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Approfondimenti: Lo stemma del Re galantuomo. Di Aldo Indini



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Approfondimenti » 03/03/2008

Lo stemma del Re galantuomo. Di Aldo Indini

Il regno italiano, già esistente di fatto, fu proclamato il 6 febbraio 1861 e l’avvenimento si celebrò ovunque.
“Brindisi, non fu seconda a nessuna delle altre città napoletane nel proclamare con un solenne plebiscito l’unità d’Italia mercè l’opera di Vittorio Emanuele, il Re Galantuomo”, e di fornire il suo numero di volontari, per l’unità d’Italia, tra cui Cesare Braico.
Questo brindisino facente parte della leggendaria spedizione dei mille, trova la sua massima considerazione e lode nelle parole di Nino Bixio: “il coraggio di Braico è mirabile per la calma; egli non ha bisogno di furore per divenire un eroe”.

Del fatto che Brindisi, nel 1860, riteneva già esistente il regno d’Italia, ne abbiamo testimonianze nelle delibere dell’archivio storico del Comune, i cui atti sono custoditi presso l’Archivio di Stato di Brindisi.

Il Sindaco Domenico Balsamo, con delibera n. 116 del 25 settembre 1860, procede all’individuazione del fondo di ducati 40 e grana 43, su cui far gravare la spesa sostenuta per festeggiare “l’entrata dell’invitto Generale Garibaldi nella Capitale del Regno”, per la benedizione del tricolore e per l’insediamento del governo provvisorio.
Sempre del Sindaco Domenico Balsamo, la Delibera n. 132 del 29 ottobre 1860, di approvazione della spesa di ducati 8 e grana 36 sostenuta dal sindaco per le operazioni relative al “Plebiscito dell’Unità Italiana sotto il regno Costituzionale di Vittorio Emanuele”, svoltosi il 21 ottobre 1860; ed ancora la Delibera n.137 del 15 novembre 1860 per l’approvazione dell’acquisto del busto in gesso del “ Re Galantuomo Vittorio Emanuele”, eseguito dallo scultore Antonio Marotta per il costo di ducati 4, da sistemare nella sala comunale.
Vi è poi un ripensamento quando il 2 aprile 1861 con delibera n. 24, Sindaco Domenico Balsamo, il Consiglio Comunale approva la “Dichiarazione dell’inutilità dell’acquisto dello stemma di Vittorio Emanuele, re d’Italia eseguito dall’artefice Domenico Conte di Lecce, poiché nel fronte dell’edificio della casa comunale trovandosi intagliato in pietra l’antico Stemma borbonico, già per le cure dell’ Amministrazione si è provveduto di cancellare gli emblemi della Dinastia caduta, sostituendovi quelli dell’attuale Re d’Italia Vittorio Emanuele”.

Aldo Indini


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