Teatro » 01/03/2008

La furtùna de lu scarpàre @ Auditorium Parrocchia San Luigi - Ostuni

I racconti di vita della gente comune, i pettegolezzi, la satire, le storie, i personaggi e i detti popolari della nostra gente sono gli ingredienti de "la furtùna de lu scarpàre", commedia in due atti in vernacolo ostunese scritta da Carmelo Zurlo.
La rappresentazione, realizzata dall'Associazione Amici del Teatro, con il patrocinio dell'Amministrazione Provinciale di Brindisi, dell'Amministrazione Comunale di Ostuni e della Banca di Credito Cooperativo presenta, è andata in scena nei giorni 27 Gennaio, 2/3/10/16/17/23/24 Febbraio e 1/2/8 Marzo presso l'Auditorium della Parrocchia di San Luigi ad Ostuni e viene riproposta nell'ambito dell'estate ostunese 2008, Domenica 2 agosto alle ore 21, presso il cortile dell’Edificio Scolastico “Vitale” (zona Centro Storico)

IL GRUPPO
"L'associazione Amici del Teatro " è stata costituita nel 2005 da un gruppo di appassionati, che unendo le loro capacità organizzative ed interpretative alla bravura dei giovani che successivamente sono entrati a farne parte, in questi anni hanno consolidato il consenso di un pubblico sempre più vasto. Ha messo in scena, nella stagione d'esordio il testo del Prof. Silvio Iurleo "La Sgarratòra", nel 2006 ha portato al successo la "Spartògna", commedia pluripremiata a Lecce nella rassegna teatrale "le parole della memoria", del Prof. Domenico Colucci, ha presentato nel 2007 l'opera inedita della Signora Pina Moro "lì pensionate".

L’OPERA
Racconta l'inaspettata fortuna capitata a Mèste Gine, calzolaio, che con l'avvento dell'industrializzazione, ha visto il proprio lavoro ridursi alla sola riparazione delle scarpe; Egli, quantunque povero, vive la sua condizione con allegria: è la moglie Memèna che gliela rende impossibile con le sue continue richieste.
L'allegria del calzolaio scatena l'invidia del vicino di casa, il nobile Don Giuànne il quale, dopo aver dilapidato il proprio patrimonio al gioco e con le donne vendendo alcuni terreni edificabili di proprietà della moglie, ritorna ad avere disponibilità finanziarie tali da indurlo a regalare una parte di tale fortuna al povero ciabattino.
Intorno a questi personaggi agisce Rocchètte, il proprietario del Bar posto sulla piazzetta dove insistono le abitazioni delle due famiglie. Egli fa gli occhi dolci a Mergherita figlia di Mèste Gine ed'è testimone, non sempre involontario, dei loro litigi coniugali.
La decisione a sorpresa de Mèste Gine nel finale concluderà la storia; le sue affermazioni, nella loro semplicità confermeranno il pensiero del grande scienziato Albert Einstein che disse: "le cose che contano nella vita non sono quelle che si contano".

L’AUTORE
Carmelo Zurlo è ormai entrato nella rosa dei poeti dialettali ostunesi. Ha composto numerose liriche molto apprezzate dal pubblico e premiate in vari concorsi, anche nazionali, una di queste, si è classificata al primo posto in un recente Concorso di Poesie e Canti dialettali ostunesi.
Bella e densa è, tra le altre, la lirica intitolata "Cùsse ì jòsce lu Natàlu" una struggente descrzione del Natale dei nostri giorni ormai privo di calore, affetti, colore.
Ha voluto cimentarsi anche con il teatro scrivendo, in vernacolo, la commedia in due atti "la furtùna de lu scarpàre": una storia tutta ostunese ambientata alla fine degli Anni Sessanta, Egli, con malcelata ironia, porta sulla scena l'annuncio dei cambiamenti epocali successivi ricreandoo situazioni vere e, a volte, anche tristi, con personaggi efficacemente tratteggiati e ben caratterizzanti che invitano a riflettere.

Personaggi e Interpreti
Mèste Gine, Riccardo Prisco
Mèmèna, Angela Zurlo
Rocchètte, Vito Oronzo Epifani
Margherita, Nicoletta Natola
Mèste Nùcce, Enzo Pomes
Cècca, Madia Tagliente
Don Giànne, Franco Loconte
Donna Chiara, Angela Saponaro
Peppine, Francesco bernardi
Delia, Paola Antelmi
L'Esattore, Gianni D'Amico
Carmèla, Filomena Semeraro
Clienti del Bar, Giulia Saponaro e Pietro Turco