Approfondimenti » 12/11/2007
Il mio amico Fultz. Di Enrico Sierra
Ogni mattina mi incontro con Giorgio, un vicino di casa che accompagna fuori il suo cagnolino Macchia che, appena mi vede, mi viene incontro, mi fa le feste, mi gira intorno e vuole
giocare. Lo accarezzo per vari minutii, e poi gli dico: "Ora devo
andare, ci vediamo domani, ciao". Macchia, allora, se ne va
scodinzolando verso il padrone che l'aspetta sorridente.
Io amo i cani. Di amici a quattro zampe ne ho posseduti due, uno quando ero bambino, e l'altro, quando avevo già tre
figli. Quest'ultimo era un incrocio tra un setter ed un cocker, di
colore fulvo, bello come nessun'altro, affettuoso, giocherellone, e, soprattutto affezionato a me, a mia moglie Maria ed ai nostri tre figli.
Quando avevamo in casa il nipotino e mia moglie lo metteva a dormire sul lettone tra due cuscini, si rivolgeva a Fultz, e, parlandogli come si parla con un amica, lo esortava a stare attento al piccolo. Fultz, allora, si metteva sotto il tavolo ed ogni tanto andava a vigilare in camera da letto. Controllava se tutto andava bene, e poi tornava sotto il tavolo.
Quando si accorgeva che il piccolo si muoveva, si avvicinava a mia moglie ed abbaiando e mugugnando le faceva capire che
Eddy aveva bisogno di aiuto.
Fultz era un cane meraviglioso. Ma che
dico cane, era un amico di cui ci si poteva fidare ciecamente.
Quando eravamo a tavola, si metteva vicino a me
ed appoggiava la testa sulla mia gamba destra; ogni tanto lo
accarezzavo e lui chiudeva gli occhi. Era il segno che aveva gradito le mie coccole.
Purtroppo, come tutti gli animali dalle orecchie lunghe, si
ammalò di otite purulenta. Mentre mia moglie curava l'igiene delle orecchie, io pensavo a fargli le punture, e, lui, appena prendevo la scatola della siringa, si avvicinava a me quatto quatto, ed aspettava.
Quando si spense tutti noi piangemmo il caro affettuoso amico che ci aveva lasciato.
Oggi, nelle case di tutti i miei figli, sposati con prole, c'è un
cane affettuoso ed anche vivace. Massimo ha Zampa; Annamaria ha Turbo, la cui razza è indefinita come quella di suo fratello Schizzo, il cane di Antonella.
Detto del mio amore per gli amici a quattro zampe, non posso non sottolineare quanto inorridere mi ha provocato la notizia della provocazione delittuosa e disumana, di quell'artista (pseudo-artista) costaricano che ha presentato in una galleria nicaruguense un'opera che giudico terribile, infame e crudele.
Ha esposto un cane legato in un angolo della sala e lo ha lasciato morire di fame e di sete, tendendolo lontano una ciotola con il cibo e vietando ai visitatori di dargli da mangiare.
La sua "opera d'arte" mirava a far vedere e sentire l'agonia di un essere umano ai visitatori della mostra, anche essi scandalizzati.
L'autore di questa "grande opera d'arte" meriterebbe un Premio Nobel. Si, alla malvagità, alla cattiveria, all'insensibilità.
Come tutti avrà perdono e compassione, ma quando
partirà per il suo ultimo viaggio, nessuno potrà evitargli il 7 °Cerchio dell'inferno, dove potrà fare un bel bagno ristoratore
nel sangue bollente. Probabilmente Dante aveva previsto che sulla Terra, avrebbero potuto esserci elementi del genere.
Quel povero cane ti avrà anche perdonato, perchè i nostri amici sono essere sensibili, amano gli uomini e sanno essere vicini anche nella miseria, nei momenti tristi. Senza chiedere nulla. Cosi, solo per amore. Ti sembra poco?
E, tu caro maestro, oltre a non amare gli animali, hai dimostrato di non amare nemmeno i tuoi simili. Perchè CHI NON AMA GLI ANIMALI, NON AMA GLI UOMINI.
E, ricordati ,che nella vita, cio' che si semina si raccoglie. E, tu
maestro dell'orrido e del dolore. hai seminato male.
ENRICO SIERRA
enricosierra@tiscali.it
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