Approfondimenti » 07/04/2007
Pasqua 2007: il messaggio dell'Arcivescovo di Brindisi-Ostuni
La Pasqua è la festa di Gesù Risorto, del Figlio di Dio che si
è fatto figlio dell’uomo.
In Lui siamo diventati figli di Dio con un destino di amore in terra, con un destino di gloria in cielo.
Solo così si dà senso all’esistenza umana e si dà speranza al suo futuro.
Vale la pena vivere se la prospettiva è la morte? Mentre
forse vale la pena anche morire se questa ci fa entrare nella vita, quella vera, che non conosce tramonto e che si identifica con la gioia eterna, il vero desiderio iscritto nel cuore di ogni uomo, come fine ultimo.
Gesù Risorto è il Salvatore dell’uomo: Verbo di sapienza,
Morto per amore, Risorto per la vita. Egli è il Giudice dell’uomo
con giustizia e misericordia, con verità e amore.
Nella verità di Dio siamo veramente quello che siamo. E la menzogna, anche culturalmente riconosciuta, non
modifica la nostra vera identità.
Fare Pasqua allora significa passare dal desiderio di piacere
solo agli uomini a quello di piacere a Dio che ci prepara il premio eterno; passare dalla dimenticanza di Dio alla scelta della sua centralità; passare dalla mentalità di morte a quella di vita; passare da ogni “droga” che illude alla verità che illumina; passare dai vari desideri che non sono diritti ai doveri che sostengono i diritti; passare dalla decadenza dei veri valori alla loro riconquista e su di essi modellare l’esistenza.
I valori che devono risorgere, perché l’uomo risorga, sono: la
dignità della persona, la libertà di fare il bene, la pace delle relazioni, la famiglia esperienza di amore fedele, la vita che fonda il diritto di nascere e il futuro della società, il rispetto della natura nei rapporti umani e nelle esigenze ambientali.
Il più grande valore che dona speranza, è la vita vera, donata
da Dio in un rapporto creaturale; redenta nella Pasqua che supera il peccato che attutisce la speranza; rafforzata nella santificazione dello Spirito che rende capace di amare Dio come Padre e i simili come fratelli.
La Pasqua è la vita nuova. La Pasqua è la grande prospettiva,
non solo per i cristiani, ma per tutti gli uomini amati da Dio e
chiamati alla salvezza. I cristiani sono quelli che già credono e,
nella sequela di Cristo, vivono la loro avventura di fede, gli altri
sono i destinatari dell’annuncio di risurrezione perché possano
credere, e credendo sperare, e sperando amare, e amando dare senso alla propria storia, anche quando questa è difficile e sofferta.
E’ ancora vita, e quindi aperta alla speranza, chiamata
a risurrezione, a ricompensa, a novità.
Gesù è risorto per tutti, tutti risorgono in Lui. E cambia la
nostra vita.
La Chiesa anima il mondo con questo grande annuncio. Non
può tacere, non deve tacere perchè l’uomo ha diritto a conoscere la Speranza. L’uomo non è obbligato
a seguire la sua parola ma ha diritto di ascoltarla. E se
questa parola sembra sconvolgere i propri progetti va rivisto il
progetto, non va impedita la parola.
Questa non è politica, è proposta, non è interferenza è compagnia, non è condanna è coscienza, non è moralismo è luce alla ragione e valorizzazione della natura.
Diceva il Papa ai giovani detenuti:
"la libertà non è fare quello che si vuole", e ancora, "senza
Dio la vita non funziona". Questo vale per tutti coloro che restano liberamente prigionieri, prigionieri di tante mode e idolatrie da cui uscire per essere veramente liberi, salvi, gioiosi.
La Chiesa dichiara peccato il disordine e l’uscita da esso perdono e novità. Il Sacramento della Riconciliazione è l’esperienza della libertà. Quello dell’Eucaristia è l’incontro con Dio.
Questa scelta religiosa diventi la nostra Pasqua, chiamata "precetto pasquale" perché strada di salvezza.
A tutti l’augurio di una buona e santa Pasqua anche a nome di
S.S.. Benedetto XVI che, a nome vostro, ho incontrato nella Visita «ad limina Apostolorum».
+ Rocco Talucci
Arcivescovo
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