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Isola di G. Sciarra: Perchè non creare la Società Aeroporti del Salento?



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Isola di G. Sciarra » 28/05/2007

Perchè non creare la Società Aeroporti del Salento?

Vi sono problemi che per la loro serietà e complessità devono essere affrontati in modo diretto, senza funambolismi vari.
Ormai appartiene alla storia che il bando emesso dalla SEAP è stato composto in modo tale da soddisfare le esigenze dello scalo barese; del resto, i risultati ottenuti non possono che avvalorare ciò e inorgoglire chi lo ha predisposto avendo centrato l’obiettivo.
Se così non fosse, e cioè che i reali intendimenti del bando sarebbero stati quelli di soddisfare gli interessi non di uno ma di tutti gli scali regionali, il suo fallimento si sarebbe mostrato in tutta la sua evidenza e pertanto non si starebbe ancora oggi a perdere tempo e parole se rifarne o meno un altro. Sarebbe scontato e nelle cose.

Il fatto è che il bando ha raggiunto quanto voluto, e a meno di una mezza rivoluzione, non sarà mai ritirato, ciò anche per la ferma volontà dell’Amministratore unico Domenico Di Paola che deve rispondere all’azionista di riferimento - il suo datore di lavoro - quindi, ciò che dice Di Paola è ciò che vuole la regione Puglia e, nello specifico, l’Assessore ai Trasporti, il barese Mario Loizzo.

Non vi sono dubbi sulle capacità manageriali del Di Paola – capacità che gli hanno fatto meritare la riconferma dell’incarico da un governo regionale di diverso schieramento politico da quello che lo aveva nominato inizialmente - è quindi impossibile che non si sia reso conto per tempo dei risultati che avrebbe potuto ottenere con il bando così come era stato elaborato.
L’aspetto grave è che, a quanto dice Di Paola (intervista al Quotidiano di Puglia del 24 maggio scorso), di questo bando ne erano a conoscenza tutte le parti (chi?) ma nessuno (chissà perché?) ha ritenuto di intervenire “prima di metterlo a gara”.

Ora, per l’aeroporto brindisino cosa fare se, come sarebbe giusto, non si dovesse ritirarlo e rifarne un’altro?
Non si può fare altro che limitare i danni, intervenendo purtroppo, come dice giustamente Giovanni Pellegrino, in un mercato già “scremato” dalle linee più appetibili e convenienti, cercando di far fruttare al meglio le risorse che la Regione darà per mettersi a posto la coscienza e per riparare ad una evidente quanto sconveniente azione mirata ad avvantaggiare un territorio piuttosto che un altro.

Ma l’aspetto principale non è correre ai ripari oggi - obiettivo che in qualche modo si può raggiungere, senza aspettarsi comunque risultati esaltanti – ma è far sì invece che questi “misfatti” non abbiano più a ripetersi, traguardo che si deve assolutamente raggiungere, non è più ammissibile che l’aeroporto di Brindisi non debba disporre di adeguate risorse e autonomie per proporsi e imporsi sul mercato, essendo strategico, così come il porto, per un territorio che ha grandi vocazioni turistiche e realtà industriali.
E allora come e cosa fare, basta mettere una mega insegna luminosa che indica il Papola come l’aeroporto del Salento o dotarsi dei mezzi e degli strumenti affinché questo lo sia realmente, in senso dell’efficienza e dell’utilità per il territorio di riferimento?
Perciò, perché non rispolverare un vecchio intendimento, quello di “privatizzare” la SEAP con lo scopo di scorporare l’aeroporto salentino da questa e affrancarlo da una gestione troppo centralistica e baricentrica?
Dare vita, così, ad una società ad hoc, una sorta di “Società Aeroporti del Salento” che veda coinvolti come azionisti che contino concretamente (non come ora) tutte le realtà istituzionali pubbliche e private di un territorio vasto e potenzialmente appetibile, dal cosiddetto mercato, come il Salento.
Una società che tramuti gli slogan in fatti concreti a vantaggio di tutto il territorio, sfruttando al massimo le considerevoli potenzialità di un’infrastruttura che non ha alcunché da invidiare a nessun aeroporto italiano se non, appunto, la gestione.

Giorgio Sciarra


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