcizzare, disinfettare, preparare, allenare, accordare lo spirito ai polmoni, per ridere con chi non conosci, per brindare a quel che sarà con un tipo di Firenze, per sfottere degli old di Ragusa, per ricordare Dublino 2006 con un gruppo di cagliaritani (ma gli scozzesi la conosceranno la bandiera della sardegna?) e ancora Guinness e urla e risa.
Immancabile la foto con lo sfondo del megaposter rugbystico incollato alla parete (tutta la parete, come fosse carta da parati!) del Murrayfield Hotel… e pioggia!
All’inizio leggera, inconsistente (we said pio pio) … impalpabile… a tratti piacevole.
E’ tutto pronto. Si va. Tornello. Siamo dentro.
Uno stadio senza tempo. Il Castello si scorge in lontananza. Le squadre in campo. Cornamuse. Inni. Colpo di cannone. Si comincia.
Inizia così…
in un giorno normale…
una … follia ovale, un delirio rugbystico che in 6 minuti umilia gli scottish violando la loro cattedrale dopo anni di attesa.
Soltanto in un posto evocativo come Edimburgo, con le sue atmosfere tetre, potevano materializzarsi i peggiori incubi degli scozzesi.
I fantasmi azzurri maramaldeggiavano sul campo come i malfattori sulla Royal Mile di un “rebustour” notturno di Rankiniana memoria, come Mr. Hide in un racconto di Stevenson, come un incubo di Burns ambientato nel Castle Rock.
Parlano di suicidio. E’ un offesa. Questa partita è un premio alla nostra astuzia e velocità.
Eppure c’è da comprenderli. In questa città sono assuefatti all’idea del suicidio.
Edimburgo è un posto pieno zeppo di punti adatti se vuoi farla finita.
Le vittime del North Bridge sono così numerose che alcuni volontari cattolici (i Samaritans) hanno fissato una croce al parapetto del ponte.
Ma questa volta non è un suicidio.
E non serve un detective del Lothian & Border Police per scoprirlo.
Via la nebbia dalla Nostra Partita.
Usciamo in fretta, non dopo una foto al tabellone dello stadio. Galleggiamo per aria.
Il cuore rigonfio…
Torniamo verso il centro. La pioggerellina inconsistente si è trasformata in doccia permanente.
I locali della Old Town sono già pieni zeppi.
Gente strana ‘sti scozzesi.
Perché andare al bar sotto un fastidiosissimo acquazzone quando potevano benissimo bere con i piedi per aria, spaparanzati davanti al televisore…
Perché affollarsi nei locali a due passi dagli uffici per trascorrere un po’ di tempo con i colleghi davanti ad un bicchiere…
E’ così difficile staccare? Forse la casa non è un posto accogliente? Forse con un goccio si affronta meglio la serata? Si fanno meglio i conti col vuoto delle nottate invernali?
E dopo una partita così…con la città invasa da italians…ne avrebbero tutte le ragioni.
Invece … ci festeggiano! Onorano la nostra vittoria offrendoci una pinta…(una sola!) scuri in volto e incazzati.
Ci dicono che l’indomani sarà dichiarato …lutto nazionale!!!!!!!!!
Il terzo tempo in Grassmarket è maestoso.
Come maestosa la dignità degli sconfitti, nonostante le nostre provocazioni e sberleffi.
Ola per la strada all’indirizzo di qualsiasi mezzo di locomozione scozzese…
mentre gridiamo a chiunque ci venga incontro un liberatorio “Good Game” o la variante “excuseme for the match”…
I canti di gioia sono alla genesi.
Attraversiamo la festa mentre magliette verdi (nel frattempo gli irlandesi vittoriosi sull’Inghilterra si sono uniti alla bolgia!!) e azzurre si abbracciano…cantano e ballano… bevono…incuranti del diluvio che si riversa dal cielo!!!
Grassmarket è un altro strano e piccolo mondo a se.
In questa giornata si è trasformata in una sorta di Piazza Cairoli la notte dei mondiali… ma per gli scozzesi è sicuramente altro.
Secoli prima era stato il luogo in cui venivano giustiziati i criminali; fatto che riecheggia ancora nel nome di uno dei Pub del luogo “The Last Drop” (L’ultimo goccio).
Fino agli anni ’70 la zona aveva fama di porto franco in cui trovavano rifugio derelitti e vagabondi, poi era arrivata la medio borghesia a ridisegnare il volto della città-quartiere.
Piccoli negozi, bar e pub spuntati come funghi, ristoranti alla moda (“Howie” e “Mussels&Steak”) che offrono modern scottish coucine . I turisti, dapprima timorosi ed esitanti, avevano preso a frequentare a frotte la ripida discesa di Victoria Street e Candlemaker Row.
Arrivano alla spicciolata i giocatori. Esplode il delirio.
Non ho idea di quanta birra si sia consumata nei pub di Grassmarket questa notte. Mi meraviglia solo che alle due e mezza ce ne sia ancora da spillare….
Stessa Notte - Ore 2.45 – Lothian Road
Troppa pioggia…
Troppa agitazione, troppa emozione, troppa gioia
…la voglia di stamparsi in testa questa serata scozzese…
Ci fermiamo alla Bella Italia, un Bar dove con un the ed un pessimo cappuccino, inzuppati come pulcini… proviamo a rimettere un pò d’ordine nel cervello in confusione, tra flash di partita, visi stravolti e urla festanti.
NON CI POSSIAMO CREDERE
Vittoria sofferta e meritata, sperata ed attesa.
GRANDE.
Vorrei rivederla tutta in tv. Questa notte. Imprimerla nella memoria.
Analizzarla e godere delle mete al rallentatore. Da tutte le angolazioni possibili.
Con tutte le inquadrature utilizzabili. Fotogramma per fotogramma.
Ma siamo in piena notte… in un bar pseudo-italiano (anche se dal cappuccino non si direbbe!) che recita testualmente “ pizze e veri panzarotti americani”…
Cosa ci dovremmo aspettare di piu’…
Eppoi…domani alle 10 si parte, sveglia alle 8…sperando che possa bastare…
Pullman sino all’aereoporto…poi Stansteed (Londra)…poi casa.
E’ lunga e faticosa la strada per arrivare sin qui, ma il ritorno sarà piu’ facile e leggero.
Almeno 20 punti piu’ leggero.
Good Game to everibody!!!!
Animal
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