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Approfondimenti: Sono tornato a casa mia. Di Enrico Sierra



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Approfondimenti » 10/06/2007

Sono tornato a casa mia. Di Enrico Sierra

Sono tornato a casa mia.
Si, sono tornato a Brindisi per pochissimi giorni. Sono stati giorni pieni di felicità, nostalgia ed un po' di tristezza, oltre che di incontri con amici.
Ho visto cose belle ed altre che non avrei voluto vedere.
Ho avuto la sensazione che qualcosa sia cambiato, che, di anno in anno, ci sia sempre qualche novità. Non so se bella o brutta. Dovrei venirci più spesso, e, questo è un rimprovero che mi faccio.

Oggi, un po' avanti con gli anni, il mio pensiero torna indietro nel tempo, quando quasi tutto era diverso. A volte, noialtri, non più pivelli, facciamo fatica a ritrovarci. Tutto ci sembra strano, diverso, quasi non nostro, e, purtroppo ci sentiamo estranei in una città nostra, dove abbiamo vissuto gli anni più belli della nostra vita. Gli anni della gioventù, della spensieratezza, dell'amicizia, dell'accontentarsi del poco. Perchè quel poco era tutto per noi, ed eravamo felici. A Brindisi, la mia città, la città che amo.

Il fatto è che, avendo vissuto tanti anni lontano da "casa mia", mi sono imbastardito, nel senso che ho acquisito usi e costumi ed anche un po' di mentalita delle città dove sono stato. Il mio dialetto, però, è rimasto quello nostro, e l'amore per Brindisi è sempre immutato; anzi, forse a causa della lontananza è anche aumentato.

Con mio nipote Augusto ho girato per la città, vedendo posti che oggi sono un po' diversi da come erano tanti e tanti anni fa.
Sono andato all'Istituto Commerciale G.Marconi, dove seduto sugli scalini, insieme agli amici di classe, aspettavo l'esito degli esami. Non riuscivo quasi a riconoscerlo. Ma era così quando il lo frequentavo? Così vecchio, sporco, con le mura decadenti ed imbrattate. Non è possibile! vederlo quasi in rovina, almeno dall'esterno, mi è venuto un nodo allo stomaco. Peccato mio Istituto!
Per andare al Marconi abbiamo attraversato quello che era il Parco delle Rimembranze, Che oggi non c'è più. E' come se un pezzo della nostra gioventù sia volato via.
Siamo passati per la Palestra Galliano, che Spiditu Pennetta (con la dittatura, come qualcuno dice) ha tenuto in piedi per tanti e tanti anni. Ma era diligenza oltre che disciplina, quella che Pennetta esigeva dalle migliaia e migliaia di studenti ed atleti. Pertanto, ieri ed ancora oggi, la Palestra Galliano, per me è la Palestra Spiditu Pennetta.
Lasciata la macchina in un posticino in Via Porta Lecce, siamo passati vicino alle Scuole Elementari, ma non mi sono potuto dissetare alla fontanella, come facevo qualche tempo fa, perchè la fontanella non c'è più, ed ha lasciato il posto ad una piccola rotonda per disciplinare il traffico.
Per Via Cappellini, siamo andati a Piazza Cairoli, che io di sera, ricordavo sempre zampillante e piena di colori. C'e' ancora. Evviva!.
Ma, non ci sono più il Cinema Impero ed il Teatro Verdi, rifatto nuovo e, forse, più bello. Ma non è quello di una volta.

Perdonatemi se sono un po' conservatore, ma quando penso a Brindisi, la vedo come era, non come è, perche quella era la MIA BRINDISI.

A piedi abbiamo attraversato il Corso e siamo arrivati a Piazza Vittoria, dove una volta, e non so oggi, si ergeva il baldacchino per la banda durante la festa di San Ghiatoru.
E, poi ancora avanti siamo passati dove c'era il Caffè Torino, ed i clienti assistendo allo struscio, assaporavano "li spumoni". Che bontà... solamente a pensarci mi viene l'acquolina in bocca.
Per andare "abbasciu alla marina", si incontrano negozi e negozi. Ma, quelli vecchi, come Fugazza, Anelli, Carlucci, Libardo e tanti altri hanno passato la mano.
Ho incontrato De Bernardi, ed insieme abbiamo ricordato i tempi in cui i due pescatori napoletani, padre e figlio, passavano verso mezzogiorno ed offrivano frutti di mare, ricevendo una mancia, a volte anche cospicua.

Il centro è diventato un salotto, veramente pulito ed ordinato, elegante, come dovrebbe essere tutta la citta'. E, questo è un compito che principalmente è lasciato ai brindisini e dopo alle autorità, perche, ricordiamocelo, Brindisi è solamente NOSTRA!

Camminando camminando, siamo arrivati alla Gelateria Betty, dove, abbiamo preso un gelato veramente gustoso, ed io ho ammirato il Monumento al Marinaio, che si erge sul mare, mostrandoci la Madonnina.
Posso chiamarlo il mio Monumento? Si, perche io lo ammiro sempre anche quando non sono a Brindisi, perche ce l'ho sul desktop del mio computer.
Alle sciabiche ho incontrato Michele, un vecchio marinaio. Abbiamo ricordato i tempi passati, subito dopo la guerra, quando facevamo i bagni vicino al Villaggio Pescatori, e gli americani, ridendo, ci gettavano dalle motovedette, caramelle, sigarette e gomma da masticare.
Poi, piano piano, siamo tornati a prendere la macchina, ma al Corso ed "abbasciu alla marina" c'era pochissima gente. Mio nipote mi ha fatto notare che la vita , in special modo giovanile, inizia verso le 11 di sera, quando, cioè, ai tempi nostri, si ritornava a casa.
Certo che i tempi sono cambiati, ma io auguro ai giovani di oggi, di essere contenti ed appagati. Come lo eravamo noi "senza nu sordu a nsacca".

Ho detto a mio nipote che il giorno dopo di mattina, avremmo potuto fare un giretto alla piazza del mercato, ma Augusto mi ha fatto presente che il grosso del mercato è stato trasferito verso la Commenda. Ed allora Ghiatoru, Vicienzo, Angiulina, che portava dalla campagna li pumbitori , li pipi, li marangiani sempre freschi? E le bancarelle del pesce, quelle "di li frutti di mari"? E i negozi alimentari, le macellerie, i casotti del formaggio? E, Fanelli, e poi fuori dal Mercato Spunta e Miano? Niente piu? Rimane quindi solo un ricordo!

Capisco benissimo che l'evoluzione dei tempi segue una certa logica, urbanistica, di mercato, ma almeno, se non posso fermare il mondo, lasciatemi l'illusione di un ricordo, di un pensiero, e, magari la convinzione personale , che prima si viveva meglio.
E' vero, sono rimasto ancora ai tempi in cui accompagnavo la mamma a fare la spesa. Sono rimasto ai tempi in cui, dopo una giornata di pioggia, si andava al mercato per comperare "li cuzzeddi". Ai tempi in cui la "scionta" era una furbizia dei commercianti. Ma, benedetti quei tempi!

E, tornando a casa di mio nipote, pensavo e pensavo.
Cara mia Brindisi, ti ricorderò sempre come quella di una volta, e ti amerò sempre, anche se oggi, vorrei vederti di piu' e sempre più bella.
Ma stai certa. Non ti dimenticherò mai. Perche Tu, solo tu, sei la mia Brindisi.

ENRICO SIERRA
enricosierra@tiscali.it


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