Approfondimenti » 17/01/2009
Le chiavi ai Santi Patroni. Di Aldo Indini
San Teodoro D’Amasea il giovane milite, soldato novello delle legioni romane al tempo di Diocleziano martire; bruciato vivo, le cui ossa arrivano a Brindisi su di un veliero Veneziano, per iniziativa della Serenissima.
Alcuni sostengono l’arrivo a Brindisi delle reliquie, su di una zattera “il sandalo”, approntata sul bastimento dai marinai veneziani, proveniente da Guaita. Il bastimento, inseguito dai velieri turchi, i marinai per evitare la cattura delle reliquie del santo, abbandonano la zattera in mare che, il vento condurrà a Brindisi.
Il 27 aprile la Chiesa Brindisina festeggia la traslazione delle ossa del Santo Città da Gucaita a Brindisi. Probabilmente,intorto al 1200, diverrà il Santo Patrono della Città.
Dalle cronache apprendiamo che sin dal 1500 al passaggio del “sandalo”, sia nei pressi dal castello dell’isola, quanto da quello di terra, venivano sparate cannonate a salve in onore del Santo.
Nel 1651, sindaco Giovanni della Ragione, stante la forte devozione verso il Santo patrono, apprendiamo che: “in questo anno viene progettata una statua d’argento per San Teodoro”.
Nel 1716 per carenza di polveri, i governatori dei castelli vietano lo spreco di polveri in occasione del passaggio del “sandalo” con le reliquie del Santo.
Vi era inoltre la consuetudine che allo sbarco dal “sandalo” dell’urna contenente i resti mortali del santo, il sindaco consegna le chiavi della Città.
Una testimonianza delle chiavi al santo, si ha durante i festeggiamenti del 1897 da parte del Sindaco Federico Balsamo.
San Lorenzo da Brindisi, invece è il grande santo diplomatico a livello europeo, che da piccolo attendeva sulla banchina l’arrivo del “sandalo” di San Teodoro, ha girato il vecchio continente a piedi e a cavallo, evitando il mare poiché sofferente del mal di mare.
Ma la fede, alcune volte, ed il culto dei fedeli, anticipa anche prescrizioni “canoniche” e nel far nascere un rito che può divenire tradizione così come è avvenuto a Brindisi.
Il Comitato Feste Patronali, nella gestione 1972/1973, presieduta dal rag. Domenico Iaia, l’arcivescovo mons. Nicola Margotta, era rappresentato dal canonico don Augusto Pizzigallo, mentre il sindaco Francesco Lo Parco, che deteneva la presidenza onoraria spettante al Sindaco da secoli, era rappresentato dall’assessore Vitantonio Giannoccaro, inoltre dai componenti del comitato: Cosimo Selicato, Pasquale De Castro, Franco Picoco, Antonio Daccico e Giuseppe Di Giorgio. fu questo comitato che prese alcune iniziative sino ad oggi tramandate,
La sorpresa fu per il sindaco Francesco Lo Parco, che al rientro della processione dal mare, trovandosi di fronte, oltre la statua di San Teodoro, anche quella di San Lorenzo, ritenne opportuno non consegnare le chiavi della città al solo Santo patrono Teodoro e così anche per gli anni successivi la consegna delle chiavi non avvenne.
Dopo la processione del Corpus Domini il 14 giugno 1998, il Vicario Generale don Angelo Catarozzolo, ebbe, modo di rammentare al sindaco Giovanni Antonino, il ripristino di questa tradizione, condivisa anche dallo stesso sindaco.
Il ripristino avviene con la consegna delle chiavi a San Teodoro ma, aggiunte altre due chiavi da consegnare a San Lorenzo.
Con nota del 12 settembre 1998, diretta al Vicario Generale Catarozzolo, il sindaco Antonino, gli comunica: “ il suo desiderio di ripristinare la tradizione della consegna delle chiavi é stato esaudito”.
Siamo giunti ai festeggiamenti dei Santi Patroni nel settembre del 2003, con il sindaco Giovanni Antonino che lega due chiavi ai polsi a ciascuno dei santi, coppia di chiavi distanti tra loro, che causano un costante urto, e fu così che durante tutta la processione, le chiavi risuonano in un continuo “tintinnio” che lo stesso sindaco ritenne premonitore.
Aldo Indini
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