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Isola di G. Sciarra: Zuccherificio SFIR: invito ad alcune riflessioni



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Isola di G. Sciarra » 06/12/2007

Zuccherificio SFIR: invito ad alcune riflessioni

In un territorio come quello brindisino è sicuramente problematico affrontare taluni argomenti senza evitare che questi siano strumentalizzati e letti volutamente con false interpretazioni.

La SFIR, come è noto, intende costruire uno zuccherificio a Brindisi dopo aver rinunciato a farlo a Manfredonia per ostacoli frappostole dalla comunità locale (istituzioni e cittadini). L’intervento ipotizzato a Brindisi, come è ormai consuetudine, prevede anche la costruzione di una centrale elettrica - che solo di fronte ai giganti brindisini può sembrare piccola - per soddisfare i propri bisogni di vapore e vendere l'energia elettrica prodotta, cosa che siamo certi avverrà regolarmente e immancabilmente, come se a Brindisi solo la produzione di energia elettrica possa dare profitti sufficienti.

Tale insediamento è previsto su area SISRI, sita a poche centinaia di metri dalle banchine di Costa Morena e di Punto Franco e ad altrettanto pochi dal centro storico cittadino.

Detto questo è bene sottolineare come non si abbia assolutamente nulla contro questo insediamento - considerandolo anzi un’opportunità che potrà alleviare il problema occupazionale - a patto che esso, come è normale che sia, soddisfi innanzi tutto tutte le normative di legge, e poi abbia performance ambientali (quanto alla produzione elettrica) come minimo migliorative di quelle delle centrali che si combattono per ricondurre alla sostenibilità. Si ritiene però doveroso esprimere e sottoporre alla pubblica attenzione alcune perplessità, di merito e di sostanza, al riguardo:

o il sito individuato e prescelto ove realizzare tale impianto di trasformazione è molto vicino alla città, a poche centinaia di metri (circa 800) dal lungomare Regina Margherita.

o se tutte le aziende che intendessero fare insediamenti a Brindisi dovessero prevedere la costruzione di centrali elettriche per soddisfare i propri bisogni energetici, assisteremmo ad un aumento abnorme del polo energetico brindisino in evidente controtendenza con gli intendimenti espressi dalla nostra comunità.

Relativamente al primo punto, riguardo la scelta del sito, sembra logico dover ritenere che il SISRI, nella gestione delle aree di propria competenza, debba tener conto della distanza di queste con il centro abitato e destinare quelle più in prossimità di questo ad aziende di trasformazione senza combustione. Cosa che non dovrebbe rappresentare particolari difficoltà essendo queste più appetibili. Sono pertanto condivisibili anche le perplessità pubblicamente espresse da un sindacato a tal proposito, sulla necessità di spostare questo insediamento in altro e più idoneo sito della zona industriale (da questo viene indicato il petrolchimico).

In considerazione del secondo aspetto rappresentato ci si chiede: quanta energia deve essere prodotta a Brindisi e con quali combustibili? A queste duplice domanda è doveroso rispondere con chiarezza fissando dei limiti certi.

Se lo scopo di un’azienda è ridurre i costi legati all’approvvigionamento energetico questo non può essere ottenuto a discapito della sostenibilità ambientale del territorio. Se l’obbiettivo di un territorio è attrarre investimenti e insediamenti occorre promuovere una politica che li favorisca cominciando, tra l’altro, a mettere in atto agevolazioni sui costi dell'energia elettrica da pretendere immediatamente dalle aziende elettriche per quelle imprese che intendessero, appunto, intraprendere investimenti nel territorio brindisino.

Giorgio Sciarra


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