Approfondimenti » 30/05/2008
"Festa della Repubblica: esercizi di cittadinanza e di solidarietà". Di M. Maiorana
FESTA DELLA REPUBBLICA: SFOGLIANDO UN LIBRO…
Caro amico lettore,
qualche sera fa, passando dall’edicola dove acquisto di solito i biglietti dell’autobus, mi sono accorta di un libro che era stato appena esposto sul banco dei giornali; sfogliandolo ho trovato il tuo nome a firma di un racconto o di una poesia, che insieme ad altri racconti ed altre poesie di ragazzi delle scuole elementari e medie dei rioni Santa Chiara, Cappuccini e Commenda, vengono pubblicati su iniziativa della relativa circoscrizione comunale per raccogliere i fondi necessari all’acquisto della PET-TAC (che mi hanno spiegato è una strumentazione necessaria per la diagnosi precoce di alcuni tipi di tumore). Il tuo racconto mi ha colpito perché vicino alla sensibilità infantile, che so essere molto generosa quando viene sollecitata ad immedesimarsi in situazioni di sofferenza. Tuttavia, rientrando a casa (senza avere acquistato il libro), non ho potuto fare a mano di riflettere su alcuni aspetti della iniziativa che per me sono veramente problematici e verso i quali sento di avere una posizione profondamente «critica».
…ESERCIZI DI CITTADINANZA
Il primo aspetto riguarda il legame tra l’esigenza comune a tutti i cittadini di poter incidere sulle scelte in ambito amministrativo locale (come ad es. l’acquisto di una strumentazione specifica per la diagnosi precoce di determinate malattie) e l’esigenza, che dovrebbe essere altrettanto sentita da parte di una cittadinanza matura e consapevole dei propri diritti, di poter incidere sulle stesse scelte non in modo «occasionale», ma «lungimirante e costante»: responsabilizzandosi come adulti ed attivandosi affinché vengano adottate politiche strutturali per i cittadini del territorio, non solo in ambito strettamente sanitario, per la prevenzione di alcune patologie che hanno un’incidenza «scandalosamente preoccupante» sulle cause più comuni di morte. Non dico questo perché aprioristicamente contraria ad iniziative ad hoc quando queste sono veramente sentite dall’opinione pubblica come necessarie, ma perché questo episodio mi dà l’occasione di esprimere la mia opinione rispetto ad un certo tipo di iniziative: spero cioè che non passi in modo ambiguo, ad es. attraverso la pubblicazione di un libro scritto da bambini a scopo di raccolta fondi per una causa di per sé degna di attenzione, il concetto che la cittadinanza, oltre a pagare le tasse da cui vengono prelevate le somme di denaro necessarie per la sanità pubblica, costituzionalmente garantita, debba prendersi carico in modo volontario delle necessità del servizio socio-sanitario, nazionale o locale che sia, perdendo di vista il principio fondamentale, ripeto costituzionalmente garantito, che è lo Stato, attraverso lo stanziamento di fondi pubblici il cui corretto orientamento deve essere monitorato costantemente per impedire sprechi e comportamenti illegali, a doversi fare carico di questi problemi. A mio parere, un calo di tensione rispetto a questi temi è molto pericoloso, soprattutto in questi tempi di rinnovate simpatie dell’elettorato del nostro paese verso orientamenti politici che cavalcano selvaggiamente dottrine neo-liberiste che hanno come unico scopo quello di mercificare ogni settore dei pubblici servizi , senza nessuno scrupolo nei confronti dei cittadini che, a volte con un’ingenuità imperdonabile, si lasciano convincere che ogni forma di resistenza al libero arbitrio del mercato sia oramai inutile.
…E DI SOLIDARIETÀ
Il secondo aspetto, che mi riprometto di approfondire nei suoi aspetti etici legati ad una dimensione di fede cristiana in una successiva riflessione, riguarda il nostro concetto comune di «fare del bene»: dovremmo tutti «rieducarci» all’esercizio della solidarietà che, se da un lato non può essere definita da forme poetiche e sentimentalistiche del sentirsi solidali, dall’altro lato non può nemmeno ricondursi ad un pur motivato e pragmatico mettere le mani in tasca e sentirsi così «a posto» con un’elargizione «in beneficenza», evitando come cittadini di interrogarci sulle cause dei problemi.
Qualche tempo fa rimasi senza parole di fronte ad una persona, impegnata da tempo in un’associazione che si dovrebbe occupare di equità e solidarietà, che mi chiedeva cosa c’entrasse la politica con l’esercizio della solidarietà nei confronti dei paesi in situazioni di povertà assoluta.
Spero che quella persona intendesse prendermi un po’ in giro facendomi quella domanda, perché il legame tra le nostre scelte, soprattutto economiche, come consumatori e come cittadini che votano per un orientamento politico più o meno solidaristico nei suoi principi ispiratori e le condizioni di vita del nostro paese, come di altri paesi anche nostri vicini geograficamente che vivono situazioni di grave disagio è veramente un legame molto forte che dovrebbe farci riflettere non solo quando dobbiamo decidere per chi votare, ma ogni volta che abbiamo bisogno di cure, così come ogni volta che si va a fare la spesa, per non parlare della oramai famosa “tazzina di caffè”…
ATTIVISTI A «TUTTI I COSTI» O CITTADINI CONSAPEVOLI?
Probabilmente anche questa mia lettera è una dimostrazione di ingenuità, perché mentre la leggi tu potresti essere proprio tra coloro che sostengono alla fine che per usufruire di un servizio pubblico, o di un «bene comune» sia meglio rimboccarsi le maniche ed agire piuttosto che formarsi e formare, informarsi e informare l’opinione pubblica ed organizzare forme di resistenza dal basso come per l’esperienza recente del “NO AL RIGASSIFICATORE A CAPOBIANCO”, contro ogni tipo di «potere forte» che poi vuol dire «potere mafioso». Per me non c’è alcuna differenza in quanto a totale assenza di morale comune tra i «colletti bianchi» che inquinano i fondamenti civili ed etici della politica locale e nazionale e le imprenditorie di «mafia» che imputridiscono il nostro territorio naturale oltre che il tessuto sociale ed economico delle nostre città. Occorre opporre resistenza contro gli uni e contro gli altri con la stessa determinazione, se necessario anche grazie ai microfoni dei «grilli parlanti», ma soprattutto con un rinnovato impegno nella società civile e nella politica che sa farsi «voce» prima ancora che «volto» di una visione etica e profetica della convivenza civile ad ogni livello.
Ma.Ma.
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