Approfondimenti » 05/05/2008
Addio mura di Brenta. Di Aldo Indini
La storia di un città è racchiusa nelle sue mura e grazie all’opera dell’uomo saggio ne ha conservato nei secoli, le testimonianze. Eliminare il passato non giova alla civiltà di un popolo.
Si deve ai messapi l’impostazione urbanistica della città di Brindisi nel V secolo a.C., le mura cingevano la collinetta prospiciente il seno di Ponente del porto sfruttando le differenze di livello con terrapieni di cui è esempio adeguatamente illustrato il bastione di nord-est, visibile tra corte Capozziello e via Pasquale Camassa.
Questi tratti della cinta muraria dimostrano come i romani avessero solo riutilizzato presistenti strutture messapiche cosi come, del resto, non incisero profondamente sulla forma “urbis”, puntando piuttosto a modifiche radicali nei rapporti fra città e territorio.
Da De Leo apprendiamo "secondo i lumi dunque somministratici dall’immortal Mazzocchi, allorché Strabone e Stefano" scrissero, che "Brention Messapiorum lingua caput cervi significat” non in altro senso sentir si debbono, se non che in questo sito, in cui i primi edeifizj della città nostra s’innalzarono, il mare adiacente alla testa di cervo era simile …".
E questo il sito di quelle prime casupole che andranno a formare le future “sciabbiche”.
Di quelle mura Pasquale Camassa ne fu il cantore e la città, riconoscente, il suo nome diede alla strada su cui prospettono.
Le Tue grida “Papa Pascalino” non sono più ascoltate, quelle mura hanno la stessa età delle mura di Gerusalemme divenute “le mura del pianto”, ma nel pianto non sei solo, con Te sono Casimiro, Moricino e Della Monaca e i seguaci dell’itinerario dell’intere mura Tarantini, Nervegna e Chelotti.
Non è giustificabile una immediata necessità di una breccia tra quelle mura per raggiungere il Papa poiché non necessaria una seconda “Breccia di Porta Pia”.
Aldo Indini
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