Isola di G. Sciarra » 23/10/2007
Agricoltura: chi pagherà i danni di immagine? Di Giorgio Sciarra
Il provvedimento del Sindaco di Brindisi, che vieta la coltivazione nelle aree limitrofe al nastro trasportatore per un’estensione di ben 200 ettari, è ovviamente legittimo come lo è la protesta degli agricoltori che si vedono privati di una risorsa economica. Ma il danno è causato dall’ordinanza del primo cittadino, che è anche responsabile della salute dei cittadini, o dal massiccio inquinamento dei terreni?
Chi ha inquinato queste campagne: l’Enel con il carbone come direbbe la logica o gli agricoltori stessi con l’uso di pesticidi clorurati ed altro come asserisce qualcuno?
Poiché, nonostante tutto, l’agricoltura continua a rappresentare l’ossatura della nostra economia è bene guardare con attenzione a queste proteste.
Vigilare affinché tutto non si risolva con un’indennizzo “stagionale”, cosa che a quanto pare è già avvenuta nel passato, quando i contadini, di fronte a prodotti agricoli palesemente “al carbone”, erano rimborsati per quel raccolto “andato a male” e la cosa finiva lì.
Ora l’ordinanza del sindaco impedisce una soluzione in sordina, “riservata”, l’Enel è chiamata a delle responsabilità precise e, come è ovvio, le rispedisce al mittente.
È del tutto evidente che a questo punto non si può fare altro che andare in fondo alla questione, definire velocemente, e in modo definitivo, di chi è la causa, chi è l’inquinatore.
Tale compito è delle strutture pubbliche (l’ARPA), purché non si assista a spettacoli del recente passato (per la precisione del 2004), tanto miracolosi quanto improponibili, quando i risultati delle analisi di alcuni campioni di carbone prelevato dal carbonile, mutavano in continuazione pur nel breve giro di poche ore, con l’unico risultato certo di rendere poco credibile una struttura che ha invece il compito di tutelare la cittadinanza.
Per la cronaca quelle vicende anticiparono il sequestro del carbonile.
Ma l’aspetto più rilevante di tutto ciò, non può essere una o due stagioni compromesse e indennizzate, qui è in gioco il nome e l’immagine di tutta l’agricoltura brindisina, della bontà e della naturalezza dei suoi prodotti.
C’è uno stretto collegamento tra l’immagine dell’agricoltura e quella dell’ambiente naturale in cui opera, se quest’ultimo appare violato, inquinato, i risvolti negativi ricadono generalizzati su tutta l’agricoltura con gravissime e negative conseguenze economiche: chi vorrà mai i carciofi o l’uva al carbone?
Questa vicenda spezza il collegamento tra un ambiente sano e i prodotti in esso coltivati, si potrà risarcire il raccolto di una, due o tre stagioni, si potranno acquistare i terreni oggetto della contestazione e finirla lì, ma i danni provocati all’immagine della nostra agricoltura che possono essere irreversibili, chi li ripagherà?
Per comprendere quanto ciò sia importante nell’immaginario collettivo, si pensi alle rilevanti e notevolissime risorse destinate dall’Enel per le iniziative mediatiche, per veicolare una propria rappresentazione rispettosa dell’ambiente.
Ma il nostro comparto agricolo è in grado di sostenere il peso economico di costose campagne mediatiche per ripristinare una propria immagine in sintonia con i prodotti che vuol imporre sul mercato? Chi pagherà per questi danni?
Giorgio Sciarra
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