Approfondimenti » 22/05/2008
Ottanta Anni. Di Enrico Sierra
Tanti anni fa, quando di sera andavo a letto, era mia
abitudine ripassare mentalmente la vita giornaliera, cercando di mettere a fuoco ed esaminare i lati positivi e quelli negativi della giornata, per poter un consuntivo e trarre conclusioni e motivi di insegnamento per il mio lavoro e per la mia vita familiare.
Con il passare del tempo, e raggiungendo l'età della pensione,
queste riflessioni serali vennero a mancare, perchè la vita stessa era cambiata.
Il 21 maggio 2008, però, ho deciso di andare a letto alle 22.00 anzichè a mezzanotte perchè volevo tornare indietro nel tempo, passare mentalmente gli anni della mia vita e fare un inventario personale.
Ieri ho compiuto OTTANTA ANNI. Belli e suonati!
Volevo pensare, ricordare e fare un consuntivo di ottanta anni.
Tanti, veramente tanti.
Mi riesce difficile pensare e ricordare i primi anni della mia
vita. So solo (perchè me lo hanno detto) che sono nato in Via Marco Pacuvio. Come un sogno ricordo che per entrare in casa dovevo salire una scala ripida e faticosa. Era forse un segno premoritore?
Poi i ricordi vanno alla casa in Via Indipendenza, dirimpetto alla Chiesa della Pieta, e poi - visioni più chiare - alla casa in Via
Manzoni. Oramai ero grande e non si possono dimenticare i giorni della gioventù.
A proposito della Via Manzoni, c'è un aneddoto che ricordo
sempre con simpatia. Avevo circa venticinque anni ed ero corrispondente da Brindisi del giornale sportivo STADIO. Ricevevo ogni giorno la copia in omaggio che mi veniva consegnata dal postino. Ebbene, quando ero a Rimini venni a sapere che alloggiato in un albergo vi era l'amico Cenzino Melchiorri, brindisino trapiantato a Milano. Andai a trovarlo, e, subito mi venne incontro con una persona i cui lineamenti non mi erano sconosciuti. Appena mi presentaii, mi disse: "Tu sei Enrico Sierra Via Alessandro Manzoni 18". Era il postino
che tanti anni prima mi consegnava il giornale.
Quando abitavo in Via Manzoni, durante il periodo bellico,
frequentavo prima l'Avviamento Professionale e dopo Scuola Tecncica e mi venne rialsciato il diploma di Computista Commerciale. Dopo di che, per essere ammesso all'Istituo
Commerciale dovetti sostenere gli esami, come privatista. Fui promosso ed iscritto alla terza classe del'Istituto Commerciale Gugielmo Marconi dove riuscì a diplomarmi Ragioniere. Quando uscirono gli scrutini, trovai fuori dall'Istituo Commerciale, mio padre e mio fratello grande, che mi premiarono con un orologio.
Fu per me una grande gioia, perchè era il primo orologio che potevo mettermi al polso.
Dopo qualche anno iniziò la mia vita lavorativa. Nel
1953 fui assunto alla Standa.
Nel frattempo, nel 1951, avevo conosciuto Maria, che poi divenne mia moglie e con la quale ho vissuto 46 anni di felicità. Furono gli anni più belli della mia vita. Lei aveva 16 anni ed io 23.
In questa cavalcata all'indietro, oltre al periodo degli studi,
agli amici di scuola (fraterni veramente), alle partita di
pallacanestro o di calcio, ricordo sempre con tanta emozione l'incontro con Maria, il trasferimento per lavoro a Pistoia, i mesi trascorsi da solo e, dopo cinque anni di fidanzamento, il matrimonio, avvenuto nel 1956 presso la Chiesa della Pietà.
Io avevo 28 anni e Maria 21. La prima nostra residenza fu a Pistoia, ed era la prima volta che Maria si allontanava da casa. Dopo due mesi, in agosto, fui trasferito a Milano. L'arrivo fu traumatico. Ci accolse una stazione immensa e subito non ci dette una buona impressione. Poi, però, abitandoci e vivendoci, incominciammo ad amarla veramente.
Nel 1957 nacque Massimo. La madre di Maria ci raggiunse per essere vicina alla figlia nel momento della nascita. Ricordo gli occhi lucidi e vivi di Donna Nunziata, quando seppe che era nato un maschio.
Poi, sempre per lavoro, fui trasferito a Venezia e dopo a Roma, dove nacque Anna, la secondogenita.
Donna Nunziata era sempre con noi, felice, emozionata, che non si può descrivere.
Tanta era anche la felicità quando la domenica a mezzogiorno
andavamo a Piazza San Pietro per vedere Papa Giovanni XXIII. Lei, Donna Nunziata, che non si era mai spostata da Brindisi, e forse l'unico viaggio lo aveva fatto da giovane a Latiano, era commossa e, come tutti noi, presa da un sentimento mistico.
