Approfondimenti » 02/11/2008
Il tesoro nascosto nella Porta Reale. Di Aldo Indini
Per difendere la città dai Turchi, furono innalzate, dalla parte del mare, le mura che includevano la Porta Reale, oltre alle preesistenti Porta Mesagne e Porta Lecce.
Dette mura costruite dagli aragonesi, tra il 1465 e il 1474 sotto, Ferdinando I, vennero poi modificate con l’aggiunta dei bastioni per disposizione di Carlo V, nel 1530.
La Porta Reale, alta 20 metri, era situata sull’attuale Via Regina Margherita nei pressi di Piazza Dionisi, venne demolita dopo il 1864 a seguito della sistemazione del porto da parte di Andrea Pigonati.
Con riferimento alla Porta Reale, apprendiamo, nella “Storia di Brindisi” di Fernando Ascoli, un aneddoto sulla regina Giovanna.
«Un pover’uomo, inquilino di un Francesco Gerardo, si tolse un giorno un pezzo delle cadenti colonne laterali di Porta Reale, e portesolo a casa sua dove mancava un sedile. Il Gerardo o che istigasse il suo l’inquilino a compiere questo furto, a cui allora nessuno badava, o che per darsi buon tempo e farsi buon sangue recandosi spesso a casa di quel pover’uomo, assai corto di spirito e di moneta, avesse subdorato che nel tufo potea giacere o giacea il morto, con aria di burbero benefico, gli disse: “Vergogna servirsi di un tale sgabello: ti provvederò io ad un sedile conveniente che servirà meglio e alla decenza della tua casa. Portami a casa quel tufo”. L’inquilino forse intenerito, forse meravigliato per la poca usata tenerezza, prese di botto il tufo e glie lo portò a casa. Francesco Gerardo di nascosto lo ruppe, e lo trovò pieno di gioie della Regina Giovanna, le quali furono la causa prima della ricchezza della famiglia De Castro, brindisina».
Ovviamente dice l’Ascoli trattasi di un aneddoto, « che si da per quanto può valere, siccome raccolto dalla sola tradizione orale, e che se non veritiero adombra, forse, qualche fatto consimile » e conclude: « Si chiede anzi scusa all’ottima famiglia De Castro, per averla tirata in ballo ».
Aldo Indini
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