Approfondimenti » 10/10/2008

A Michele Errico. Di Dario Bresolin

Carissimo Presidente,

ho letto il suo comunicato nel quale rassegna le dimissioni e non posso che condividere le ragioni che le motivano. Già, le motivazioni sono le stesse che anche le persone più semplici sentono di condividere ma quello che non condivido, lo dico con rispetto, sono proprio le dimissioni.
Che la nostra terra brindisina sia da decenni “terra di conquista” lo sapevamo da tempo. E sappiamo anche quanto lei si sia prodigato negli ultimi anni a sollevare questioni di non poco conto in contrasto con interessi di parte e poteri un po’ più forti del suo, che per di più è “istituzionale”.
E’ stato più volte dimostrato che il rispetto di una collettività, le sue naturali vocazioni di territorio e di pensiero, il fermento creativo di una comunità, le sue scelte politiche e la voce importante di un Presidente non sono più elementi da tenere in piena considerazione in quel clima che viene ancora oggi definito di “compiuta democrazia”.
Io questa “compiuta democrazia” non la percepisco più e, come me, siamo in tanti.

Però, mi lasci ripetere il però, perché dimettersi? Durante lo svolgimento del suo incarico di Presidente, tutti gli organi di informazione l’hanno seguita, anche se con diversa attenzione e, comunque, noi tutti sappiamo quanto e in che modo lei e la sua giunta abbiate lavorato sino ad oggi.
E non si può nemmeno ipotizzare il paragone con qualche altra figura istituzionale che, nello stesso periodo, ha saputo solo manifestare la sua incompetenza ed inconcludenza, persino politica, mancando addirittura gli obiettivi più semplici del mandato ricevuto.

Quella della “sabbia” è solo una battaglia persa. Non è la guerra che quotidianamente lei si trova a combattere nel suo ufficio di presidenza, io nel mio studio professionale, altra gente che lavora nel proprio ambito. Siamo tutti sempre in guerra in questo territorio che pare non ci appartenga più. Se lei si dimette, e non sono dimissioni “qualsiasi”, la gente si sentirà più sola, anche quella che normalmente non si preoccupa più di tanto di lasciare ad altri il potere di delega finanche per ridicolizzare le sue frequenti “esternazioni”.
E’ il gioco della politica di provincia, più subdola, più popolata di gente che è facile assoldare, convincere, trascinare, imbeccare, trasformare.
Ma nel territorio nel quale viviamo c’è tantissima gente normale, gente che lavora tutti i giorni, spesso con diversissime fortune, che comunque non riuscirebbe ad accettare l’idea di perdere, nello stesso giorno, sia la sabbia sia il Presidente che ha combattuto contro quel “furto”. Non lo accetterebbe nemmeno il suo partito, del quale è anche Presidente, che certamente le farà sentire il “fiato” di chi la sostiene.

Posso chiederle di fare un passo indietro e riappropriarsi del mandato che la gente le ha affidato e condurlo a compimento?
Credo che abbia ancora tante cose da fare per questa collettività. E sappiamo che non le fa con interesse personale.
E’ per questo che insisto.
Una stretta di mano.

Dario Bresolin