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Approfondimenti: Palazzo Granafei-Nervegna. Di Domenico Saponaro



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Approfondimenti » 07/06/2008

Palazzo Granafei-Nervegna. Di Domenico Saponaro

L’edificio viene edificato nel 1565 su committenza del proprietario del suolo, Nicolò Granafei, due volte sindaco di Brindisi (nel 1545 e nel 1575). All’epoca viene pagato un canone annuo al Capitolo di Brindisi per un diritto sul suolo, probabile pertinenza della basilica altomedievale di san Pelino.
Di impianto architettonico rinascimentale, ha un passo di facciata a tre piani, al piano nobile tre balconi in pietra finemente lavorata, con ricche decorazioni fitomorfi e motivi a intreccio che ornano anche le finestre; la fascia marcapiano inferiore reca quattro aforismi in latino: “Il saggio costruisce la casa mentre lo stolto la distrugge. A che servono allo stolto le ricchezze dal momento che non può comprare la saggezza. Chi risponde prima di ascoltare dimostra di essere sciocco e confusionario. Ricorda di non oziare se non vuoi soffrire la povertà.”
Il portale è sovrastato dal blasone (presente in altri tre punti del prospetto) qui sorretto da due angeli: tre spighe di grano tenute da un leone rampante affiancato da una croce; il motto “grana fert”, riferito al commercio di frumento svolto anticamente dalla famiglia, darebbe origine al cognome. Nel 1749 risultano magazzini per alimenti e stalle al piano terra, al piano nobile una “anticamera della tramontana”, quindi tre camere intercomunicanti, una cappella, la “camera dell’alcova” e quella “delle donne”, seguite da altre due camere e la cucina con la dispensa. Un doppio giardino di pertinenza si sviluppava lateralmente (lato nord) e posteriormente (lato est) all’edificio, che avrebbe inglobato – come accennato - anche l’area della chiesa di san Pelino, già in rovina nel 1606.
Nel XVIII secolo la famiglia si trasferisce a Mesagne; il 18 gennaio del 1862 Giovanni Granafei venderà il palazzo per 5.000 ducati ai fratelli Luigi e Giuseppe Francesco Nervegna. Il 19 settembre 1930 il Comune di Brindisi acquista lo stabile per destinarlo a sede del Tribunale; su progetto dell’arch. Telesforo Tarchioni, sull’area del giardino laterale viene realizzato un nuovo edificio, in stile con il corpo principale, che dal 1932 ospiterà la Corte d’Assise. Sono diverse ed evidenti sia le manomissioni per adibire lo stabile alla nuova destinazione, sia i danni causati dall’incendio dell’8 aprile 1946 per una violenta manifestazione dei reduci di guerra. Inoltre è stata demolita un’intera ala a unico piano sulla parte meridionale del palazzo - probabilmente ritenuta di scarso interesse - per la costruzione dell’Istituto Case Popolari.
Il complesso è stato sede di Tribunale fino al 1976. All’abbandono sono seguiti lunghi interventi di restauro (progettati e diretti dall’architetto Carlo Sciarra), e finalmente l’apertura al pubblico, in un primo momento della sola ex Corte d’Assise, la notte di capodanno del 2008. L’edificio novecentesco è oggi un’importante sede museale: la sala principale del piano terra, originariamente sede di udienze, è stata adattata per ospitare suggestivamente il capitello originale e il pulvino (a scopo conservativo sostituiti da copie sul sito originario) della colonna romana che guarda il porto di Brindisi.
Il palazzo cinquecentesco è stato riaperto il 29 marzo 2008 con l’inaugurazione di una mostra antologica di Marcello Avenali (Roma, 1912 – 1981), autore nel 1979-80 del monumento brindisino ad Aldo Moro e alla sua scorta. Al piano terra sono in corso lavori di scavo che hanno portato al rinvenimento di interessanti pavimenti di una domus del periodo imperiale (II sec. d.C.): un mosaico policromo con rete di stelle di otto rombi e pannello centrale con probabile tema marino, un altro mosaico a rete di ottagoni ed emblema in lastre di materiali pregiati e il commesso di grandi lastre di marmo chiaro venato. Gli scavi potrebbero rilevare ulteriori stratigrafie romane e medievali con relativa pavimentazione.
Il piano d’attico è stato destinato a sede degli uffici di rappresentanza del Sindaco e dell’Amministrazione Comunale; gli altri locali ospiteranno, oltre ad ampi spazi espositivi, anche l'Università del Salento con strutture di formazione e ricerca.

Domenico Saponaro


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