Musica » 01/12/2008
Alessia Coppola intervista Domenico Protino
La forza dei sogni
L’ascesa di un giovane artista: Domenico Prótino
* Di ALESSIA COPPOLA
L’artista del quale vi parlerò quest’oggi, è senz’altro un esempio di quanto siano capaci i sogni, se perseguiti fino in fondo. Sogni che ci cullano da bambini e che da adulti culliamo a nostra volta, in attesa di vederli divenire grandi. E’ proprio il caso di questo giovane cantautore, Domenico Prótino ( prestate attenzione all’accento).
Nato circa trent’anni fa a Torre Santa Susanna, provincia di Brindisi, questo artista si avvicina precocemente alla musica. Evidentemente il fato aveva già in serbo il destino di Domenico, dacché subito la musica lo colse. A cinque anni gli fu donato un pianoforte che fu il mezzo tramite cui scoprì la sua passione. Dopo aver studiato per tre anni questo strumento, un altro rapì la sua attenzione: la chitarra, devota amica dall’età di dodici anni.
Senza lasciarsi troppo vincolare dalla teoria musicale, racconta di aver proseguito il suo percorso, avvalendosi del suo istinto, conferendo personale impronta alla musica, rendendola espressione viva del suo fermento artistico. Questo si può evincere ascoltando le sue canzoni, l’una differente dal’altra per stile e composizione del testo, che cattura per bellezza di metrica e intensità. Ma tutte legate dallo stesso filo conduttore, la passione, la tenacia, l’istinto e l’amore per la musica e la vita, che in questo artista sembrano sinonimi. Dieci sono i brani di questo suo primo lavoro discografico, “Domenico Protino”, prodotto dalla “Progetto Musica” di Massimo Dinelli e distribuito da “Warner Music Italia”, venuto alla luce il 26 Settembre 2008 e disponibile in tutti i negozi di dischi e scaricabile su iTunes. Il prodotto è stato registrato presso gli studi PanPot di Brindisi e mixato allo Studio S.Anna di Castel Franco Emilia (Modena) e al creative Mastering di Forlì.
Il suo è un percorso lento che lo esorta a migliorare nel tempo e a scegliere la musica per mai abbandonarla. Nel 2000 inizia ad esibirsi nei locali, in duo con un suo amico, per poi passare alle cover band. «Così ho avuto modo di misurarmi con me stesso, confrontarmi con la gente, capire i limiti entro i quali sprigionare la mia creatività» dice.
Comincia le sue esibizioni come cantautore e sarà in questa veste che muoverà i suoi passi e si farà conoscere dalla critica e dal pubblico. Consegue importanti riconoscimenti, come la vittoria nel 2007 del prestigioso Premio Lunezia Giovani Autori, con il brano “W la vita”. In questa occasione, il nostro cantautore, viene premiato al pari di rinomati esponenti della musica italiana, tra i quali Laura Pausini, Nek, Fabio Concato, Antonella Ruggiero, Avion Travel, Gatto Panceri, Ron, Fabrizio Moro, Francesco Baccini. Questa vittoria, gli apre le porte di altre importanti manifestazioni, ed eccolo esibirsi come ospite al Premio Mia Martini, il Salarolo Song Festival, il M.E.I, Sanremoff e il Premio Bondi. A questi fa seguito il Premio Salentino con il brano” La nuova aurora”.
