Isola di G. Sciarra » 17/03/2008
Non ti pago!. di Giorgio Sciarra
“Non ti pago!” Sembra una battuta della famosa commedia di Eduardo De Filippo invece è la decisione dell’Enel che, ripensandoci, ritira l’impegno preso con gli agricoltori. Che la società elettrica sia incline ad eludere gli accordi non sembra essere una novità, come non lo è che qualcuno continui a pretendere di perseguirli sulla base di vecchie logiche. Beata “ingenuità”!
A fare scatenare il risentimento dell’Enel è stato l’esposto, presentato alla magistratura da alcuni agricoltori, finalizzato acchè vengano chiarite le origini dell’inquinamento delle zone attigue al nastro trasportatore dove è vietato coltivare per l’ordinanza sindacale del 28 giugno 2007. Un esposto che correla anche l’inquinamento con le malattie che hanno colpito alcuni agricoltori. Per questo l’Enel scrive: “Riteniamo che tale correlazione è un atto allarmistico, non documentato e soprattutto privo di qualsiasi fondamento scientifico” e continuando afferma che “Quanti con superficiale facilità, rilasciano tali affermazioni dovrebbero tener conto delle responsabilità oggettive che assumono nei confronti della popolazione, dell’agricoltura, del turismo e dello sviluppo del territorio”.
Si apprende così, con piacere, che l’Enel finalmente si preoccupa della popolazione brindisina ma, in questo caso, perché non gradisce questa esigenza di ricerca della verità? E perché s’impensierisce per l’agricoltura se poi viene meno ad impegni di poco conto? E quando si angoscia per il turismo, a quale si riferisce, a quello ridotto ormai a pochi passeggeri che sbarcano tra cenere e carbone? La verità è che l’Enel con l’accordo preso, e prontamente ritirato, è evidente che non intendeva risarcire in qualche modo gli agricoltori per un danno (del quale pur di dichiara estranea), ma acquisire la sicurezza del silenzio del mondo agricolo. Se l’Enel è certa della propria estraneità per l’inquinamento in questione cosa ha da temere da un’azione che mira a svelare la verità? Dovrebbe anzi agevolarla per fugare una volta per tutte le tanti malignità nei suoi confronti!
La verità servirà a rendere giustizia ad una comunità e a far pagare al colpevole gli ingenti danni materiali e d’immagine arrecati all’agricoltura e al territorio. È evidente che in tal caso per l’inquinatore, chiunque esso sia, saranno guai seri. Agli agricoltori che hanno presentato l’esposto va il plauso e l’ incoraggiamento di tutti a non demordere.
A parte questo se è vero, come si sente dire, che esistono chiari “segni del forte legame tra l’ENEL e la città” non si comprende come mai la società elettrica indugi tanto a cambiare i precipitatori elettrostatici dei gruppi 3 e 4 della centrale di Cerano, avendo riscontrato seri problemi di funzionamento, di “obsolescenza dei componenti” oltre a “mancanza di ricambi” e “degrado delle prestazioni”. Cioè il 50% dei dispositivi per il contenimento delle emissioni di polveri del più grande impianto di combustione d’Italia sono in pessimo stato, non in grado di funzionare efficacemente. Sarà un caso ma nell’aree urbane più vicine come il comune di Torchiarolo la centralina pubblica ha rilevato, nel corrente anno, per 28 giorni in due mesi (gennaio-febbraio) un valore medio giornaliero di PM10 oltre i limiti di legge mentre a San Pancrazio gli sconfinamenti sono già 16, e non parliamo degli anni passati.
Una situazione che la logica, la decenza e il cosiddetto “forte legame” con il territorio dovrebbero imporre di risolvere in fretta, invece pare che l’ENEL voglia affrontare il grave problema con estrema calma: durante le già programmate fermate di settembre 2009 e settembre 2010. Nel frattempo un po’ di polveri in più che vuoi che siano.
Giorgio Sciarra
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