Poesia » 16/05/2007

Roma Metrò. Di Francesca Romana Intiglietta

"Gancio Termini"
voce metallica d'uomo
annuncia certa
"apertura lato destro".
Stridente fermata,
anime domenicali profumano di spettro.
Solita fattezza ignota di
Rom comune rimprovera
sguardi indiscreti, viziosamente interessati,
trasformati in paura d'esser
per questo puniti...
da forze oscure d'ombrelli, di fisarmoniche
e di voci profittatorie.

"Scusi;
lasci passare;
scende?;
la prossima..."
dei giorni così, senza festa.

Vuoto ferroso, vagoni carichi di
lontananze, valige, volti da viaggio.

Treno, ritardo, orario.

"Non è la mia"
Attenzione: bagaglio incustodito,
sedile al lato velocemente scorre.

Insonnoliti di già
guardiamo le scorrevoli
del gancio Termini.

Appoggio a scala mobile
prima, seconda, terza...
direzione metro B-lù-:
fermate lente, metallo stridente.

Usci di occhi pronti alla luce:
null'altro che sera.
"Ti aspetto a Piramide"

"Arrivo, scusi, è la prossima,
scende?"

Abitudini, incoerenza, velocità, :
Roma Metrò.

E' un omaggio alla città di Roma che vive un mondo sotterraneo ricco di "incoerenza" perchè in continua e muta evoluzione e di "abitudine" perchè la metropolitana è un mezzo vitale per collegare i punti nevralgici della capitale.
Il tempo del passeggero trascorre comunque tra un vagone e l'altro, difatti, usciti dal pomeriggio "intubato" in un percorso chilometrico sotterraneo, il viaggiatore percepisce "null'altro che sera" e l'occhio non si affatica a rimprendere fasci di luce troppo violenti.

Francesca Romana Intiglietta