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Approfondimenti: Un amico a quattro zampe. Di Enrico Sierra



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Approfondimenti » 05/09/2008

Un amico a quattro zampe. Di Enrico Sierra

Un giorno mentre ero seduto al Bar, giu' al porto di Rimini, leggendo il mio Giornale e facendo colazione con caffè e cornetto, mi accorsi che non ero solo. Vicino a me si era accucciato un cagnolino con il pelo color nocciola ed una piccola macchiolina sotto l'occhio destro.
Mi guardava e sembrava volesse dirmi qualcosa. Lo chiamai, si avvicinò e gli chiesi se volesse fare colazione con me. Non rispose, perchè i cani sembra che non parlino, ma si avvicinò ancora di più, scodinzolando la coda.
Gli passai un pezzo della brioche e lo afferrò al volo. Si vedeva che aveva gradito l'offerta, e continuava a guardarmi con occhi languidi. Allora ordinai una altro cornetto, e, mentre io bevevo il mio caffè, lui era intento a mangiare.
Lo chiamai Cappuccino, e sembrò che avesse gradito il nome tanto da muovere la coda ancora di più, strofinando il suo musetto contro i miei pantaloni.
A fine colazione - era già passata una oretta - decisi di andare via, salutai il mio amico a quattro zampe, lo accarezzai, e, mentre lui chinava la testa gli dissi: "ciao, ci vediamo domani". E, tornai a casa.
Tutto il giorno pensai a Cappuccino e feci mente locale a quanto mi suggerivano i miei figlioli: prendermi a casa un cagnolino per farmi compagnia.
Il giorno dopo tornai al Bar e trovai Cappuccino che mi aspettava. Ordinai il caffè e due cornetti, e così iniziammo a mangiare e parlare. Lui mi ascoltava, muovendo la coda ed aprendo e chiudendo gli occhi come se fosse d'accordo con quello che io dicevo. Eravamo due amici che parlavano del più e del meno, e stavamo bene insieme.
A fine colazione salutai Cappuccino e mi avviai verso la macchina. Ma vidi che il cagnolino mi seguiva, e, quando aprì lo sportello dell'auto, fu più svelto di me e saltò su, accucciandosi vicino al posto di guida. Voleva venire con me.
Arrivati a casa, dopo aver fatto un giro per la città, Cappuccino mi seguì all'interno dell'appartamento e, senza pensarci due volte prese posto sul divano, stiracchiandosi, come se fosse a casa sua. Che sfrontato! ma ciò mi fece sorridere.
Rimasi senza parola. Ero un po' preoccupato perchè non sapevo cosa dargli da mangiare. Gli dissi: "oggi, ti accontenti di ciò che mangio io, nel pomeriggio comperiamo qualcosa anche per te".
Al pomeriggio comprai i croccantini, le ciotole ed in serata Cappuccini ebbe una cena succulenta.
La notte, dopo avere visto la televisione con me, sempre sul divano, si addormentò dopo aver ricevuto le carezze.
Oggi penso che forse avrei dovuto raccontargli una favoletta.
Il giorno dopo dopo essere andati al Bar, facemmo il solito giro per la citta, e meno male che mi ero portato appresso una palettina e due sacchetti di plastica!
Per una settimana facemmo sempre la setssa vita: al bar, mangiare, una passeggiatina, e poi a casa; così anche il pomeriggio. E la sera cena, televisione e poi a nanna.
Un giorno, però - erano circa le sei del mattino - sentii che Cappuccino si muoveva troppo sul divano, ed ad un tratto me lo vidi vicino al letto. Guaiva. Voleva che mi alzassi. Capii che voleva uscire.
Appena saliti in macchina, sembrava che volesse dirmi qualcosa. Forse voleva andare al porto, e cosi' lo accontentai. Appena arrivati al Bar, strofinò il suo musetto sui miei pantaloni e guardandomi negli occhi scappò via. Non l'ho piu' rivisto.
Il giorno dopo un signore che era al bar, mi disse che il cagnolino, era stato salvato da un certo Luigi, con cui viveva, ma a volte il suo amico lo lasciava perchè doveva alloggiare ai Casetti (l'Istituto penitenziario di Rimini), e rimaneva solo.
Capiì subito che Cappuccino aveva intuito che il suo amico era a casa, e voleva tornare da lui, dall'amico che gli aveva salvato la vita e con il quale viveva felicemente.
E, poi dicono che gli animali non hanno cuore, non hanno anima e gratitudine.
Cappuccino ne aveva tanto da fare capire il vero senso della vita e dell'amore.
Ciao Cappuccino, ti auguro di essere felice e ti ringrazio per la serenità e la felicità che mi hai dato. Anche se per pochi giorni.
Sono rimasto ancora solo.

ENRICO SIERRA
enricosierra@tiscali.it


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