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Isola di G. Sciarra: 8 dicembre 1977: a 30 anni dall’esplosione del P2T



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Isola di G. Sciarra » 12/12/2007

8 dicembre 1977: a 30 anni dall’esplosione del P2T

8 dicembre, il giorno dell’Immacolata. Una ricorrenza che è difficile da scordare, specialmente qui a Brindisi, e non solo per quello che la tradizione ci “impone” ma anche per tristi ricordi. Per una ferita ancora aperta, come sono irrimarginabili quelle luttuose. Trent’anni fa l’esplosione dell’impianto P2T del petrolchimico (dell’allora Montedison) provocò morti e feriti prima, crisi e disoccupazione poi. Solo l’eroismo e il senso di altruismo degli operai morti evitò conseguenze ben più gravi, catastrofiche e devastanti. Il P2T era considerato un impianto moderno, all’avanguardia, sicuro.

Stesso giorno, di quest’anno, a Torino in un’acciaieria un incendio provoca tre vittime e feriti gravi, una situazione che può evolversi in peggio. Se nessuno, imprenditore-sindacati-istituzioni, aveva preso provvedimenti sino ad allora, si presume che anche quell’impianto fosse sicuro, a prova di tali incidenti. Altrimenti non si tratterebbe di disgrazia ma di omicidio.

Stesso giorno, di quest’anno, a Brindisi il serbatoio di un moderno impianto, appena ultimato per produrre ammoniaca per i denitrificatori dell’ENEL, si è “accartocciato”. È stato evitato un incidente di gravi proporzioni, forse la Madonna che si celebra in questi giorni ha avuto pietà. Quell’impianto, recentissimo, presumibilmente all’avanguardia e verosimilmente dotato di tutte le certificazioni di legge, era “uno di quelli” ritenuto indubbiamente sicuro.

È strumentale, è cinico richiamare alla mente questi eventi e contemporaneamente le altezzose, rassicuranti dichiarazioni di tecnici, di imprenditori, di docenti universitari, di presunti sapienti e di presumibili esperti che continuamente rassicurano – e hanno rassicurato - sulla sicurezza di questo o quell’impianto?

È strumentale e cinico richiamare alla mente che i morti di Torino, oggi, e di Brindisi, trent’anni fa, e di tutti quelli che quotidianamente da Taranto a Porto Marghera ed in ogni altro dove alla fine sono gli unici a “pagare”, con le loro famiglie e le loro comunità, questa dichiarata sicurezza?

Forse sarà strumentale, forse di cattivo gusto o forse cinico, ma poco importa se ciò può servire ad una maggiore umiltà e senso di responsabilità, a guardare il territorio come risorsa di tutti e non come occasione di sfruttamento per pochi sulla testa degli altri.

Giorgio Sciarra


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