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Approfondimenti: Le statue del Duomo in cambio della collezione "De Leo". Di Aldo Indini



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Approfondimenti » 24/08/2008

Le statue del Duomo in cambio della collezione "De Leo". Di Aldo Indini

Il primo Museo cittadino è quello sistemato intorno al 1798 nella Biblioteca “De Leo”, il cui nome corrisponde a quello dei due illustri ecclesiastici brindisini, Ortensio ed Annibale De Leo.
Annibale De Leo, Arcivescovo di Brindisi, ha il merito di aver aperto a Brindisi la prima Biblioteca Pubblica del Salento, corredata di una ricca collezione di reperti archeologici.
Nel 1869 l’Arcidiacono brindisino Giovanni Tarantini, nominato dal Ministero della Pubblica Istruzione membro della Commissione per la conservazione dei Monumenti storici di Brindisi, istituisce nella Chiesa di San Giovanni al Sepolcro il Museo Civico, mentre molteplici documenti dimostrano il grande interesse avuto verso la Biblioteca “De Leo”.
Al Tarantini subentrò, con l’incarico di dirigente onorario del Museo, Giovanni Nervegna (acquirente del palazzo Granafei) a cui successe Pasquale Camassa che ebbe l’accortezza di schedare i ritrovamenti alquanto fruttuosi, in particolare dopo la guerra del 1915-18.
Con la morte del Camassa, nel timore di un nuovo conflitto, nel 1939, per ragioni di sicurezza vi fu un tumultuoso trasferimento dei reperti a Castel Del Monte, e ritornarono dopo il conflitto, a Brindisi presso la Chiesa di San Giovanni al Sepolcro, che ormai risultava un locale angusto per un Museo Civico.
Siamo al 1952. Con deliberazione dell’Amministrazione Provinciale cessò di esistere il Museo Civico e venne costituito il Museo Archeologico Provinciale, destinato a raccogliere tutte le collezioni pubbliche e private.
In piazza Duomo, su cui prospetta la Cattedrale, sul suolo dell’ex Ospedale Civico, preceduto da un portico, quale continuazione di due archi ogivali, appartenenti all’antico portico dell’ospedale dei Cavalieri Gerosolimitani, (erroneamente detto dei Templari) sorge il nuovo Museo Provinciale nella stessa piazza ove ha sede la biblioteca e la collezione “De Leo”.
Una delle componenti più importanti e significative del Museo Provinciale di Brindisi è la Collezione De Leo, a cui venne dedicata la prima sala del Museo Archeologico Provinciale, a seguito di accordi, tra il Presidente dell’ Amministrazione Provinciale Dott. Antonio Perrino (Presidente dal 02/07/1951 al 10/04/1961) e l’Arcivescovo di Brindisi Mons. Francesco De Filippis (Arcivescovo dal 26/11/1942 al 01/09/1953).
L’Amministrazione Provinciale, in cambio della collezione De Leo, sistemava la facciata della Cattedrale ove, al posto del timpano, non più ricostruito dopo il rifacimento della stessa a causa crollo di parte del campanile con i bombardamenti nel 1941, sarebbero state poste quattro statue, mentre altre quattro sul prospetto in apposite nicchie.
Le quattro statue scelte da porre sovrastante la facciata: il santo protettore, (tutt’ora) della Diocesi S. Leucio e i santi protettori della Città S. Teodoro, S. Lorenzo. La devozione di Mons. De Filippis verso Pio X., beatificato nel 1950 (canonizzato nel 1954) portò , in seguito, alla realizzazione della quarta statua, che in un primo momento doveva essere quella di San Pilino, santo vescovo di Brindisi, (intorno alla fine del terzo secolo). Nelle nicchie sottostanti la facciata, poste le statue dei santi Francesco, Chiara, Pietro e Paolo.
La cessione della Collezione portò un certo rammarico, nella Dirigenza della Biblioteca De Leo nel mentre, la Provincia erogava un modesto sussidio annuale a favore della Biblioteca De Leo, quale contributo per la gestione della stessa.
Successe, proveniente dalla Diocesi di Nardò - Gallipoli, Mons. Nicola Margiotta, Arcivescovo dal 25/09/1053 al 24/05/1975, periodo in cui i lavori del rifacimento della facciata della Cattedrale vennero realizzati con le relative statue, dallo scultore Alessandro Fiordegiglio, lavori completati nel 1957. Per volere di Mons. Rocco Talucci, Arcivescovo di Brindisi ed Ostuni dal dal 5 febbraio 2000, a seguito dei lavori di ripristino della facciata essendosi dette state in parte logorate si è ritenuto opportuna la loro sostituzione con materiale più resistente.
In detta occasione la statua di San Pio X è sostituita con quella di San. Giustino de Jacobis, le nuove quattro statue sono opera dello scultore Francesco Fiorentino. A lavori eseguiti, la basilica è riaperta al culto il 18 novembre 2007 alla presenza del Cardinale Tarciso Bretone, Segretario di Stato Vaticano.

Aldo Indini


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