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Approfondimenti: In Puglia necessarie almeno 10 Pet Tac. Di Maurizio Portaluri



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Approfondimenti » 08/10/2007

In Puglia necessarie almeno 10 Pet Tac. Di Maurizio Portaluri

Il 6 aprile 2005 la Giunta Regionale presieduta di Fitto emana un regolamento in cui si stabilisce che in Puglia sono necessari 10 apparecchi PET di cui 6 pubblici e 3 ciclotroni, questi ultimi necessari per la produzione del radiofarmaco utilizzato nell’esame con PET.
Il 2 marzo 2006 la Giunta Regionale presieduta da Vendola emana un regolamento in cui si stabilisce che in Puglia sono necessari 8 apparecchi PET di cui almeno 5 pubblici (e quindi 3 privati) assicurando almeno una postazione pubblica per 750.000 abitanti esclusi gli IRCCS.
In nessuno dei due provvedimenti sono spiegate le ragioni di questo tipo di programmazione né mi risulta siano mai stati ascoltati gli specialisti del settore nè le organizzazioni dei cittadini. Inoltre il criterio di un apparecchio pubblico ogni 750.000 abitanti avrebbe senso se ogni 750.000 abitanti vi fosse un numero costante di nuovi casi di tumore ma così non è come ha dimostrato il Registro Tumori Jonico Salentino che rileva le maggiori incidenze a Taranto e Brindisi. E poi non si comprende l’utilità precisare il numero di PET pubbliche e quello di PET private.
In altre regioni sono stati costituti gruppi di lavoro permanenti che controllano se gli esami richiesti ed eseguiti hanno portato vantaggio agli utenti. E’ necessario anche qui attivare un controllo di questo tipo, il più trasparente possibile.
Poichè nella nostra regione sono attesi circa 18.000 nuovi casi di tumore all’anno, nella Provincia di Brindisi almeno 1700, a Taranto 2400 e a Lecce 3700 (numeri questi destinati a crescere col tempo), considerato che molti di questi ammalati avranno bisogno di più di un esame PET per stabilire l’efficacia delle cure e per mirare più efficacemente la radioterapia ed inoltre che realisticamente un apparecchio può esaminare tra i 1500 ed i 1800 pazienti l’anno, si comprende bene che in Puglia dieci apparecchi PET sono anche pochi.
E’ necessario prevedere una destinazione iniziale a copertura di tutte le province, IRCCS e Aziende ospedaliere a parte, superando la separazione pubblico-privato ma favorendo accordi tra ASL e privati che garantiscano l’uso appropriato ed economico delle risorse.
Si ha notizia poi del fatto che gruppi industriali privati stiano per installare ciclotroni a Ruvo e Nardò. Sarebbe bene conoscere, se sono stati già autorizzati, da chi siano costituite le compagini societarie perché stiamo parlando di produzione di radiofarmaci e soprattutto della possibilità di svilupparne di nuovi, attività che non può essere delegata ai soli interessi industriali. Per questo sarebbe necessario inserire in queste compagini un partner pubblico (Regione, Enti Pubblici di ricerca).
In definitiva ogni realtà sanitaria in cui svolge attività di diagnosi e cura dei tumori ed in special modo dove è presente una radioterapia deve vedersi assegnato un apparecchio PET-TAC.

Maurizio Portaluri
Direttore Generale IRCCS Istituto Tumori - Bari


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