Nel 2008 per questo artista, avviene una svolta: vince il Festival Internazionale della Canzone di Viña del Mar in Cile, il più importante festival canoro dell’America Latina, l’unico gemellato con il Festival di Sanremo. Questo è da ritenersi tanto spettacolare se si considera che la partecipazione a questo festival, non è garantita a tutte le nazioni che ne facciano richiesta, ma solo alle meritevoli, quelle i cui rappresentanti vengano selezionati. Pertanto Domenico Protino, rende onore e omaggio alla nostra terra e alla nostra Italia, riuscendo non solo a rappresentare più che degnamente il nostro paese, entrando a far parte della competizione che vede confrontarsi artisti d’ogni dove, ma ancor più nel decretarsi vincitore assoluto. In questa competizione, Domenico conquista due “Gaviotas de Plata”, i due premi conferiti al migliore autore e al migliore interprete, con il brano “La guerra dei trent’anni. Questo successo lo fa conoscere al pubblico dell’America Latina, tanto che il suo primo album verrà tradotto anche in spagnolo. Ma il palco del Festival di Viña del Mar, lo attende nuovamente… In occasione della 50° edizione, infatti, il festival farà entrare in gara i vincitori degli ultimi anni, dal 2001 al 2008. Auspichiamo che anche in quell’occasione Domenico possa omaggiare la nostra terra con la sua vittoria.
Nell’estate del 2008, apre una ventina dei concerti dei Nomadi, e ancora tappe in radio e l’inizio del tour per la promozione del suo album. Ecco alcune delle date:
29 nov 2008 20.30:
Mei - Faenza (Piazza del Popolo) - Live trio acustico
Faenza
4 dic 2008 20.00:
Presentazione album in trio - Associazione Bianca D’Aponte - AVERSA
Aversa, Caserta
5 dic 2008 21.00:
Ospite di MUSICA RIBELLE in duo acustico - Radio Stella Città
Civitavecchia
6 dic 2008 17.30:
www.radiololgiata.net
live e intervista
10 dic 2008 17.00:
Ospite live di RGM HIT RADIO - Canto Libero
http://www.trgmedia.it/
13 dic 2008 15.00:
Ospite a MOTOR SHOW
Bologna
29 dic 2008 21.00:
Presentazione album in trio acustico
Bitonto, Bari
29 gen 2009 20.00:
Concerto in trio acustico presso il FONDO VERRI
Lecce
Altre informazioni potete trovarle sul sito web ufficiale dell’artista : http://www.domenicoprotino.com/
Ma passiamo a conoscere meglio questo artista, al quale è già stato chiesto molto, di conseguenza poche sono le curiosità ancora da scoprire...
- Quali sono i modelli che ritieni abbiano contribuito alla tua formazione musicale?
«Ascolto molta musica, quella fatta di immagini, evocativa, introspettiva. Amo la musica italiana e straniera; della musica italiana ascolto i cantautori come Bennato, Fossati, Silvestri, Battisti e tanti altri. Della musica internazionale, ascolto gli U2, i Radiohead, i Police, i Greenday e i Beatles».
- Nel tuo space (http://www.myspace.com/domenicoprotino) è riportata una frase in cui dici che trovasti la chitarra nella stanza accanto alla tua, credi che se non l’avessi già trovata in casa, avresti comunque cercato la chitarra?
«Fin da bambino ho espresso il desiderio di suonare. Cominciai per gioco a suonare il pianoforte, poi i miei si accorsero della mia passione e me ne donarono uno a cinque anni. Ho studiato piano per tre anni, poi non ho voluto lasciarmi condizionare dalla teoria, ho scoperto la chitarra, che ho lasciato e poi ripreso, è con essa che ho scritto subito la mia prima canzone, scoprendola accordo dopo accordo».
- In “W la vita”, la canzone che ti ha concesso di vincere il Premio Lunezia, vi è una frase che desta particolare attenzione: “Questa splendida gita, non è ancora finita, basta tirare a sorte, spalancare le porte e cantare fino alla morte”. Da qui si deduce la tua passione per la vita, la voglia di viverla, l’entusiasmo, il senso di sfida e soprattutto l’amore per la musica. Che cosa ha rappresentato essa nel corso della tua esistenza, e qual è la meta di questa “splendida gita”? Quali le tue aspettative per tuo il futuro?
