Viaggi » 26/09/2007
Il nostro viaggio in Portogallo. Di Salvatore Viva
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Il 24 agosto, in una mattina particolarmente afosa, guardiamo la nostra città sempre più sbiadirsi in lontananza poichè il nostro aereo ha preso il volo per Roma dove ci attende la coincidenza per Lisbona. Non sappiamo ancora cosa ci aspetterà ma la nostra adrenalina è già pronta per questa nuova avventura. Siamo in tre, io e due mie amiche carissime ed il pomeriggio ci troviamo già davanti all'ufficio noleggio auto dell'aeroporto di Lisbona e ci dotiamo di una Opel Astra S.W. con tutte le assicurazioni possibili, cosicchè se si dovesse creare la possibilità di un qualsiasi danno all'auto dovremmo pagare solo ulteriori 72 euro cosa che in modo infallibile confermeremo nei giorni a venire. Ed è così che comincia il nostro percorso "on the road" attraversando questa valle felice intrisa di un verde smeraldo.
DESTINAZIONE EVORA (24 agosto):
Raggiungiamo questa piccola cittadina di circa 60mila abitanti, notiamo subito una delle prerogative dei paesi portoghesi cioè le case con le loro tegole rosse e i ciottoli che rimarcano le strade cittadine. L'albergo è confortevole, come tutti gli altri in cui soggiorneremo nel prosieguo del nostro itinerario, e ci ritroviamo sulle verande delle nostre stanze con una splendida piscina come panorama, ma il pensiero del costume mi fa sovvenire la prima dimenticanza in valigia. Non demordo e prometto alle mie due squisite compagne di viaggio che la mattina seguente mi presenterò con degli slip mimetizzati da costume da bagno! Cominciamo a perlustrare il paese e subito ci rendiamo conto di trovarci catapultati come d'incanto negli anni '50.
Una tranquillità assoluta, un'atmosfera diversa e le strade piccole che profumano di rugiada antica. Nonostante la guida tascabile proviamo a scegliere il ristorante grazie solo all'istinto e ci troviamo in una taverna ricca di fascino e nell'aria le vibrazioni del loro tipico FADO che delizierà le nostre orecchie per l'intero viaggio. In quel luogo abbiamo la conferma di quello che dicevamo, quando ad un tratto, sovviene al nostro ascolto la canzone di "Non ho l'età", un ritorno al passato che, di questi tempi, non farebbe male a questa nostra società! Siamo un po' stanchi e ci rilassiamo, dopo la nostra cena, vicino ad una splendida fontana con i bambini che si divertono sui prati. La mattina dopo sono pronto per il mio bagno in piscina con i miei stupendi slip, ma aprendo le tende trovo con mio gran stupore un tempo grigio con una pioggia battente che evita la mia figuraccia. Ma questo non sconforta il nostro animo, ci attrezziamo di kiway e ci apprestiamo a visitare la regione storica dell' Alentejo in tutte le sue testimonianze artistiche e storiche, tra cui il tempio romano del II secolo A.C. Terminata la nostra visita e concedendoci il ristoro fra bar e shopping nel primo pomeriggio siamo già in partenza per una nuova meta.
DESTINAZIONE COIMBRA (25-26 agosto):
Prima di arrivare a Coimbra, abbiamo una tappa di fermata obbligatoria che ci porterà a Tomar dove visiteremo il posto che per l'intero viaggio mi darà l'emozione più grande e suggestiva. Per arrivare qui prendiamo la strada nazionale ed è una scelta felice in quanto percorriamo 200 km gustandoci tutto il paesaggio portoghese con poco cemento ed invaso da foreste ed alberi secolari.
Arriviamo al "Convento di Cristo" che domina dall'alto questa piccola cittadina, un castello - fortezza che consentiva all'ordine dei cavalieri dei templari di rifugiarvisi nell'anno 1100. In questo immenso castello rischiamo di perderci, visitiamo i loro dormitori, il camino con cui si riscaldavano e la sensazione è che la loro presenza dopo 1000 anni di storia non si sia del tutto esaurita. Dopo una piccola sosta ad un giardino proprio sotto il convento siamo pronti ad indirizzare il nostro pensiero già a Coimbra. Una piccola città con un fascino particolare, attraversato dal fiume Mondego e famosa per la sua università del 1200 che domina la parte alta della città. La sera c'è festa in piazza e sembra di essere in una serata di pizzica, troviamo poi un ristorante " O serenata" che segnaliamo per chi soggiornerà in questa tranquilla cittadina. Noi che amiamo gustare i cibi del posto in cui ci troviamo, siamo inizialmente preoccupati del nome italiano ma risulta infondato il nostro timore e ci gustiamo una cena squisita con il famoso bacalhau com Natas (baccalà con panna). La mattina seguente è dedicata alla visita di questa storica università dove si ammira uno splendido panorama e soprattutto la biblioteca Joanina, una sala col suo ineludibile fascino e con tomi di inestimabile valore. Nel pomeriggio decidiamo di spostarci nella foresta di Buçaco, a pochi chilometri, che si trova in prossimità della stazione termale di Luso dalle sorgenti curative.
