Approfondimenti » 05/09/2007
Colonna: giacchè i marmi sono sparsi e la città non se ne serve. Di Aldo Indini
Napoles à sei settembre 1659 El Conde de Pineranda a los del Gobierno della Ciudad de Brindisi, lettera con la quale il Vicerè Conte di Pineranda ordina la consegna della colonna caduta il 20 novembre 1528 alla città di Lecce da erigere in onore di Sant’Oronzo, giachè i marmi sono sparsi da 132 anni e la città non se ne serve.
Il 2 novembre 1659 ed il successivo 5 novembre 1659 Brundusij congregata Universitate fidelissimae civitatis Brundusijin reggimento generali (attuale Consiglio Comunale si riuniva) ad sonum campanae more solito, per decidere la consegna della colonna a Lecce, ciò avveniva a condizione che sul piedistallo fosse riportato che si trattava delle colonna che i brindisini avevano eretto in onore di Ercole di cui ne vantano la discendenza (scritta visibile attualmente sul basamento del monumento a S. Oronzo, lato anfiteatro).
Il 10 novembre 1659 – Pubblicum istrumento rogatum per mano del Notaio Teodoro Aloisij di Brindisi alla presenza della persona costituitasi, il magnifici Carlo Monticelli Ripa, Generalis Sindicus Universitatis fidiulissimae civitatis Brundusij, che firma l’atto di donazione.
In Lecce il 15 novembre 1659: - Litij in Universali palatio congragatis. Propose il magnifico signor Gio: Battista Guarini General Sindico, poiché e stato stipulato l’obbligo a beneficio della magnifica città di Brindisi per l’iscrizione apponendo nella colonna costruendo in questa piazza ad honore del glorioso santo Orontio, viene ratificato l’obbligo, acciò si possono incominciare a condurre li otto pezzi donati da questa città per detta colonna, già che si sono mandate le genti per incominciare a faticare per condurla.
La ratifica completa degli atti è depositata presso l’Archivio di Stato di Lecce – Sezione Notarile – Atto del Notaio Antonio Maria Gervasi, n. 508 del 15 novembre 1659, foglio n. 363.
A seguito della donazione a Lecce degli otto pezzi di una della originale colonna residua delle due colonne romane, rimase a Brindisi solo il basamento di una delle colonne, con il sovrastante pezzo trasversale della colonna destra, lato ponente.
Le precedenti due colonne originali che secondo il Camassa, sembrà più verosimile che esse rimontino all’epoca di Lucio Silla il quale, memore della fedele cooperazione dei Brindisini, durante la guerra sociale,(91 88 a.C.) e degli aiuti personali da questi prestategli quando reduce dall’Oriente dovette fronteggiare il partito di Mario, non solo esonerò Brindisi, secondo Appiano, (storico greco del II secolo d.C. nato ad Alessandria d’Egitto), di ogni tributo verso la Repubblica, ma ne procurò l’abbellimento edilizio, facendo trasportare dall’Egitto quelle due colonne.
Aldo Indini
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