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Brindisi vista da...: Alessandro



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Brindisi vista da... » 26/06/2007

Alessandro

Caro Brundisium.net,

vorrei eleggerti rappresentante di un qualcosa che quotidianamente cerca di sopravvivere: onestà.
Vorrei chiederti di raccogliere l’urlo e la sofferenza del tuo odierno (e)lettore.
Vorrei chiederti una sorta di “maturazione artistica” tale da annoverarti tra quelle realtà verso cui provo stima.

E’ passato qualche anno da quando sei nato. Curioso come chi trova qualcosa di nuovo hai saputo raccogliere consensi e momenti di contatto.
Hai rappresentato e rappresenti una finestra su di una realtà troppo stabile quanto poco accogliente.
Lo dimostrano i fatti che metti davanti ai nostri occhi, siano essi residenti o meno.
Rispondo subito alla tua prima domanda o mia finestra su di un mondo ormai tanto lontano da me. Con superficialità: insuccessi sportivi, incapacità organizzative e scarsa ambizione. Con fare da intellettuale: cronaca nera, rapine e assenza delle istituzioni.

E’ ora di diventare adulti e contribuire al cambiamento.
So che non sarà sufficiente questa mia lettera per farti cambiare taglio di capelli. Giusto così, anche tu hai dei genitori.
Sogno però un futuro diverso per il nostro rapporto: un attento scrutatore col quale sarà piacevole fare di tanto in tanto una chiacchierata.
Vorrei vederti critico e tenace su tutto quanto sta accadendo.
Ho assistito a scene di prepotenza, indifferenza e ignoranza fino al giorno in cui ho deciso di lasciare la mia città.
Un luogo che privilegia chi minaccia, chi intimorisce e chi ruba sacrifici altrui.
Assenza di istituzioni e incapacità politica.
Un Comune sempre presente quando si tratta di regalare case e favori a chi contraccambierà con il proprio voto.
Un Comune sempre assente quando si tratta di coccolare quella parte della città che nulla vuole avere a che fare con la prepotenza e con chi da essa lascia che siano indirizzate le scelte economiche, e non solo.

Ho avuto ben rare soddisfazioni ma una di quelle è il non dover più pagare tasse a questo tipo di Comune.
Pago volentieri le mie tasse ad un’altra realtà. Una realtà che ha saputo sostituirsi alla natia con semplici gesti. Sa incentivare e sa mantenere intatti i principi che la mia città ha saputo e sa demolire con costante cattiveria. Sa regalare borse di studio, occasioni di crescita professionale e umana a chi desidera essere onesto. Sa coccolare le capacità di ognuno e portare in alto chi merita, senza che venga richiesto alcun favore a nessun politico. Sa donare serenità e fiducia.
Tutto questo la mia città non lo sa fare.
Al contrario; quando urli e chiedi aiuto sa dimostrare tutta la propria assenza.
La mia città permette e coltiva un forte senso di prepotenza e fa si, ad esempio, che i furti delle auto e i ricatti vengano commessi da gente che ben dovrebbe essere tenuta d’occhio.
E’ mai possibile che un’istituzione dotata di tanti mezzi economici (le entrate comunali non sono di certo irrisorie) non sappia fare nulla di tutto questo?
Rispondo alla tua seconda domanda o mia finestra su di un mondo ormai tanto lontano da me.
Chi subisce non denunzia. E sai anche il perché: timore e convinzione che l’istituzione non saprà proteggerlo.

So che hai tante domande da farmi.
Non posso darti risposte perché io stesso non le ho trovate.
Ora però scagliati contro la prepotenza e l’abuso di chi crede che tutto sia dovuto da un Comune garante soltanto di un perverso assistenzialismo.
Apri una sezione sul tuo sito e commenta con ferocia e crudeltà le azioni di quella parte della città che aggredisce, ruba, sceglie di non lavorare, rende insicuro chi vive onestamente e soprattutto fa volare via persone valide.
Aggredisci la classe politica che ben è coagulata con i prepotenti (i fatti lo dimostrano) e dai voce ai tuoi (e)lettori.

Alessandro da Brindisi


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