Approfondimenti » 21/09/2008
Spenta la fiamma del Monumento Sacrario. Di Aldo Indini
Tra le città La Spezia, Trieste, Venezia e Brindisi quest’ultima fu preferita da Mussolini nel 1929, per la realizzazione del monumento nazionale in onore di 5.922 marinai caduti nella guerra del 1915/1918, compresi i 456 della corazzata Benedetto Brin affondata nel porto medio di Brindisi per sabotaggio il 27/09 1915.
Fu promotrice la Lega Navale Italiana con il Presidente Achille Starace che contribuì per il completamento dei lavori, mentre grande fu il contributo economico ottenuto con i vari concerti in Italia da parte del tenore Tito Schipa.
Nella scelta, un fattore importante: la città ha ottenuto la croce di guerra al valor militare, su proposta dell’Ammiraglio Thaon de Revel, per l’estrema importanza del suo porto militare per le vittorie in mare; croce di guerra, parte integrante dello stemma comunale. Nell’anno 2000, con un atto di vilipendio, la croce di guerra veniva tolta dallo stemma esistente sul gonfalone della città e non ancora ripristinata.
Il Monumento al Marinaio d’Italia, rappresenta un timone alto 53 metri con sottostante cripta a forma di scafo capovolto, ove sono ricordati oltre ai 5.922 marinai caduti nella prima guerra mondiale, aggiunti i 33.900 caduti nella seconda guerra mondiale.
Finita la guerra nel 1945, con il porto occupato dagli alleati, il monumento cadde nel “dimenticatoio”, in quanto ritenuto un opera fascista: ne furono eliminati i due grandi fasci littorio dalle facciate laterali e fu anche cancellata dalla lapide sovrastante l’entrata nella cripta, la frase « Capo del Governo Benito Mussolini », ma non quella del Re Vittorio Emanuele III, che inagurò il monumento il 4 novembre 1933, quanto per la presenza del Re a Brindisisi, capitale del Regno del Sud dal 10/09/1943 all’ 11/02/1944.
Con l’inizio degli anni settanta vi furono varie iniziative: il Comune, con la realizzazione dei giardini sottostanti ed impianto di illuminazione, mentre la Provincia realizzava l’ara votiva la cui fiamma alimentata a gas mediante un deposito di 20 bombole nell’adiacente area della M.M.
Sia per l’accesso al monumento, alla cripta, alza bandiere e la permanenza continua della fiamma, provvede con cinque guardie giurate della Marina Militare.
Negli anni ottanta vi furono problemi per la fornitura del gas, mentre la fiamma veniva usata dai pescatori dei motopescherecci ormeggiati.
Siamo nel 1986, quando anche a causa delle auto “appartate”, il tutto si concluse con la chiusura delle arcate con mancata fornitura di gas, non sostituite le guardie giurate in pensione, con bandiere e fiamma presente solo in alcune rare manifestazioni ufficiali.
La Legge 31 luglio 2002 n. 186 istituisce la “Giornata della Memoria dei marinai scomparsi in mare”: legge proposta dell’onorevole brindisino Giovanni Carbonella. Con l’art. 1, si commemora la giornata a Brindisi il 12 del mese di novembre di ogni anno.
Per la cerimonia ufficiale svoltasi il 12 novembre 2003, alla presenza del Presidente della Repubblica Ciampi, in una riunione preventiva presso la prefettura, veniva ribadito che la fiamma votiva, una volta accesa, vi rimanga per sempre, in quanto ormai Sacrario Nazionale, così, per la permanenza delle bandiere sui pennoni laterali.
Dopo la cerimonia ufficiale, furono ammainate le bandiere e spenta la fiamma. La cerimonia con l’ accenzione della fiamma votiva è stata effettuata soltanto il 12 novembre degli anni successivi.
Nel giorno della memoria del 12 novembre 2007, non vi era la fornitura del gas, pertanto la fiamma votiva è rimasta spenta.
E’ ormai quasi certo che verrà realizzato a Brindisi un impianto rigassificatore GNL: si spera che la fornitura del gas e assistenza sia offerta dalla Società B.G. Italia, in onore dei marinai scomparsi in mare, in modo che la fiamma votiva sia accesa in permanenza, così come avviene negli altri sacrari in Italia.
Aldo Indini
|