I ricordi, le immagini scorrono nella mia mente. Trasferimenti in tante altre città: a Catania, dove incontrammo gente
meravigliosa come sono i siciliani. Lì ripresi a studiare
e consegui la laurea in Economia e Commercio.
Dopo la laurea lasciai la Standa e tornai a Brindisi. Nacque la terzogenita Antonella. La nascita fu salutata con
gioia da mia madre Donna Ada, da mia suocerea Donna Nunziata, tutte e due presenti al parto, e da tutti gli altri parenti.
Avevamo tre figli e la felicità mia e di Maria era immensa.
Dopo due anni di insegnamento presso le Scuole medie della
provincia di Brindisi, tornai nel campo lavorativo della Grande
Distribuzione, girando ancora per l'Italia: Voghera, Varese, Brescia, Taranto, Mestre e poi Rimini dove sono oggi, e, dove è finito il mio percorso lavorativo come dirigente COIN.
Quanti momenti (belli ma anche tristi) ho vissuto con Maria ed i miei tre figli!
Oggi, ad ottanta anni suonati, desidero fare un consuntivo e
trarre le conclusioni.
Per prima cosa devo dire che se dovessi tornare indietro
rifarei tutto ciò che ho fatto sino ad oggi. Rimpianti? Si, forse uno: non essere venuto a Brindisi più spesso anche se le ferie le trascorrevano a Brindisi insieme ai nostri cari, respirando la
nostra aria.
Pensieri? Si, essere stato sempre con m ia moglie ed i
miei tre figli. Con loro ho goduto tanti e tanti giorni, ho girato tutta l'Italia, ho visitato tanti bei posti, e, peccato di gola, assoporato la gastronomia di tante città.
Sempre insieme, la famiglia riunita, abbiamo avuto la possibilità di visitare Padova, la città di Sant'Antonio, Sotto il
Monte dove nacque Papa Giovanni XXIII, i Castelli Romani, Taormina, la Sicilia tutta. Sempre insieme. Io e Maria eravamo felicissimi nel vedere la famiglia riunita, e pensavamo al bene che ci univa ai figli e l'amore che ci teneva insieme.
Ho tratto le conclusioni di questi miei ottanta anni, e sono a
chiedermi. Cosa ho fatto? Come ho trascorso questi anni? Ho avuto mai ripensamenti, avrei potuto comportarmi in modo diverso?
Dico subito di no, perche se oggi potessi avere la possibilità di scegliere, rifarei tutto cio' che ho fatto. Ed anche se ci sono stati giorni brutti, di delusione, la vicinanza della famiglia, l'amore di Maria e dei miei figli mi faceva tenere sempre la testa alta, mi faceva andare avanti e mi faceva dire che al di sopra di tutto ero fortunato, perche la famiglia è vita, e la mia era stupenda.
Ed ecco che oggi mi viene di ringraziare i miei genitori Don
Peppino e Donna Ada, per avermi educato con amore, insegnato a vivere onestamente, ad essere sempre uniti, ed amare, mai odiare, comprendere e sacrificarsi.
Perchè, dopo ogni tempesta c'è sempre l'arcobaleno.
Grazie anche ad i miei fratelli, Antonio e Franco, con i quali ho
diviso i giorni belli dell'infanzia.
Un grazie affettuoso ed amorevole ai miei suoceri Augusto (che lasciò questa terra quando Maria aveva solo 10 anni), a donna Nunziata, e, grazie soprattutto perchè mi ha consegnato Maria con la quale ho diviso 46 anni di amore e felicità.
Ma, oggi il pensiero va alla mia Maria che mi ha dato la Vita, l'amore, la felicita', che mi ha anche sopportato, e che mi è
stata sempre vicina nei momenti brutti e belli. Mi ha seguito sempre ed il cammino per giungere ad oggi l'ho percorso con Lei, mano nella mano.
Grazie ai miei figli, Massimo, a Marcella mia nuora ed ai figli
Eddi e Maria Laura, Grazie anche ad Anna, a mio genero Quarto ed alla figlia Serena. Grazie ad Antonetta, al genero Daniele ed alla figlia Valentina.
Grazie, perchè ho ricevuto il loro amore, e perchè solo con
essi ho superato il momento piu' brutto della mia vita. Mi sono stati e sono sempre a me vicini, anche se sono un rompi...
E, l'amore che io ho ricevuto e che ho ricambiato, mi ha dato e mi da la sensazione e la gioia di essere vivo, e di non essere solo. Grazie.
E, mentre gli occhi si chiudono per il sonno, dalla finestra della mia camera da letto, vedo nel cielo una stella che sembra mi stia sorridendo. E' così, ne sono certo.
La saluto e le mando un bacio.
Poi guardo piu' in alto e mando un saluto, un grazie a Colui
che ha guidato questi miei Ottanta anni. Al Buon Dio che non mi ha, che non ci ha mai abbandonato. Grazie, grazie.
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