Approfondimenti » 15/04/2008
Analisi di un voto prevedibile. Di Valentina Paciullo
Con un po’ di amaro in bocca che sarebbe da ipocriti nascondere, ammetto che bisogna inchinarsi davanti alla grande vittoria che il Pdl ha appena intascato.
Due dati risaltano con forza al termine di queste due intense giornate elettorali.
In primo luogo Silvio Berlusconi si è riconfermato leader indiscusso e con un potenziale ancora altissimo di consensi.
In secondo luogo la Lega si è fatta strada in una maniera che molti temevano ma che in pochi credevano possibile.
L’Italia ha scelto il suo Presidente del Consiglio e su questo c’è poco da poter obiettare se e in quanto “la sovranità appartiene al popolo”.
Si può solo confermare che ognuno ha quel che si merita e, ognuno a suo modo, chi nel bene e chi nel male, può interpretare questo vecchio detto.
Abbiamo un nuovo capo del Governo e ce lo meritiamo tutti: quelli che a destra gli hanno permesso di vincere e quelli che a sinistra gli hanno permesso di non perdere.
L’immagine del parlamento che risulta da queste elezioni, comunque, vede enormemente semplificato il quadro politico, con una destra preoccupantemente spostata verso il suo estremo, un risicato ma presente centro e una importante sinistra priva della sua ala estrema.
Se spostiamo il fuoco dell’attenzione verso il Pd, possiamo constatare senza dubbio che il suo è stato un risultato più che meritato e per nulla mortificante. Ricordiamo che quando Veltroni ha iniziato a tirare le redini di questo nuovo soggetto politico, ha sottolineato con forza che si sarebbe organizzato per vincere nel lungo periodo, dato che nell’immediato era, oggettivamente, alquanto improbabile che accadesse. Il leader del Pd aveva allora chiarito che sua intenzione era quella di portare in giro per l’Italia il suo nuovo partito e il suo completo progetto.
Nonostante il remargli contro delle forze radicali, nonostante la demonizzazione che da una parte all’altra si stava facendo dei due anni del governo Prodi (che Veltroni non ha mai voluto rinnegare, ma che anzi ha sostenuto con forza e coerenza in ogni comizio), nonostante le difficoltà organizzative interne a questa nuova creatura politica, il Pd ha ottenuto un risultato che gli permette di stare all’opposizione in una maniera che può essere produttiva per tutti.
Come ha sottolineato Veltroni, infatti, ora è il momento di iniziare una produttiva sfida riformista.
Bisogna analizzare i dati a disposizione e poi darsi da fare per governare il Paese nella maniera più proficua possibile. A questo è chiamata tanto la maggioranza quanto l’opposizione, se è vero come vero che opposizione significa anche essere disponibili ad un dialogo costruttivo sui temi fondamentali che il paese ha bisogno di vedere risolti, senza l’ostruzionismo che la nuova maggioranza ha saputo fare dai banchi dell’opposizione.
Il neo-presidente ha affermato che in una settimana sarà pronta la sua squadra, ce lo auguriamo, perché, dopo che avrà cancellato l’imposta comunale sugli immobili, dovrà far fronte a molti altri problemi che premono all’Italia e che si chiamano Alitalia e i suoi dipendenti, giovani e precariato, donne e lavoro, sistemi di smaltimento dei rifiuti, istruzione, infrastrutture, ecc.. Credo che siano tutti temi che avrà toccato anche nella sua campagna elettorale, ma chiedo scusa se nell’ascoltare solo attacchi contro la sinistra, mi sono sfuggiti.
Il Partito Democratico si impegna a seguire il suo progetto di crescita, a programmare e a lottare (senza armi ma con il solo ausilio della Costituzione a cui il nostro partito si ispira) per un’ Italia forte economicamente e socialmente.
Il paese ha bisogno di essere governato con coerenza, saggezza e decisione. Di certo mi auguro che questo accada per il bene della Nazione tutta.
A motivo di ciò faccio i miei migliori auguri al nostro nuovo presidente del consiglio nel quale personalmente non credo ma nel quale sono costretta a sperare non certamente con le mani in mano.
Valentina Paciullo,
24 anni, vice coordinatrice PD di Francavilla Fontana.
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