Non abbiamo tempo per massaggi, che potremmo ritenere sicuramente necessari, ma ammiriamo e respiriamo l'aria del posto con i suoi giardini colorati. Ci abbuffiamo di gelati confezionati che in Portogallo non superano la quota di un euro e ci imbattiamo in un piccolo monastero che risulta nel viaggio la parte lugubre ed allo stesso tempo divertente e dissacrante. Siccome, rispetto alle mie due amiche, io non sono credente comincio a notare in questo piccolo tempio un'ammasso di seni femminili di gomma con intorno un'enormità di ceri accesi, e mi viene spiegato che forse sono degli ex voto per delle guarigioni, poi non contento sottolineo alle mie amiche come nella chiesetta i ceri principali erano sostenuti da due braccia mozzate (stile Famiglia Addams), insomma recupero facilmente l'uscita e parecchio in fretta, benché appellato ovviamente "sacrilego" dalle mie dolci partner di viaggio.
Torniamo in hotel e nel parcheggio sotterraneo stretto ed impervio coroniamo il sogno di pagare i restanti 72 euro per il noleggio auto. Ovviamente per rispetto al gentil sesso non dico chi è stato eheheehe.La mattina dopo ci sentiamo un po' monelli e visitiamo il parco tematico Portugal dos Pequeninos, la linfa dei bambini portoghesi e non, una specie di Portogallo in miniatura con queste casette colorate e piccole finestre in cui i nostri faccioni risultano già ingombranti.
DESTINAZIONE PORTO (27-28 agosto):
E' ora di cominciare ad abituarsi alle grandi città, ma prima di arrivare a Porto, sostiamo un pomeriggio ad Aveiro che viene chiamata la "Venezia del Portogallo", ed effettivamente viene confermato dalle nostre cornee visive.
Stessi canali, stesso tanfo lagunare e centri commerciali a iosa ma il tutto è però ornato dagli stupendi azulejos che adornano le casette cittadine. Gli azulejos sono le tipiche piastrelle di ceramica smaltata che rivestono case e chiese in tutto il Portogallo. Porto si avvicina, ma questa volta la fatica di trovare l'hotel è doppia e si insinua sui nervi delle mie compagne. La città è una sorpresa strabiliante, il suo fascino colpisce immediatamente e i suoi ponti di ferro che attraversano il fiume Douro che costeggia la città hanno il loro carisma e siccome sono stati costruiti dall'assistente di Gustave Eiffel, la loro somiglianza con la torre non risulta inosservata. La serata comincia a cena con una loro specialità che si rivela fondamentalmente un nostro "Agnello cu li patane" e ovviamente si attraversa la riva del fiume per assaggiare il famoso vino loro tipico "Porto" invecchiato di 20 anni. A sera inoltrata ci facciamo accompagnare in taxi, che in Portogallo costa davvero cifre piuttosto modiche, ma tra strade interrotte e un vecchio un po' forse ubriaco, veniamo lasciati convinti di essere nei pressi dell'hotel mentre ci ritroviamo in mezzo alla campagna, a rischio di una bella dormitina in mezzo ai vigneti. Comunque a parte questa disavventura che contribuisce a suo modo a rendere il nostro viaggio davvero unico, io rimango sempre più sbalordito dalla bellezza di questa città, una perfetta simbiosi tra la parte antica e quella moderna. Indimenticabili le visite al Palacio della Bolsa con guida in spagnolo, un palazzo sfarzoso neoclassico con sale di inestimabile valore, dov va ricordata soprattutto una sala araba con stucchi dorati ed iscrizioni del corano che celebravano la regina che commissionò il palazzo. Ed ancora la "Torre dos Clerigos" di stile barocco che permette, percorrendo in salita i suoi stretti 240 scalini (forse questi indimenticabili?) di arrivare ad ammirare la vera bellezza di questa città con una stupefacente vista dall'alto. Dopo aver gonfiato per bene i nostri piedini ci rilassiamo un po' con una visita in cantina vinicola per la modica cifra di 2 euro. Ci portano come bambini in gita su un bus scoperto ed entriamo in questo luogo scuro e profumato di mosto, strapieno di botti e tini e con nostra sorpresa con una cisterna di acciaio di 10 milioni di litri di Porto. Insomma un tuffo di salute. Una bella pubblicità per il loro prodotto che termina con un loro video di 5 minuti e due bicchieri del loro vino, alle 17 ci ritroviamo come si suol dire già brilli!! La seconda serata si divide ancora una volta tra cena e fiumi di Porto con il piacere di ascoltare musica dal vivo di un gruppo di strada di
12 elementi giovani, che probabilmente si mantenevano agli studi in quel modo, e che in poco tempo da vita ad un concerto fenomenale che raggruppa una folla di gente estasiata e generosa.