«La musica è venuta a me nel corso nella mia vita, è stato naturale e inevitabile che la incontrassi. Per la meta, anche se non mi propongo mete definite, posso dire che mi basterebbe continuare per questa strada senz’altro difficile e dissestata, ma lo farei con forza e tenacia. Vorrei che ci fossero altri album dopo questo, vorrei ricevere sempre nuovi stimoli e parlare di ciò che sento nelle mie canzoni. Più che altro spero di sopravvivere dignitosamente e continuare a scrivere, perché è ciò che amo fare. Vorrei affrontare questa gita con un senso di sfida, senza mai prendermi sul serio, con il desiderio di migliorare e il bisogno di una ricerca. Mi piacerebbe che la gente avesse un ricordo di me, di ciò che scrivo. Vorrei fare altri concerti, magari con una band al completo. Ecco, mi piacerebbe suonare in live, credo che l’unica sopravvivenza per la musica sia proprio il live, di questi tempi e non solo, in cui si dice che la discografia affronti una crisi. Mi piace suonare dal vivo, perché mi mette a diretto contatto con la gente, è bello poter interagire con il pubblico!».
- Scrivi di ciò che ti circonda, del sociale, del mondo insomma. A volte è come se scrivessi in nome o per difesa di qualcosa o qualcuno, cos’è che ti esorta a comporre?
«Scrivo ciò che mi sento di dire. Alcuni testi sono più introspettivi, altri sono sul sociale. Si può scrivere di qualunque cosa, l’importante è non cadere nella banalità. Si può scrivere d’amore ed esprimere qualcosa di diverso, perché finché si scrive d’amore, si è sempre davanti ad una canzone senza tempo… Ciò che tengo vi sia nelle mie canzoni, è l’evocazione di un’ immagine». E qui concorda anche la sottoscritta, in quanto nelle canzoni di questo artista vibra una dimensione sospesa tra sogno e realtà. Le parole suggeriscono immagini che sembrano quasi proiettate da riflettori caleidoscopici. Nei suoi testi prendono forma e vita, i colori, i profumi, le sensazioni, che tanto rimandano alla nostra bella terra.
- Esistono momenti particolari in cui sei incline a comporre, oppure vieni rapito da un istante anche quando non te l’aspetti? E a questo proposito, come nasce una tua canzone ?
«No, non esistono momenti prestabiliti. Mi alimento delle emozioni di un momento, le incamero, le faccio mie. Più che altro i momenti in cui compongo, sono momenti di pura magia… Non ho neanche un metodo fisso. Spesso accade che musica e parole arrivino insieme, altre è solo il testo a venirmi per primo, o la musica, dipende…»
- Cosa vorresti si dicesse di te e della tua musica?
«Semplicemente che qualcosa da dire ce l’ho…Fino a quando potrò, avrò sempre voglia di dire qualcosa. C’è sempre qualcosa da dire finchè c’è vita. Mi piacerebbe poter lasciare un segno, la mia impronta. Mi piacerebbe trasmettere le mie emozioni, con qualsiasi stile e argomento».
- C’è stato un momento in cui hai capito che avresti cantato nella vita? E c’è stato un momento in cui hai detto “ci sto riuscendo”?
«Si, l’ho capito dopo un lungo periodo. E’ stato un momento delicato, quando ho deciso di lasciare l’università e cantare nei locali. Più che dire che ci sto riuscendo, posso dire di aver trovato momenti che hanno alimentato le mie speranze. Le mie vittorie, hanno maggiormente alimentato i miei sogni. Ho ricevuto particolari emozioni dalla vittoria del Premio Lunezia. In quell’occasione sono stato premiato assieme ai nomi più noti e prestigiosi del panorama musicale italiano. Venivo premiato come autore e ciò non poteva che rendermi felice. Ricordo con piacere quella vittoria, in quanto la prima dopo numerosi concorsi in cui non ero mai risultato vincitore. Anche il Festival di Viña è stata un’esperienza unica, che non dimenticherò mai. La gioia più grande è stata non solo essere stato selezionato e quindi aver dato all’Italia la possibilità di partecipare, ma anche e soprattutto vincere, quando in finale con me c’era una cantante cilena!
