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Approfondimenti: Lu dialettu llonga la vita. Di Enrico Sierra



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Approfondimenti » 23/04/2007

Lu dialettu llonga la vita. Di Enrico Sierra

E' proprio vero. Per me il dialetto brindisino, sia che si parli o si ascolti, allunga la vita ed offre l'immenso piacere di essere vivi.

Io, sul mio tavolo di lavoro, vicino al computer ho tre libri scritti in dialetto brinidisino: "PARLIAMO DI PAROLE" di Ennio Masiello, "IETTI T'AGGHIU" di Raffaele Cucci e "LE LETTERE DI COCO LAFUNGIA" di Pino Indini.

Ho conosciuto Ennio Masiello circa sessanta anni fa, quando frequentava il Liceo Marzolla, ed io il Ragioneria Marconi.
Lele Cucci era il fratello di un mio carissimo amico Tommaso Cucci, e, ci vedevamo sempre a casa sua vicino al Teatro Mazari. Lele, un ragazzino vispo, ci accoglieva sempre quando andavamo a prendere Tommaso.
Non ho avuto il piacere di conoscere personalmente Pino Indini, ma in questi ultimi tempi, ho imparato a vedere in lui un amico, che amava Brindisi ed i brindisini, quindi anche mio amico.

Leggo le pagine in dialetto, oltre che con gli occhi anche con la mente ed il cuore. Ogni qualvolta mi sembra, di stare a casa mia a Brindisi, e, respirare i nostri profumi; mi sembra di vedere i volti dei miei amici di gioventù. Ed e' una grande gioia, credetemi.

Quando sfoglio il libro di Ennio Masiello mi accorgo di avere dimenticato tante parole dialettali che appartengono al passato; leggo espressioni care e familiari. I giochi che cita Ennio? Chi non ha mai giocato a "bidde", con le "figurine" ad "am salam", a "fuci fuci manue'". E, poi per risposarci un poco tiravamo due calci alla palla fatta di stracci. Giocavamo per ore ed ore sino a stancarci, sudando da matti sotto un sole cocente " cu nu faugno" ..! Sino a quando la mamma non si metteva ad "ucculare" per farci smettere.
E, sempre sul libro di Ennio si trovano tante parole dialettali che appartengono alla nostra cucina: "Stacchioddi, purpetti, puddica, brascioli cozze raganati ecc." E poi "pettuli, purcidduzzi, ncapriata, pampascioni, ed altre parole dialettali che appartengono alla nostra cultura.
Pensate, che dopo tanti e tanti anni, oggi, quando sento un languerino allo stomaco, cosa c'e' di meglio che una bella frisedda condita da pumbidorini (non a pendula, pero'), olio, sale ed origano.? E, mia moglie diceva :" mo ti sta mbrazzi cu Diu".

I libri di Lele Cucci, oltre a portarti a Brindisi, ti fanno sentire in famiglia: nelle poesie si sente l'amore per i suoi cari, e, grazie a loro, si viene trasportati in un ambiente semplice e pieno di sentimenti. Cucci racconta fatti quotidiani, ci parla degli amici, ci fa ringiovanire.
Nella poesia "Lu cessu mia", che a qualcuno puo' sembrare scritto fuori dalle regole, ci descrive, invece un fatto quotidiano, e ci fa sorridere.
Per stare nell'argomento, ricordo, che noi bambini, quando era il tempo dei nostri fichi, dolci e profumati, ne facevamo una tale scorpacciata, e "ndi li futtiumu a cchiu no possu", sino a quando la mamma non gridava: "mo basta, spicciatila, si no vi veni la cacaredda".
Se qualcuno critica l'uso del dialetto, come si potrebbe tradurre questa frase? Forse: "Neh, finitela se no vi viene la bua al pancino". No e poi no!.
Lele Cucci aveva un suo modo di raccontare i fatti della vita brindisina, con ironia e poesia. Erano fatti che sentivamo nostri. In "to bueni brindisini" cita Don Augusto Pizzigallo e Giovanni Guarino, due personaggi che forse i giovani di oggi non conoscono, ma i loro padri ed i loro nonni, han conosciuto bene. E, Lele ce li descrive come erano e come apparivano ai nostri occhi.
C'erano tanti altri personaggi che io ricordo bene, perche appartenevano alla nostra epoca, erano amici dei nostri genitori. Come dimenticare il Dott. Monticelli, il Dott. Favia, il Prof. Rubini, il Dott. Cucci, il papa' di Lele, Sion, Fugazza, De Bernardi, Ciccio Diana, che han fatto, nel loro piccolo e nel loro grande, la storia di Brindisi.
E, ripeto, quindi, con Lele Cucci: "Percio' littori mia ricorditi sti cristiani ca maestri so' di vita e di pinzieri sani".