DESTINAZIONE LISBONA (29-30-31 agosto):
Ci allontaniamo da Porto con estremo rammarico e ci aspetta l'ultimo tratto stradale per poi lasciare la nostra compagna di viaggio un po' ammaccata. E'
arrivato il momento del mio sacrificio, cioè passare per Fatima, mentre le due ragazze cominciano già ad emozionarsi all'arrivo al Santuario.
Io comincio correttamente ad erudirmi sulla storia dei tre pastorelli e la più piccola delle mie amiche, come si dice a Brindisi "alla sicurduna", mi bagna la fronte con l'acqua santa. C'è la messa nell'immenso spiazzo e ne approfitto per comprare un po' di ricordini per i miei parenti cattolici e praticanti.
Finita la missione, ci dirigiamo per Sintra, a pochi chilometri da Lisbona, un paese che sembra uscito dalle fiabe con in cima il Palacio de Pena uno splendido castello multicolore attorniato da un suggestivo giardino. Solo che io lo vedevo vicino e decidemmo di arrivare a piedi su per una salita lunga 4 km. Una prova di sforzo per il mio cuore già claudicante! Ed eccoci finalmente nella capitale del Portogallo, Lisbona, una grande città, multietnica, variopinta con tutti i difetti di una grande metropoli. La prima sera non possiamo esimerci di sfidare il Barrio Alto, un quartiere famoso per le serate di movida e fiumi di gente che imperversano sule strade lastricate da ciottoli. Una sangria riempie di calore il nostro corpo ancora affaticato per la salita descritta precedentemente. La mattina seguente è dedicata all'Oceanario che è l'acquario più grande d'Europa, una vasca infinita con squali, murene ed altri pesci di notevoli dimensioni ma non possiamo dimenticare i pinguini e le spassosissime lontre. E' la volta poi della famosa Torre di Belem e il Monastero di San Jeronimo con il suo chiostro fra i più belli al mondo. Al momento del ristoro non fatevi scappare i pasticcini di Belem, una crema sublime con pasta sfoglia al seguito. La seconda sera siamo pronti a vestirci di gala e proiettarci in un ristorante d'elite con musicisti e cantanti di Fado di alto livello. Il cibo è prelibato e nel momento in cui le luci si abbassavano gli artisti ci inebriavano con alcuni pezzi di repertorio che anche i camerieri cantavano con come presi da un raptus divino. Usciamo da quel locale con un senso di piacere e rilassatezza ed una carta di credito invece piuttosto "dispiaciuta".!!
I nostri spostamenti sono rapidissimi grazie alla Lisboa card che ci permette con soli 25 euro di visitare i monumenti gratis e di utilizzare tutti i mezzi pubblici di trasporto cittadino a disposizione. Soprattutto prendiamo i tram stile brasiliano con i ragazzi attaccati fuori e le funicolari e gli elevadores che permettono di guardare l'intera Lisbona dall'alto.
Un'altra prerogativa portoghese che abbiamo notato è la loro indolenza che può risultare a tratti divertente ma anche spesso antipatica. I monumenti che serrano i cancelli già alle 17, i ristoranti che alle 22 hanno già la cucina chiusa, non tutti per fortuna, e la gente che continua con la sua flemma pragmatica. Mentre l'aspetto confortante e lieto, è vedere gli adolescenti di questo paese che non sembrano scalfiti dalla società modaiola e televisiva, molto semplici e poco appariscenti.
E' arrivata l'ultima mattina e ci resta da visitare il castello S.Jorge dove possiamo ammirare Lisbona grazie una camera oscura e attraverso una semplice lente ,metodo antichissimo inventato dal nostro Leonardo da Vinci. Ormai esausti siamo pronti a ripartire, l'aereo ci riporta in Italia con le lacrime che si mescolano con la gioia di aver consentito ai nostri occhi e al nostro cuore di impossessarsi di questo meraviglioso paese che consente di confermare come la vita e la natura siano cosi sublimi e maestosi. Non dimenticheremo i nostri bicchieri di Porto, il verde luccicante delle foreste, i taxi convenienti, il bacalhau, i monasteri col loro fascino e personalmente non dimenticherò le mie compagne di viaggio che hanno contribuito a rendere unico questo viaggio che accompagnato dalle note del Fado ha conquistato il mio cuore.
Salvatore Viva
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