- Cosa ti accompagna sul palco, quali emozioni ti attraversano?
«Mi accompagna serenità, vivo quel momento con pura felicità, perché è questo ciò che mi trasmette, felicità. Quando canto sono felice. Canto per me stesso, ma anche per il pubblico che non bisogna mai deludere, bisogna sempre emozionarlo, trasmettere qualcosa di sé, il pubblico merita spettacolo!»
- Su Youtube c’è il video di un bambino cileno che canta “La guerra dei trent’anni”, che effetto ti fa questo?
«Oh, una gioia immensa! E’ la dimostrazione che la mia traccia l’ho lasciata. Ricordo quel bambino, venne a trovarmi in albergo dopo la vittoria. Ricordo l’affetto della gente, questo è bellissimo!
- Ci sono stati momenti di resa? Ti aspettavi tutto ciò che stai vivendo?
«Mai! Non c’è mai stata una resa. “La guerra dei trent’anni” lo dimostra. La scrissi in autostrada durante il viaggio di ritorno dall’ennesimo concorso senza vittoria. In un certo senso non è male perdere… Perché quando vinci, vivi più intensamente quel momento, lo apprezzi di più. Ero arrabbiato con me stesso quando scrissi quella canzone, in quanto in occasione di quel concorso, non avevo partecipato con la canzona giusta, non mi rappresentava a pieno. Da quel sentimento di delusione verso me stesso, è scaturita l’ispirazione per quella che è la canzone che mi rappresenta di più. Questa canzone secondo me e non lo dico solo io, non ha età… E’ una sintesi della guerra che quotidianamente bisogna combattere. Altra canzone che mi rappresenta è “Lo specchio che nessuno vuol guardare”, in quanto rappresenta quell’immagine di sé che non si vorrebbe guardare, è un viaggio introspettivo per il riconoscimento dei propri limiti e le proprie emozioni.
Se mi aspettavo ciò che sto vivendo…?Si, diciamo che lo speravo, lo desideravo…».
- C’è una canzone di qualcun altro che senti tua, come se l’avessi scritta tu?
«Si, a “Muso Duro” di Pierangelo Bertoli. Ma comunque mi rivedo in quelle canzoni evocative, che trasmettono un’immagine. Emblema è “Imagine” di John Lennon, mi rivedo anche in “One” degli U2».
- Definisci la tua musica e definiti te.
«La mia musica è pop rock contautorale, anzi aspirante cantautorale!Riconosco un valore impegnativo nella parola cantautore, per questo dico aspirante. La definirei inoltre intensa, ma è bello che sia la gente a definirla, a ricordarmi. Credo che l’importante sia esporre qualcosa, trasmettere emozioni senza tempo. Io invece mi definirei un sognatore, che però non si prende troppo sul serio. E’ questo quello che vorrei dicesse di me la gente. Soprattutto vorrei che con le mie canzoni, anche il più restio a sognare possa farlo».
Ringraziando Domenico Protino per averci concesso quest’intervista, gli porgo i migliori auguri, uniti senz’altro a quelli della sua amata terra, il Salento, e d’Italia. Vi consiglio di tenere d’occhio questo artista, che come ha già fatto, continuerà a rendere fiero il nostro paese. Seguite i suoi live, accostatevi alla sua musica, che di certo saprà emozionarvi. La sua è sul serio una musica in grado di avvicinare età diverse. Una musica fatta di parole che non basta ascoltare una volta, anzi ad ogni ascolto essa si arricchisce di un senso nuovo, scoprendo qualcosa che precedentemente rimaneva nascosto. Una musica che riporta frammenti di storie, di attimi ed emozioni ritrovabili nelle vite di tutti noi. Una musica di emozioni dipinte su teli senza tempo. Ma non sta certo a me trasmettervi la sua musica, sarà essa a parlare, anzi a suonare…
* ©Alessia Coppola
www.artealessia.com
www.myspace.com/alessiacoppola
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