E Coco Lafungia? Oggi Pino Indini non c'è più, ma ci ha lasciato in eredità la sua arguzia, la sua comicità, spontanea e brillante, la certezza di farci capire il mondo con parole, forse, incomprensibili ed oggi in disuso, ma parole vicine al nostro cuore; parole dialettali, nostre e sempre vive.
"Caro fratello, avevo tant'anni che non andavo a settarmi a Piazza Vittoria dove quando che eravamo giovinotti andavamo tutte le sere e sbariavamo..." Cosi' inizia la lettera inviata al caro fratello (Piazza Vittoria ed i giovani d'oggi). Ed e' semplicemente bella la lettera scritta sempre al fratello: "La visita della cognata milanese"... be io vado insieme a canatoma allo statuto di bellezza.........Di cui io sono straboccati l'occhi e mi ho reso conto che era proprio moglierina e ho rimasto accazzone nel vetere come si aveva diventata che pareva quaremba vestita a nuovo.
E, ne "La Scampagnata di Pasquetta", racconta le sue avventure con le cozze di Taranto. "....ogni modo mo la patite mi ha passata, .....e ti giuro sull'osse di buonanima di nonnoma che di mo' avanti le cozze nen mele mangio piu' manco raganate". Ed un ' altra lettera a caro fratello: "...devi sapere che l'altro giorno dopo che mi avevo mangiato una lemba di stacchiolle cu rapecavoli e diavolicchio mi ho principiato a sentire incerti dolori d'ivisceri che Dio scampa e llibera".
Queste sono le poche lettere scritte al fratello, nel suo libro che ne comprende ben trentasette. Io le ho solo lette, ma voglio immaginare il piacere che avrei provato, se avessi potuto sentirle declamare dall'autore. In tutte le sue lettere si sente, quasi si tocca con mano, l'umorismo di un uomo che ha amato Brindisi ed i brindisini, che ha detto in dialetto il suo pensiero, ed il suo immenso amore.
Sono certo che esistono tanti altri libri in dialetto che sarebbe bello leggere, cosi come esistono libri dei proverbi e delle citazioni in dialetto brindisino. E, sarebbe bello anche ascoltare le canzoni dialettali, de "lu scattusu" ad esempio.
Si, leggere e sentire Brindisi fa bene alla mente ed al cuore , e ti fa vivere piu' a lungo.
Io, sono convinto che il dialetto di un popolo serve a far capire l'indole, il carattere dello stesso popolo e, leggendo con il cuore, si puo' solo ringiovanire. Credetemi, quando c'e' qualcosa che non va, ascoltate qualche canzona in dialetto, leggete le poesie, le lettere ed i racconti in dialetto e "Brundisium.net" e "Brindisiweb.com" vi aiutano a vivere meglio, perchè, non c'e' medicina migliore!
E la vita si allunga!

Ndi sintimu prestu, spiriamo, ed intanto io continuo a leggere Brindisi in brindisinu

Ciao

ENRICO SIERRA

enricosierra@tiscali.it


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