Approfondimenti » 10/09/2007
"Abbasciu alla Marina...di Brindisi" di Enrico Sierra
Posso chiudere il mio itineriario sentimentale, di ricordi e di amore, con piena convinzione, che tutte le vie di Brindisi portano "abbasciu alla marina."
Partendo dalla Stazione Ferroviaria, sia che si attraversi Via Indipendenza, passando per il Parco della Rivembranza, per sia che si attraversi Corso Umberto, Piazza Cairoli e Corso Garibaldi,, o Corso Roma, Piazza del Popolo, Piazza dell'Orologio, Via Duomo,o Via Marco Pacuvio, Piazza Santa Teresa oppure la Cittadella e le Sciabiche, si arriva sempre al porto, al nostro porto, cioe "abbasciu alla marina", la nostra marina.
Oggi, partendo sempre dalla Stazione,e, passando vicino al Liceo Marzolla mi incammino per il Corso Roma A meta' della via, in una traversa, sulla sinistra, trovo il negozio di Michelina "cravoni e cravunella" che serviva, quest'ultima, per riempire il braciere che nelle fredde sere di inverno si accendeva, per riscaldare tutta la famiglia , che a cerchio si riuniva per ascoltare li spilacchi dei grandi. Passo il negozio di ingrosso di dolciumi di Uccio Lamarina, e poi vedo la Scuola Elementare Perasso, la mia scuola. Vicino alla scuola trovo, o meglio mi immagino di vedere la salumeria di Bombolo, la bottega di "lu scarparo", e la fontanella al centro della piazzettina. E, piu' avanti mi sembra di vedere la castagnara seduta sulla sua poltrona, che sembrava un trono, e lei la regina di quel mondo fatto di dolciumi, spassatiempi, nuceddi, lupini ed anche "pinnini," con i quali oltre che scrivere giocavamo. La castagnara era l'amica di tutti noi scolari, perche' ci conosceva tutti e dalla quale ci fermavamo ogni giorno per comperare la liquirizia , la mia preferita,o li lupini. L'assortimento era vasto.
Dopo le elementari, ed ormai studente delle superiori, ricordo che un giorno mi fermai dalla castagnara, e, lei guardandomi mi disse:
"mo vuei la liquirizia, vero?" Non so se mi aveva riconosciuto dopo tanti anni, oppure se aveva buttato li. Io, sorpreso dissi di si. Pagai e lei prendendo i soldi, mi accarezzo' amorevolmente e maternamente la mano. Il fatto mi commosse. Da allora non l'ho piu' vista.
Per Corso Roma proseguo verso Piazza del Popolo, dove trovo, a destra la Chiesa delle Anime, e, dietro al monumento ad Augusto, vedo il Cinema Mazari, e davanti la bancarella di Ciullo. Per andare al porto vi sono tante possibilita', ma oggi, io preferisco attraversare Piazza Vittoria, girare dove c'era la magnifica torre dell'Orologio, e costeggiando il Comune mi trovo vicino alle Scuole Magistrali. Scendo la scalinata ed ecco l'Avviamento Professionale e la Scuola Tecnica, vado per i vicoli e sono ai giardinetti, E cosi sono "abbasciu" alla marina ".
Per andare alla marina, posso anche andare seguendo la via del vecchio tribunale, di fronte al quale c'era la tabaccheria di Nzino Ghironi, con il quale durante la guerra ci eravamo trovati a Trepuzzi, sfollati, e la sera seduti "sulli pisuli" delle due stanze ammobiliate, che occupavo con tutta la famiglia, mangiavamo olive neri e fichi secchi, che la padrona di casa, teneva conservati in due "capasuni", piu' alti di noi e che ci offriva sorridendo. Ecco che mi trovo nella piazza della Chiesa madre, dove c'era anche la Biblioteca e l'Istituto delle Suore. Passo sotto l'arco e mi avvio alle Colonne. In quella piazzetta, prima delle colonne, abitavano tre miei grandi amici: Lino Lippi, compagno di scuola, la cui madre, rimasta vedova, manteneva la famiglia cucendo camicie, a piu' non posso, senza fermarsi mai, dirimpetto abitava il cugino di Lino, Mario Di Giuseppe, con il quale avevo frequentato l'avviamento professionale. E, poi l'amico Gino Piccigallo, oggi Cav.Piccigallo, funzionario in pensione dell'Ansa di Roma.
Ecco, io ricordo tanti amici, perche' mi portano indietro nel tempo,e, penso che, purtroppo tanti di essi oggi non ci sono piu'
lasciando un vuoto incolmabile. Erano e sono amici con i quali giocavamo, ci confidevamo tutto, parlavamo, e ci aiutavamo. Erano e sono una parte di me stesso, e come posso dimenticarli?
