Approfondimenti » 09/11/2008
Lo scalo franco nel Porto di Brindisi. Di Aldo Indini
Siamo nel 1844, sotto il governo borbonico, quando iniziati i lavori per la costruzione della banchina centrale prospicente le Colonne del Porto, Ferdinando II, con apposito decreto, prevede al punto « 3°, L’impianto di uno scalo franco e la concessione di considerevoli aggevolezze ai negozianti; ed al punto 4°, L’edificazione di un deposito franco ».
Nel 1846 volendo constatare di persona lo stato dei lavori dello scalo, Ferdinando II viene in visita a Brindisi. Venuto a conoscenza che « reconditi motivi tenevano sospese le opere... egli di persona rivolto al mare, col progetto in mano allo sbocco della via Maestra » (attuale giardinetti marina con Capitaneria di Porto), indicò, sulla sponda opposta (attuale Banchina Feltrinelli), le opere da realizzare per l’edificazione del deposito franco.
Viene pertanto istituito lo Scalo Franco che consentiva di immettere nel deposito di Brindisi, ogni produzione, merce e manifattura straniera, con alcune esclusioni comprese le « carte da gioco ». (Decreto reale del 29 ottobre 1844).
Ma i lavori ordinati, per sopragiunte le note vicende politiche, sono sospesi nel 1848.
Per chiedere il ripristino dei privilegi borbonici, si rendeva necessario poter disporre di uno strumento idoneo allo scopo, con Decreto Prefettizio n. 1607 del 20.12.1949 è costituito tra l’Amministrazione Provinciale, la Camera di Commercio ed i venti Comuni della Provincia, il « Consorzio del Porto di Brindisi » ente di diritto pubblico a norma della legge Comunale e Provinciale 03.03.1934.
Venne così approntato il progetto per la realizzazione di una zona industriale in località Perrino, con metà della superfice da destinare a «punto franco».
Fu il Presidente del Consiglio On. Alcide De Gasperi, con affianco l’all’ora Presidente dell’Amministrazione Provinciale, Senatore Dott. Antonio Perrino, che dal balcone della posta centrale, annuncia ai brindisini la istituzione della zona industriale
Con la legge n. 1295 del 04.11.1951 è istituito il punto franco a Brindisi nell’area in contrada Perrino, prospiciente il seno di levante del porto, stabilendone i confini le agevolazioni e le modalità di accesso, i valichi e tutto quanto necessario per una simile struttura.
Sono due gli articoli della legge che si ritiene evidenziare:
Art. 9 - Nulla è innovato alle disposizioni del Codice di Navigazione o delle altre leggi e regolamenti, relativo all’uso delle aree pertinenti al Demanio pubblico marittimo ed all’esercizio della polizia marittima. - Restano pure ferme le disposizioni della Legge 1 giugno 1931 n. 886, relativa al regime giuridico delle proprietà in zone militarmente importanti.
Art. 10 - L’Amministrazione e la gestione del punto franco è affidata al Consorzio del Porto di Brindisi.
Il Punto Franco non ebbe poi, in quanto tale, il successo che si sperava, ma l’iniziativa valse a valorizzare le strutture portuali e fare emergere le grandi possibilità che il porto custodiva.
Aldo Indini
|