Musica » 09/02/2004
Radi@zioni - Hard’n’Heavy dalla A alla Z - Lettera B
“B” come…
BAD COMPANY
Oltre ad un grande successo che li ha accompagnati ininterrottamente per un ventennio, tra i ’70 e tutti gli ’80, i Bad Company vantano il merito di aver praticamente inventato il cosiddetto A.O.R. (Adult Oriented Rock: musica rock trasmessa dalle radio FM americane che si rivolgono ad un pubblico dai venti anni in su). Nati da una costola dei Free, con il piccolo aiuto di un ex Mott The Hoople e di un ex King Crimson, protetti dai Led Zeppelin, e musicalmente sempre in perfetto equilibrio tra dell’aggressivo rock blues e vero e proprio hard rock, i Bad Company devono molto, se non tutto, all’incredibile voce di Paul Rodgers, calda e vibrante come pochissime.
Disco consigliato: "Bad Company" (Swan song 1974)
BLACK SABBATH
Nascono alla fine degli anni ’60 con il nome di Earth, ma mutano subito dopo il proprio nome in Black Sabbath. Alla ricerca di un suono personale appesantiscono delle partiture blues creando un dark sound unico ed irripetibile che tanta influenza ha avuto poi su tutto l’heavy metal. Il successo imprevisto di un singolo come Paranoid li ha praticamente lanciati nell’Olimpo dei grandi e lì sono rimasti, inamovibili ed imitati da tanti, troppi personaggi che mai hanno saputo però ripeterne le gesta. Si può dire che il loro nome abbia attraversato indenne le ultime tre decadi del secolo scorso, ma l’unitarietà non è certo stata il loro forte. La band, un quartetto consolidato attorno al nome di un mitico chitarrista come Toni Iommi, si è più volte rimescolata coinvolgendo altri personaggi oltre agli storici Osbourne, Butler & Ward, dentro e fuori a più riprese. Nomi del calibro di Ronnie James Dio, Glenn Hughes, Tony Martin, Cozy Powell, Ian Gillan, Bob Daisley e Vinnie Appice hanno avuto a che fare con il marchio del Sabba Nero e vi sto citando solo i più famosi. Gli album? Sono autentiche pietre miliari, del metal e non solo… L’imbarazzo della scelta, mai come in questo caso, è autenticamente sincero…
Disco consigliato: "Masters Of Reality" (Vertigo 1971)
BLUE OYSTER CULT
I Led Zeppelin saranno stati i più famosi, i Black Sabbath i più influenti, i Deep Purple i più popolari, ma fra i padri fondatori del metallo negli anni ’70 i più validi, ma anche i più trascurati sono stati loro: i Blue Oyster Cult. Polistrumentisti, veterani di passate esperienze nel calderone della New York di fine anni ’60, in eterno equilibrio fra rigore colto e gelido annientamento, sono il grande punto interrogativo del metal. Inventori, con almeno dieci anni d’anticipo, di tutto quello che poi fu ripreso dal post-punk e dall’industrial, hanno avuto la curiosa distinzione di essere culturalmente rilevanti quando tutti i gruppi della loro generazione ormai non lo erano più da tempo.
Disco consigliato: "Tyranny & Mutation" (CBS 1972)
“Hard’n’Heavy dalla A alla Zeta” va in onda ogni lunedì nel corso di RADI@zioni, solo e soltanto su Ciccio Riccio.
A cura di: camillofasulo@ciccioriccio.it
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