A destra della scalinata delle colonne c'e' la casa dove e' morto Virgilio, a sinistra il balconcino, luogo di incontro di tanti fidanzatini, e da dove si ammira il porto, il Monumento, le barche , il
mondo, insomma. Scendo la scalinata ed ecco la marina', oggi
piu' movimentata di come era una volta. Piu' viva? Non so, io amo la vecchia marina, il vecchio lungomare, quello dei miei tempi!
Io posso raggiungerla anche attraversando Via Carmine, dopo Porta Mesagne. Vedo il mulino, il negozio di alimentari e "Lu Calvario".
Rimango colpito dal negozio del maniscalco, il cui lavoro mi affascinava, ed oggi e' un mestiere che non esiste piu', come tanti altri mestieri. Quasi di fronte c'era il ricovero antiaereo, dove , durante la guerra, dopo l'urlo della sirena, ci precipitavamo per ripararci dai bombardamenti degli aerei che sgancivano bombe sulla citta'. A sinistra c'e' la Via Manzoni, dove abitavo ,vicini di casa erano la famiglia Orlando e la famiglia Longo e Di Giulio. Vado avanti sino alla Piazza degli Angeli, dove esisteva la farmacia di Favia, amico intimo di mio padre. Poi la scuola elementari femminile e di fronte il negozio di Napoletano, grande tifoso della squadra di calcio del Brindisi, uomo di Brindisi, grande personaggio locale. E, come dimenticare "lu pipparo", con tutte le cianfrusaglie, quali ad esempio, "firuni " di terracotta, vasi per piante," capasi e capasuni," e li famosi "pippi" .
Non mi fermo e vado avanti: c'e' la piazza del mercato che oggi e' stata spostata, ma per noi era anche un punto di riferimento. Si incontravano le mamme con le amiche e si parlava del pranzo da preparare, si facevano pettegolezzi e tutto finiva con un saluto "mbe a crai, e, mi raccomandu". Quando venivamo a Brindisi in ferie, io e mia moglie andavamo a trovare Chiarina , la gallipolina,che vendeva verdura del suo orto. Maria ,mia moglie e Chiarina, appena si vedevano si abbracciavano, e non c'era un volta che non ricordavano i giorni passati insieme , quando erano bambine e giocavano al Casale, dove abitavano , vicine di casa. Poi fatto un giro per la piazza grande si andava alla piazza coperta del pesce, piena di tanto ben di Dio. "Li piscivenduli", appena vedevano una ragazzina carina, offrivano la loro merce gridando: "pisci friscu, cuggiuni frischi ca costuno picca" A chiarimento bisogna dire che i "cuggiuni" erano, e sono, una varieta'
di pesce, brutto, ma buonissimo.
E, come dimenticare Spunta, la drogheria, dove la mamma mi madava a comperare "lu cremori di tartaru", per fare i dolci e, l'alcool e le bustine per preparare "lu rusolio"?. Dirimpetto l'Alimentari di Fanelli con tutti i figli. E, poi, attraversando Piazza Vittoria si andava al porto Ma, come detto le vie per la marina sono infinite. Da Piazza Angeli, vado, passo passo, per Largo Concordia, Via marco Pacuvio, dove sono nato,e trovo la Tipografia Ragione, la casa dove abitava Mario Marino Guadalupi, e mi trovo dirimpetto alla vecchia Prefettura. Ed ecco Piazza Santa Teresa con il Monumento ai Caduti e, dalla immensa scalinata mi trovo alla marina. Ma ancora sempre da Porta Mesagne, per la marina, posso passare dalla Cittadella, Via Lucio Scarano con le sue caratterstiche casette e sono alle Sciabiche, abbasciu alla marina.
Faccio mente locale a cio' che desideravo quando ero lontano da Brindisi per lavoro.Mi immagino, di viaggiare , da Venezia, da Milano, da Varese, da Roma e da Catania e da tante altre citta', di arrivare a Brindisi ed andare subito "abbasciu alla marina", per vedere le barche, li vapuretti, il Monumento, girare per i vicoli del porto, salire e scendere le scalinate, vedere le colonne romane, sentire il profumo delle sciabiche, l'odore del mare, incontrare tanti amici lasciati anni prima, vedere insomma la mia Brindisi. Era la prima cosa da fare appena arrivato a casa, andare "abbasciu alla marina". e, come me, penso sia stato ed e' il desiderio di tanti brindisini che vivono lontano dalla nostra e loro terra. E, penso, che come Roma e' Caput Mundi, la capitale del mondo, Brindisi e' il CUORE DEL MONDO, del mio mondo,almeno per me. E, per chiudere, devo dire che cio' che ho pensato, cio' che ho detto, ed anche cio' che ho visto ed anche sognato molti della mia eta', non piu' giovani, certamente lo ricordano bene, e mi auguro che i nostri ed i loro figli ed anche i nipoti possano, andare " abbasciu alla marina" , con il nostro stesso spirito e capire il nostro grande amore per Brindisi.
Enrico Sierra
enricosierra@tiscali.it
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