Approfondimenti » 23/06/2008
La poltrona del Podestà e quella dell'Arcivescovo. Di Aldo Indini
Il Podestà Corradino Panico Sarcinella, in carica dal 16.06.1934 al 27.11.1943, fece approntare a sue spese, per la stanza del podestà nel palazzo di Città, uno studio in stile con un particolare unico esemplare, una poltrona sulla cui spagliera scolpito lo stemma del Comune di Brindisi, inoltre nella stanza faceva bella mostra una scultura: su apposito piedistallo la testa marmorea del brindisino Teodoro Monticelli.
In detto periodo è Arcivescovo di Brindisi Tommaso Valeri, un frate dell’Ordine Francescano Minore, insediatosi il 22 aprile 1910, vi rimarrà sino alla sua rinunzia del 14 agosto 1942. Curatore del fascino dell’ autorità arcivescovile, sempre preceduto nelle cerimonie dalla doppia croce patriarcale, il presule volle arredare la sala del trono, del palazzo arcivescovile, di una maestosa poltrona laminata in oro, con alle spalle lo stemma dell’Ordine dei Frati Minori, costituito dalle braccia in croce del Cristo e di San Francesco con le mani entrambi forate.
Lo studio del Podestà è stato utilizzato sin dal 12.06.1944 dal primo Sindaco, dopo gli eventi bellici e la caduta del fascismo, Antonio Caiulo, al quale sono succeduti i Sindaci: Sardelli, Caneschi, Lazzaro, Guadalupi, Lazzaro, Di Giulio e Manglio Poto, Sindaco sino al 03.04.1959.
Il giorno successivo, il 04.04.1959 e così sino al 02.12.1960, l’Amministrazione è stata retta dal Commissario Straordinario Prefetto Pasquale Prestipino, in questo periodo lo studio venne sostituito con uno più moderno ed il vecchio studio con poltrona con stemma e busto di Monticelli, passò nella stanza del Vice Segretario Generale Cav. Archimede Gatti.
Successivamente, Sindaco Vitantonio Bruno dal 03.12.1960 al 15.02.1965, anche gli arredi degli assessori e della segreteria generale vennero modernizzati. Era in quel periodo Ufficiale Sanitario il Dott. Angelo De Masi, che ottenne che lo studio del Cav. Gatti, fosse a lui assegnato e fu così che la poltrona con stemma e busto Monticelli passarono presso l’Ufficio Sanitario del Comune.
Agli inizi degli anni ottanta il Servizio Igiene e Sanità Pubblica venne assegnato all’Azienda Unità Sanitaria Locale che aprì i propri uffici nei locali di via Casimiro, non ancora arredati.
L’Ufficiale Sanitario Dott. Angelo De Masi passò quindi alle dipendenze del nuovo Ente, trasferendo in via Casimiro anche il suo studio con poltrona con stemma e busto Monticelli.
Intorno all’anno 1983, cercavo di rintracciare “ricordi del passato” come i due candelieri del palco reale del teatro Verdi attualmente posti nella sala della Giunta, ma si attende che una commissione valuti la veracità del mio asserito, ma non riuscì a recuperare la poltrona ed il busto in quanto già inventariati come proprietà U.S.L.
Siamo così giunti all’ottobre del 2001 con il trasferimento del Servizio Igiene e Sanità Pubblica dai locali di via Casimiro, a quelli dell’ ex Ospedale di A. Di Summa, compresi gli arredi e l’immancabile poltrona con lo stemma ed il busto Monticelli, attualmente esposto al terzo piano di accesso agli Ufficio di medicina legale.
La poltrona dell’Arcivescovo Valeri è rimasta al suo posto dal 1942 al 1953, l’Arcivescovo Francesco de Filippis e dal 1953 al 1975, Arcivescovo Nicola Margotta.
Con l’Arcivescovo Settimio Todisco, 1975 al 2000 siamo alle innovazioni del Concilio Vaticano Secondo, che pur ponendo massima dignità ai vescovi, ne sfronda notevolmente molte formalità del passato. Fu così che la poltrona del trono con lo stemma O.F.M. venne destinata alla Chiesa degli Angeli.
A seguito dei lavori alla Chiesa degli Angeli, con attenta cura da parte del Rettore mons. Don Mario Guadalupi, la poltrona fu trasferita provvisoriamente alla Chiesa delle Anime.
Siamo così giunti alla visita pastorale di Benedetto XVI e la sera del 14 giugno 2008 l’attuale Arcivescovo Rocco Talucci ritenne opportuno che detta stupenda poltrona, con lo stemma francescano, fosse destinata sul palco in Piazza Lenio Flacco, allestito per Sua Santità.
Mentre la poltrona del Sindaco con lo stemma del Comune di Brindisi, restava in esilio presso la U.S.L. perché poltrona fascista.
Aldo Indini
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