Approfondimenti » 20/07/2008
Un giorno di ferie. Di Enrico Sierra
Oggi fa un caldo bestiale, per cui ho deciso di prendermi un giorno di ferie ed andarmene al mare. Non farò il bagno ma mi godrò l'aria, l'atmosfera marina, la gente, il sole e tutto quello che questo giorno di ferie può offrirmi.
Mi alzo presto e, dopo avere svolto tutte le mansioni mattiniere, mi vesto. Una maglietta leggera, un paio di pantaloncini, i sandali, il cappellino ed eccomi pronto. Con la macchina mi avvio al mare, e, tanto per cambiare, trovare un posto per parcheggiare è un problema anche se non sono ancora le otto di mattina. Mi infilo in un viottolo un po' distante dal litorale, trovo un posto libero, (finalmente) parcheggio e mi porto al mare.
Mi fermo a prendere un caffe al bar sulla banchina, e subito
entro in acqua. E' iniziata la mia giornata di ferie.
Cammino in acqua con tutti i sandali. L'acqua è fresca e pulita, mi arriva sin sotto le ginocchia, e, mi da un piacevole refrigerio. Nel camminare avrò forse superato cinquanta bagni, avrò fatto un paio di chilometri, attraversando, sempre in mare, la spiaggia libera.
Esco dall'acqua e cerco un posticino tranquillo. Non c'e' ancora la fiumana di gente che mi aspettavo. Prendo lettino ed ombrellone, mi stendo, apro il giornale e leggo. Non ho trovato una sdraio, come speravo. Ho pagato per lettino ed ombrellone 12 euro.
Il mio giorno di ferie procede serenamente. Non sono sulla parte libera della spiaggia, ma su quella a pagamento.
Ci sono ombrelloni, lettini, cabine, docce, spazi per giochi, volley, basket, ed anche campi da bocce. Nel
pomeriggio sono previste lezioni di ginnastica, e, poi, volendo
usufruirne - sempre a pagamento- il servizio massaggio. C'e' da passare una bella giornata!
Verso le 9 arrivano i bagnanti, italiani e stranieri. Si sentono
dialetti vari, e si nota la presenza dei bambini che scorazzano sulla sabbia gridando e ridendo. Sono felici, ed hanno ragione. Sono liberi di muoversi.
erso le 11 vedo un cameriere che porta su un vassoio una caraffa con una bibita. La serve con maestria ad una famiglia
vicina di ombrellone. Lo chiamo e lo prego gentilmente di portarmi un toast farcito ed una bibita come quella che ha consegnato alla famiglia. Dopo un poco arriva il toast farcito e la bibita. Cosa sarà mai? E' buona, arancio, pompelmo, non so veramente. Ma so solo che ho
pagato 15 euro.
Nascondo la mia perplessità dietro il giornale che
faccio finta di leggere. Forse mi appisolo un poco e penso a tante cose.
Ad i bagni a Sant'Apollinare, agli amici. Mi sembra di assaporare i panini portati da casa... Un pallone che mi sfiora, però, interrompe il mio pensiero del tempo passato.
C'e' tanta gente vociante, radioline accese (ad alto
volume), amorevoli abbracci, smancerie, culi in aria, tette esposte al sole. E' Estate, e siamo al mare, ed io non mi meraviglio più di tanto. Le panze in aria, il quasi nudismo è di moda. Nessuno ci fa caso, e, chi fa il puritano è il primo a sbirciare sotto gli occhiali neri.
Sosorrido, fra me e me, pensando a cosa avrebbero
pensato i nostri vecchi, assistendo a tale spettacolo.
Arrivano anche i "clienti notturni": sono quei giovani che, alle nove rientrano in albergo... proprio mentre le famiglie escono dall'albergo. Hanno passato la notte in discoteca, poi al mare a fare il bagno al chiaro di luna, dopo in pasticceria a prendere i bomboloni caldi, poi ancora al caffè ed aspettare l'alba; infine ancora bagni e poi in albergo a dormire. Anche questo e' una modo di passare le ferie. Riposarsi? "manco
pi la capu!" Beati loro?... a secondo dei punti
di vista.
Dopo tanto pensare, mi accorgo di essere stanco ed abbronzato quel tanto che basta e cosi' decido di andare via. Sempre con i piedi nell'acqua (che ora è un po' caldina), passo dopo passo faccio i chilometri per trovare la macchina. E' difficile passare tra una macchina e l'altra, faccio lo slalom, ma finalmente trovo la mia caccavella, e mi avvio verso casa.
Il mio giorno di ferie è terminato. Sono stanco, accalorato e sfinito. Arrivo in casa, accendo il condizionatore, mi faccio una doccia, preparo un panino e lo mangio accompagnandolo con una birra fresca. Assaporo una fetta di anguria,
ma ho nostalgia di "li muluni sarginischi, quiddi neri di fori e russi intra, sapuriti, zzuccarini". Ma qui si mangia quello che passa il convento.
Sono sicuro che questa sarà la mia prima e unica giornata di ferie. Ma, poi penso: "Ma quali ferie? Io sono in ferie da tanti anni, cioè da quando sono in pensione. Ma era proprio necessario andare a passare una giornata cosi?? Domani o dopodomani, o magari prima che finisca l'estate, andrò di nuovo al mare. Ma ci andrò solo per fare il pediluvio. Poi tornerò a casa mia; mangerò il mio panino farcito; berrò la bibita che voglio io, al fresco con il condizionatore acceso, sdraiato sulla mia poltrona; leggerò, ascolaterò e vedrò la televisione, mi sposterò al computer.
Passerò così le mie ferie. Sara' certamente
piu' riposante, ne sono certo.
ENRICO SIERRA
enricosierra@tiscali.it
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