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Musica: Radi@zioni - Hard’n’Heavy dalla A alla Z - Lettera A



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Musica » 02/02/2004

Radi@zioni - Hard’n’Heavy dalla A alla Z - Lettera A


BENVENUTI ALL’INFERNO!!!

“A” come…

AC/DC "Highway To Hell" (Atlantic 1979)
Gli AC/DC sono probabilmente il gruppo che, assieme agli Iron Maiden, più degli altri, è riuscito ad unire i metal kids degli anni ’80 e questo pur non essendo un gruppo metal in senso stretto. La band venne fondata nel 1974 dai fratelli Angus e Malcolm Young e si è sempre contraddistinta per una grezza ma iper-energetica forma di rock’n’roll. Con Bon Scott alla voce solista, dopo aver messo a ferro e fuoco il continente australe per quasi un decennio gli AC/DC riuscirono a far breccia anche nel continente europeo nei tardi seventies. Ma proprio quando erano pronti a far stragi ovunque, forti di un album strepitoso come l’ottimo “Highway to hell” del 1979, i canguri vennero stoppati da una gravissima sventura: la morte di Bon Scott, ucciso dagli eccessi d’alcool. Sembra la fine, ma la band riesce a riorganizzarsi grazie all’ottimo cantante scozzese Brian Johnson. Anche se questa formazione, a parte “Back in black”, non è riuscita a mantenere il fascino degli originali, gli AC/DC continueranno a produrre album tutti ottimi, tutti di gran successo e tutti orgogliosamente uguali.

AEROSMITH "Pump" (Geffen 1989)
Si formano a Boston nel 1972 e pubblicano l’anno successivo l’album omonimo che, sebbene contenga un grosso hit come Dream On passa quasi inosservato. La band combina rhythm’n’blues e classico hard rock. Dopo una serie di buoni dischi, tutti pubblicati tra il ’73 e il ’78, tutti ricchissimi di energia e di passione, insomma di hard rock allo stato più selvaggio, la band subisce una pesante battuta d’arresto in seguito alla doppia uscita dei chitarristi Joe Perry e Brad Whitford. La Band allo sbando sostituisce i dimissionari e senza fortuna pubblica un altro paio di anonimi lavori. Diversi anni più tardi la tanto sospirata reunion con i membri originari salva la band da una grigia routine. È “Pump” il disco che riporta per davvero gli Aerosmith ai livelli qualitativi che gli riconoscevamo quando infuocavano le platee negli anni ’70.

ALICE COOPER "School’s Out" (Geffen 1972)
Se dovessimo scegliere il personaggio che più di ogni altro ha rappresentato il lato più teatrale e truculento del rock ci ritroveremmo ad una gara a due tra Alice Cooper e Ozzy Osbourne. Molto probabilmente però sarebbe il primo a spuntarla. L’importanza ed il carisma di Alice Cooper sono decisamente superiori a quelle di Mr. Osbourne, e questo perché lui è stato per davvero un personaggio provocatorio e shockante. I suoi esordi risalgono al 1969, nientemeno, ed è riuscito ad attraversare ben tre decadi musicali lasciando dietro di se germi tali da influenzare diverse generazioni di metallari. In verità il nostro ha avuto il suo momento migliore nei primi anni 70 pubblicando album ferocemente cattivi per l’epoca, accompagnati sempre da tournèe ricche di teatralità e di humour nero. I suoi problemi di dipendenza alcolica lo porteranno però poi ad eclissarsi per un po’. Recupererà credibilità attorno alla fine degli 80 e per sopravvivere si riciclerà mostrando di sapere cavalcare comunque ed ancora l’onda. Ma resteranno insuperati i suoi lavori del periodo settantiano. Su tutti salverei “School’s Out”.

ANGELWITCH "Angelwitch" (Bronze 1980)
Guidati da Kevin Heybourne, chitarrista di Birmingham, gli Angelwitch, sulla scia dei concittadini Black Sabbath, hanno avuto un’influenza spropositata sulle sorti del futuro metallico all’alba degli anni ’80, anche se oggi nessuno se li ricorda più. Eppure il loro primo disco fece sfracelli fra i critici che ne osannarono le capacità di reinventare il classico dark sound dei seventies in un’ottica pronta per gli eighties. Un po’ meno fra il pubblico che dopo il clamore suscitato dall’omonimo esordio non mostrò più particolare interesse per la formula musicale della band. Il primo problema fu il suono: povero e mal prodotto. La continua instabilità dei musicisti attorno alla dispotica figura di Heybourne fece il resto.

ANVIL "Hard ’n’ Heavy" (Attic 1981)
… Canadesi, debuttano nell’81 con un disco che è già, fin dal titolo, un autentico manifesto programmatico. Heavy metal potente, durissimo e purissimo, caratterizzato soprattutto da brani abbastanza abbordabili ed a pronta presa sul pubblico. Quello che realmente colpisce però sono le liriche dichiaratamente a sfondo sessuale, le quali causeranno non pochi problemi tra la band ed i movimenti femministi. Titoli quali Bedroom Game, Hot Child e Bondage parlano da soli, ma l’apice compositivo è raggiunto da altre due songs: School Love e I Want You Both (With Me). Ed anche in questo caso c’è proprio poco spazio per gli equivoci.

“Hard’n’Heavy dalla A alla Zeta” va in onda ogni lunedì nel corso di RADI@zioni, solo e soltanto su Ciccio Riccio.

A cura di: camillofasulo@ciccioriccio.it


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